mercoledì, dicembre 24, 2008

un bel natale

Dopo tutte quelle nuvole, sotto questo sole anche le giornate più fredde sembrano meno fredde.

E così rieccoci a Natale. Come lo state vivendo voi?
Io l'ho vissuto ieri sera nel migliore dei modi andando con Silvia e Pietro a Bra, per vedere la recita natalizia in lingua piemontese "Gelindo", in cui Pietro appariva (per un minuto appena) nel ruolo di Gesù in persona. L'entusiasmo dei giovani attori nei camerini; Pietro che gironzolava tutto contento di qua e di là del tutto a suo agio (tranne che quando lo mettevamo tra le braccia di Maria e San Giuseppe, che avrebbe dovuto tenerlo durante lo spettacolo); vederlo che batteva le mani durante i pezzi musicali dei "Brandu", e poi rispondere allo stesso modo all'applauso del pubblico quando lo hanno presentato; vedere amici e vecchie conoscenze dopo tanto tempo; e infine portarlo in casa dopo che si era addormentato da solo in macchina come un bimbo grande, e constatare stamattina che si era svegliato una sola volta di notte.
Potevo chiedere regalo migliore?
Buon Natale!


Discover Sufjan Stevens!






martedì, dicembre 16, 2008

riassunto

Piove. Il rivolo d'acqua che mi veniva incontro mentre salivo su per Via Mompissano sembrava una scala mobile.

Sono ancora vivo, ma preso da mille impegni e cose a cui pensare. Ciò mi toglie l'ispirazione di scrivere, ma dietro le quinte la vita va avanti: Pietro fa progressi e ogni giorno ha in serbo una novità; si pensa ai regali; si continua a mangiare bene, ad ascoltare buona musica, a vedere bei film; si impara a sopportare i vicini di casa guardando avanti e reagendo solo quando proprio la situazione lo richiede; si fanno progetti per il futuro; ci si inquieta per quello stesso futuro, immaginando dove ci porterà la crisi economica mondiale; ci si inquieta, ci si indigna, ci si vergogna, ci si arrabbia per l'operato sempre più vergognoso e miope di questo governo, consapevoli del fatto che non sarà facile uscirne visto com'è ridotta l'opposizione; ma si spera anche in un futuro, in un'altra generazione; si radunano vecchie foto negli album, e ci si stupisce ancora a guardarle; si invecchia, e invecchiano gli altri intorno a noi; si continua il vecchio lavoro e si intraprendono lavori nuovi; si cammina sotto la pioggia lasciandosi suggestionare dalla musica.

Questo e altro si fa e forse nutrirà i post successivi. In caso contrario, ci si può accontentare di questo riassunto.

martedì, dicembre 09, 2008

god save Harry Belafonte

Freddo. Anzi no, freddissimo!

Ricordate il mio iniziale entusiasmo per alcune canzoni dello Zecchino d'Oro?
È passato qualche mese da allora. Nel frattempo ho comprato un cofanetto di tre CD con il "meglio" dello Zecchino. A parte il fatto che alcune scelte nella selezione dei brani mi sembrano abbastanza discutibili... bisogna fare due considerazioni:

1) Le canzoni vecchie erano decisamente migliori sotto tutti gli aspetti (non solo negli arrangiamenti, più complessi e suonati con strumenti veri, ma anche nei testi, decisamente più fantasiosi e originali).
2) A lungo andare, si corre il rischio di stufarsi decisamente, fino a odiare certe canzoni, specialmente se tuo figlio le vuole ascoltare a ripetizione (qualcuno abbatta quel Katalicammello!).

Al primo punto si ovvia ascoltando per lo più il primo CD più qualche perla del secondo.

Al secondo si ovvia cercando di insinuare qualcos'altro tra gli ascolti di tuo figlio. nella speranza che l'appassioni. E dopo alcuni insuccessi (dovuti principalmente alla mancanza di musica molto ritmata sui miei scaffali), sono finalmente giunto a un risultato: Pietro si è dato al "calypso"!


Discover Harry Belafonte!


venerdì, dicembre 05, 2008

sale

Ho una cuffia che mi copre le orecchie. Eppure il freddo passa lo stesso.

Ecco una foto di Pietro al mare. Il sale grosso e quello fino si sono rivelati una bella scoperta e un fantastico passatempo.
Difficile separarli a gioco finito, però.


giovedì, dicembre 04, 2008

zanzara: due anni dopo

La neve dura sui bordi delle strade diminuisce lentamente, giorno dopo giorno.

Ricordate questo post e quest'altro?
Ebbene, praticamente lo stesso giorno a due anni di distanza, stamattina trovo una zanzara in cucina. Stesso freddo di dicembre fuori casa, solo il luogo è diverso. Sì, perché allora stavamo nel nostro adorabile bilocale in Corso Verona a Torino, e solo a scriverne mi sale su per il naso quell'odore, quel calore, quella luce, le esperienze vissute lì dentro. Ne ho conservato un ottimo ricordo.
Ebbene, noto la zanzara. Ci penso un attimo. Poi l'ammazzo.
Con il tempo e l'esperienza si impara.
O forse si peggiora soltanto?

martedì, dicembre 02, 2008

effetti benefici

Mi è piaciuto camminare sotto il sole, con le strade umide per la neve che si scioglie, la cuffia in testa e, nelle orecchie, Heartbeats (dei Knife) cantata da Jose Gonzales.

La settimana scorsa siamo fuggiti per una settimana a Varazze. Un po' per prolungare gli effetti benefici del mare contro la dermatite di Pietro (che per ora va - incrociamo le dita - decisamente meglio). Un po' per cambiare aria noi. Sentivamo sia il bisogno di rompere le nostre abitudini (non nascondo che la mia nuova quotidianità mi fa mancare un po' la presenza di Pietro in casa, di giorno), sia la necessità di uscire da una certa atmosfera malsana che aveva pervaso le mura domestiche, per via di vicini maleducati e rumorosi. Avevamo bisogno di guardare la cosa dall'esterno per ridimensionarla, insomma... e ha funzionato. È stata una settimana bella e rilassante.
Certo, il tempo non era dei migliori. A parte venerdì scorso, era per lo più sereno, ma c'era un ventaccio... quindi abbiamo passato un sacco di tempo in casa. Il che rendeva un po' complicato il lavoro, visto che avevo Pietro nella stessa stanza, ma alla fine me la sono sbrigata lo stesso. Oltretutto, per una volta lavoravo con un leggero anticipo... o almeno non ero in ritardo con le consegne. Insomma, non abbiamo fatto nulla di particolare, a parte un giretto a Celle Ligure (molto carina, non me l'aspettavo)... ma siamo stati bene tutti e tre.
E ora si riparte, in questo paesaggio di neve che sembra lontano anni luce. Si riparte anche col blog, ma non come prima. Negli ultimi tempi sono stato davvero diligente e ho mantenuto più a lungo di quanto mi aspettassi il ritmo di un post per ogni giorno feriale... ma mi si prospetta un inverno lungo e intenso, e quindi mi vedo costretto a essere meno puntuale con i post nei prossimi mesi.



Discover José González!

lunedì, dicembre 01, 2008

mese di magra (ma non per gli sfigati)

C'è qualcosa di rigenerante in una giornata di sole dopo la neve, specie se si indossano degli scarponi che non fanno passare l'acqua.

Mese di magra anche per le chiavi di ricerca... a novembre poche e poco interessanti. Comunque sia, eccole qua.

1) brontosauro per bambini
2) canzone per uno sfigato
+
3) nuotare da sfigato
+
4) occhiali sfigato
5) confucio che pensava 9 volte prima di parlare
6) legumi concessi durante l'allattamento

sabato, novembre 29, 2008

mascalzone

La neve!

Lo so, sono un mascalzone. Me ne sono andato via per una settimana senza nemmeno avvisare. Pazienza, a rimetterci sarà il mio blog, non i miei lettori.
Nei prossimi giorni, un resoconto della permanenza al mare e qualche foto.

mercoledì, novembre 19, 2008

sconfitte

Che freddo, stamattina!

Negli ultimi giorni ho rallentato un po' il ritmo per vari motivi. Pazienza. Francamente non ho mai pensato di riuscire a mantenere a lungo il ritmo di un post per giorno feriale.
Altra sconfitta è quella sul fronte dei libri: ho piantato in asso Il dottor Faustroll. Non che mancasse di fascino, per carità, ma io quando la sera mi metto a letto voglio leggere qualcosa che mi trascini, e non che si faccia trascinare (questa credo sia più o meno una citazione di qualcuno ma non so di chi). Insomma, già faccio un mestiere di tipo intellettuale a cui si aggiungono mille cose a cui pensare... alla sera sento il bisogno di allentare un po' le redini. Per di più, io sono una persona che si distrae facilmente, per cui un libro del genere mi richiede uno sforzo di concentrazione notevole. Chi me lo fa fare, insomma? Più o meno per gli stessi motivi ho anche abbandonato dopo poche pagine la lettura successiva, che conto però di riprendere in tempi più tranquilli: Quer pasticciaccio brutto de via Merulana di Gadda.
Su consiglio di una mia amica mi sono quindi dato alla lettura di Una donna spezzata di Simone de Beauvoir... e le cose vanno decisamente meglio.

Ecco l'inizio:

"Lunedì 13 settembre. Les Salines
È uno scenario piuttosto ordinario quest'abbozzo di città abbandonata ai bordi di un villaggio e al margine dei secoli. Ho percorso una metà dell'emiciclo, ho salito la gradinata del padiglione centrale, e per un pezzo sono rimasta a contemplare questi edifici costruiti per fini utilitari e che non sono mai serviti a niente. Sono solidi, esistono, eppure il fatto di essere abbandonati li trasforma in un simulacro fantastico; di che cosa, non si sa. L'erba calda, sotto il cielo d'autunno, e l'odore delle foglie morte m'assicuravano che non avevo lasciato questo mondo, ma ero tornata indietro, nel passato, di duecento anni..."

venerdì, novembre 14, 2008

sognare come austin stevens

La mattina il piumone ti assorbe sempre di più.

È da parecchio che non parlo di sogni. Effettivamente, negli ultimi tempi li ricordo di meno al mattino, oppure non sogno niente di significativo. Ieri notte però ho avuto un brutto incubo difficile da dimenticare. Ho sognato che in casa era entrato un varano che sembrava provenire dritto da un documentario di Austin Stevens. L'animale si aggirava per la cameretta di Pietro, ma il nostro bimbo non c'era più. Era nascosto da qualche parte oppure l'aveva mangiato il varano? Non sapevamo come fare. Nel sogno, diversamente dalla realtà, i varani ingoiavano intera la preda come fanno i serpenti, quindi la mia speranza era che fosse ancora vivo, ma bisognava pur sempre catturare il rettile. Come in altre situazioni d'emergenza, è venuto Vaga ad aiutarci, e alla fine forse siamo riusciti a catturarlo e a imbavagliarlo con lo scotch, ma nel momento della verità mi sono svegliato.

Credo che tutto abbia origine da una canzoncina della mia infanzia che mi sono ricordato di recente, e che canto sempre a Pietro per farlo stare buono mentre lo cambiamo:

L'anaconda è un serpente
che ti avvolge lentamente
se ti avvolge l'anaconda
la tua vita è più gioconda.

mercoledì, novembre 12, 2008

un buon motivo per adorare i giapponesi

È buio e credo che piova. Ecco, il mio stato d'animo ora è così ma non vi sto a spiegare perché.

Parliamo di cose belle.
Da piccolo avevo una vera e propria passione per gli animali, in particolare per gli animali strani. Come quelli degli abissi o quelli preistorici. Ho passato la mia infanzia a leggere e rileggere la collana "Guarda e scopri gli animali", a collezionare le figure del WWF e tanto altro ancora.
Qualche tempo fa, su un libro che mia madre ha preso per Pietro, vedo uno strano essere preistorico che cattura la mia attenzione. Si chiama "Anomalocaris". Mi segno subito il nome su un foglietto per poi cercarlo su Internet con calma. Qualche settimana più tardi, trovo il foglietto in una tasca e mi decido a cercarlo. Leggo qualche notizia sulla strana creatura e poi provo a cercarne qualche immagine interessante con la funzione "immagini" di Google.
E cosa trovo?

UN ORIGAMI A FORMA DI ANOMALOCARIS!

Non ho altre parole se non: geniale.

martedì, novembre 11, 2008

le imperscrutabili doti dell'iPod

Sole frizzante.

L'iPod (o meglio, il mini iPod) è indubbiamente una grande invenzione, almeno per quanto mi riguarda. Piatto, comodo, leggero, capiente, di lunga durata, e innegabilmente sfizioso e bello a vedersi. È la coronazione di un sogno, per un adolescente che ha macinato centinaia di chilometri a piedi, in auto e in pullman con ingombranti walkman (via via meno ingombranti, però) che ti costringevano a riempire lo zaino di cassette. Cassette che si consumavano, frusciavano e ogni tanto immancabilmente si attorcigliavano. Quanti ricordi, però. L'avvento dell'auto-reverse, il clack che faceva quando lo chiudevi. E i paesaggi in scorrimento, deformati e riempiti dalla musica.
Poi c'è stato l'avvento del lettore cd portatile. A parte la qualità audio, in un certo senso un passo indietro, perché in tasca non ci stava manco morto e soprattutto saltava. Poi un lettore cd che leggeva anche gli mp3... non tanto meglio, e poi quello che avevo io consumava come un vampiro le pile, e non bastavano mai per fare andata e ritorno Canale-Torino.
E ora l'iPod... fatico persino a immaginarne una significativa evoluzione, anche se come sempre la tecnologia saprà superare la fantasia.
Ma la cosa che amo di più del mio iPod è che, sebbene lui non lo dica, secondo me ragiona anche e, con un occhio di riguardo per i miei gusti, si diverte a propormi delle scalette confezionate amorevolmente da lui. Mentre percorro gli otto minuti (in cui ci stanno in media due-tre canzoni) del tragitto casa-casa dei miei attivando la funzione "brani casuali", lui talvolta si ingegna a propormi delle passeggiate a tema.
Un esempio sono le passeggiate "monografiche", che ogni tanto capitano. Oppure una più elaborata passeggiata "cantautori", e allora infila uno dietro l'altro un pezzo di Brassens, poi De André e infine Dylan. Oppure la passeggiata "brani strumentali", durante la quale mi ha proposto in sequenza Yann Tiersen, Riccardo Tesi e Dirty Three. Oggi però ha superato se stesso, e mi ha composto una bella sequenza in "Be": Beatles (Eleanor Rigby), Beck (O Maria), Beirut (St. Apollonia).

lunedì, novembre 10, 2008

dottori, imperatori, lupi

Sole e un sacco di foglie secche.

Dopo aver finito il libro di Fo, mi sono buttato in un'altra lettura breve ma decisamente più faticosa: Gesta e opinioni del dottor Faustroll, patafisico di Alfred Jarry. Devo ammettere che, per quanto l'opera sia intrigante, vado a rilento. La scrittura è un po' troppo preziosa per i miei standard. Come al solito, qui in fondo c'è l'inizio (del secondo capitolo, però).
Prima però vorrei citare un altro bellissimo libro, che ho letto nei ritagli di tempo degli ultimi mesi. Si tratta di The Emperor and the Wolf, ovvero la biografia in tandem dei due più celebri nomi del cinema giapponese: Akira Kurosawa e Toshiro Mifune. A dispetto delle notevoli dimensioni dell'opera, è una lettura davvero scorrevole, appassionante e, nei capitoli finali, commovente. Fondamentale per ogni appassionato di cinema giapponese, anche perché l'autore non si limita a narrare le vite dei due protagonisti, ma si concede digressioni su tutti i registi, gli sceneggiatori, i tecnici e gli attori che hanno fatto da contorno al successo e all'insuccesso dell'Imperatore e del Lupo. Una lettura trasversale di una quarantina d'anni di cinema giapponese, dunque.

"Il dottor Faustroll nacque in Circassia, nel 1898 (il XX secolo aveva [-2] anni), e all'età di sessantatré anni. A quell'età, che conservò per tutta la vita, il dottor Faustroll era una persona di statura media, cioè, per essere esattamente veridico, di (8 x 10 alla decima + 10 alla nona + 4 x 10 all'ottava + 5 x 10 alla sesta) diametri di atomi; di pelle giallo-oro, con il viso glabro, salvo un baffi verde mare, uguali a quelli che portava il re Saleh; i capelli alternativamente, pelo per pelo, biondo cenere e molto nero, ambiguità biondo-rame cangiante con l'ora del sole; gli occhi, due capsule di semplice inchiostro per scrivere, preparato come l'acquavite di Danzica, con dentro spermatozoi d'oro..."

giovedì, novembre 06, 2008

orecchio di pietra

Cammino con l'ombrello anche quando non piove.



Agosto 2006, Siracusa
Nell'orecchio di Dionisio.

martedì, novembre 04, 2008

riflessioni sulla fauna locale

Il rumore della pioggia sulla finestra della mansarda, volendo, assomiglia un po' al crepitio di un caminetto.

Percorrendo ogni giorno a piedi la stessa strada, mi accorgo di quanti animali morti si alternino sullo stesso asfalto. Avevo già notato la morìa degli insetti tempo fa, se ricordate, ma devo dire che la cosa sta assumendo proporzioni notevoli e interessanti. Dopo le vespe, le cimici, le mantidi, i calabroni e le lucertole, l'altro giorno sono incappato in un bel ratto di fogna schiacciato.
Ma il bello è venuto oggi.
Lo giuro: ho trovato la carcassa di un gamberone in Via Mompissano.
D'accordo che piove un sacco, però...

lunedì, novembre 03, 2008

scritto sul miele

Adesso non piove, ma è decisamente novembre.

Come di consueto, ecco le migliori chiavi di ricerca di ottobre.

1) adamo linclon frasi
2) biografia del "coniglio testa di leone"
3) libro " scritto sul miele"
4) i conigli mangiano solo cavolfiori nell'orto?
5) immagini finti zaini con dei libri lettere musicali e una torta
6) odio la gente che mastica con la bocca aperta
7) porno nonne e nonni ciccioni
8) ragni trasportati dal vento
9) sono in gravidanza col pancione fatico ad andare in bagno
10) tuttifrutti fruttini cane
11) dolente o nolente
12) odio siae

domenica, novembre 02, 2008

kei (terza parte)

Piove. Avevo voglia di vedere un po' d'asfalto bagnato.

Non ricordo se ci siamo andati due o tre volte. L'ultima volta abbiamo portato a Kei Volume III e Canzoni di De André, visto che contengono delle cover di Brassens. Lui in cambio ci ha dato un CD in cui cantava degli enka. Non so se fosse davvero lui a cantare e come l'abbia registrato. Ci ha raccontato delle cose sul suo passato, ma non le ricordo. Ricordo solo le birre che lui apriva a sua discrezione e beveva al nostro tavolo, e le patatine un po' stantie. Ci disse che non era mai stato in Europa, nonostante la passione che sembrava nutrire per questo mondo esotico.
Ci siamo lasciati gli indirizzi, ripromettendoci di incontrarci in Italia pur sapendo che non sarebbe mai successo.


Agosto 2005, Koenji (Tokyo)
...E anche il bagno riservava qualche sorpresa. Minuscolo e tappezzato di foto di divi dei film d'azione giapponesi degli anni Sessanta.

sabato, novembre 01, 2008

kei (seconda parte)

Freddo. Come faranno, poi, quelle due tortore a starsene lì su un filo sotto la pioggia...

Nel minuscolo "Bistrot" non c'era nessuno a parte il gestore. Più che entrare in un locale per bersi un bicchiere, sembrava di autoinvitarsi a casa di qualcuno. Un piccolo televisore in un angolo proiettava videocassette di vecchi film in bianco e nero.
A dire il vero, un'altra persona oltre a noi l'abbiamo vista: una donna di mezza età che sembrava uscita da un film di Ozu. È arrivata da sola e si è seduta al bancone a mangiare qualcosa, scambiando appena qualche parola con il gestore. Una presenza silenziosa e composta, quasi eterea. Ho davvero avuto l'impressione di trovarmi in un'altra dimensione e in un altro tempo.




Agosto 2005, Koenji, Tokyo
1) Kei si siede al tavolo con noi. Capirlo mentre biascica mezzo brillo è un'impresa, ma è un tipo di compagnia.
2) Il locale e il bancone.

venerdì, ottobre 31, 2008

kei (prima parte)

Oggi camminavo sotto la pioggia con un ombrello dal manico a forma di cane preso in un negozietto di Osaka sette anni fa.

Per farmi perdonare di aver mancato all'appuntamento settimanale di ieri, questa volta vi propongo ben tre foto di viaggi, corredate di resoconto scritto e spalmate tra oggi e il weekend. Riguardano una delle tante esperienze vissute in Giappone ficcandoci per caso nei luoghi più nascosti. Io non sono una persona avventurosa, ma questa è la mia idea di viaggio, e trovo inappagabile il piacere di scoprire in libertà posti strani e sconosciuti, a dispetto della mia naturale timidezza.
Uno di questi è il locale di Kei, il "Bistrot". Si trova in una viuzza vicino alla stazione della JR di Koenji, luogo in cui ci recavamo in bici ogni giorno per andare a Shinjuku da casa di Yukiko. Un locale davvero minuscolo, che sembrava tutto fuorché un locale. Ricordava piuttosto la cucina di un appartamento incasinatissimo. Il frigo era un normale frigo da cucina. Il gilet di Kei era appeso al muro con un attaccapanni. Vecchi cuscini di lana (ed era agosto!) sulle sedie. Dischi, videocassette, libri, soprammobili: ovunque regnava un caos indescrivibile. Una tale quantità di oggetti stipati in ogni angolo di uno spazio così piccolo è qualcosa che ho visto e vissuto soltanto in Giappone. E dappertutto sulle pareti, foto e dischi di Georges Brassens e manifesti che ricordavano la Francia di un tempo.
Potevamo non entrare in un posto così?


Agosto 2005, Koenji (Tokyo)
Un brindisi tra Silvia e Kei. La birra l'abbiamo pagata noi, ma se l'è versata pure lui, oltre ad aprire bottiglie a sua discrezione.

mercoledì, ottobre 29, 2008

accidentale

Stamattina la strada era ancora bagnata dalla pioggia. Mi mancava, devo dire.

Dopo un piccolo intervallo durante il quale mi sono letto qualche fumetto arretrato, mi sono dato a un'altra lettura breve: Morte accidentale di un anarchico di Dario Fo. Un'opera teatrale piuttosto attuale, direi.
Eccone un breve estratto (questa volta non prendo il primo paragrafo):

[...]
MATTO Su, su con la vita, e tirate l'acqua... come si dice. Allegria, dottori!
QUESTORE Eh, parla bene lei... Nella nostra posizione... Le assicuro che c'è stato un momento in cui... quasi quasi, mi stavo buttando sul serio!
AGENTE Si stava per buttare? Di persona?
COMMISSARIO SPORTIVO Be', anch'io!
MATTO Vedete, vedete dottori, quando si dice il "raptus"! E di chi sarebbe stata la colpa?
QUESTORE Di quei bastardi del governo... e di chi sennò... che prima ti sollecitano... "reprimere, creare il clima della sovversione, del disordine incombente"...
COMMISSARIO SPORTIVO "Del bisogno di uno Stato forte!"
[...]

lunedì, ottobre 27, 2008

uno scovolino con due occhi sul muso

L'altro giorno, quando ho scritto questo post, credevo che grandinasse sulla finestra della mansarda, e invece era una gazza che ci camminava sopra. Oggi il cielo è grigio.

La mansarda a casa dei miei, dove lavoro adesso, è colma di vecchi ricordi. Come tutta la casa, del resto. Quassù tenevamo una vasca con dei girini raccolti in qualche pozza giù alla cava. Quassù ho passato interi pomeriggi a giocare ad Eye of the Beholder con mio fratello. Quassù venivo a studiare negli anni di liceo (visto che il tavolo della mia stanza era sempre troppo pieno di roba per poterlo usare). Quassù mi mettevo a cantare a squarciagola le canzoni dei Pink Floyd, di Nick Cave, di P.J. Harvey e dei Nine Inch Nails davanti allo specchio e con in mano un microfono spento.
Ma se si vogliono cercare ricordi più antichi, allora bisogna aprire la porta del solaio. Lì giacciono, immobili e polverosi, i frammenti sparsi di una vita comune sotto lo stesso tetto. Non so nemmeno bene cosa e quanto ci sia esattamente del mio passato e di quello della mia famiglia negli anfratti più inaccessibili, ma sono certo che, se passassi una giornata a frugare, rinverrei continuamente oggetti sopravvissuti alla mia memoria, e mi stupirei a ogni inaspettato ritrovamento.
Stamattina, dovendo andare in bagno e non volendo accompagnare quel momento di relax con qualcosa di troppo impegnativo, ho deciso di fare un tuffo nel passato, e sono andato a ripescare un vecchio numero di "Topolino". Credo di aver già parlato della mia infanzia passata a leggere "Topolino" a ogni ora. Così ho preso un numero a caso, sicuramente uscito negli anni Ottanta, e mi sono messo a sfogliarlo. Ho letto velocemente una storiella disegnata da Giorgio Cavazzano, il mio idolo di allora. Cercavo dettagli che potevano appartenere solo a quegli anni, ma in tutte le storie del volumetto mancavano riferimenti precisi al presente, il che in un certo senso le rendeva abbastanza universali e quindi non datate. Allora mi sono buttato sulla pubblicità. Ero certo che in quelle pagine avrei potuto cogliere lo spirito di quegli anni, visto come la pubblicità si plasma "sincronicamente" sul presente (o viceversa).
E infatti eccola lì: una pubblicità di Animillo, il magico vermillo.
Un vermicello rosso che sembrava uno scovolino con due occhietti incollati in cima, trainato da un filo di nylon. A suo tempo lo trovavo fantastico.
Ho capito che, sebbene fossimo i figli di un'era assai più prospera e consumista di quella vissuta dai nostri padri e dai nostri nonni, ci accontentavamo ancora relativamente di poco, allora.

venerdì, ottobre 24, 2008

in bocca al lupo

Cielo grigio chiaro. O forse avevo gli occhi appannati dal sonno.

Un in bocca al lupo sincero e un abbraccio a tutti gli studenti, ai ricercatori e ai docenti.
Fategliela vedere, a quei cani. A questo cane. E anche a questo qui.

P.S.: E un grazie, perché vi state battendo anche per la scuola che frequenterà Pietro.

giovedì, ottobre 23, 2008

3x1

Se camminando ti sembra che piova ma in realtà non sta piovendo, significa che hai gli occhi rigati?



1° Gennaio 2005, Marsiglia
Questa foto mostra tre cose:
1) Una donna dalle mille risorse.
2) Ivan, in un gioco di cornici, che non si sa bene cosa ci facesse in quel punto.
3) La gloriosa e ormai scomparsa macchina di Ivan (quella con la perenne brina sul tetto), compagna di tante avventure.

mercoledì, ottobre 22, 2008

confessioni (1)

Non fa poi così freddo, però accendere la stufa ogni mattina mi dà veramente piacere (solo se l'ho già preparata la sera prima).


Non ho mai imparato a usare il T9.


P.S.: Sì, lo so che come post è davvero misero, ma sono oberato di lavoro.

martedì, ottobre 21, 2008

coda tra le gambe

Qui marca pioggia, ma senza troppa convinzione.

Lo ammetto. Dopo aver pietosamente cambiato La canzone del lunedì in Una canzone ogni tanto, l'ho eliminata del tutto. So che non era un grande impegno, ma francamente non ho la costanza (anzi, la voglia) di cercare ogni settimana una canzone da inserire, e poi non stava nemmeno tanto bene e dubito che interessasse davvero a qualcuno.

lunedì, ottobre 20, 2008

cosa c'entrano i blonde redhead con la filologia cinese

Oggi fa più freddo. L'ottobre caldo giunge già al suo termine?

Il titolo del post di mercoledì scorso, in cui ho abbastanza pretestuosamente inserito il nome di un grande pensatore cinese, mi è stato suggerito da un ricordo riaffiorato proprio in questi giorni ascoltando Melody of Certain Damaged Lemons dei Blonde Redhead. Pensandoci bene, i ricordi riportati finora su questo blog si riferiscono quasi sempre all'infanzia, ma l'infanzia non è stata l'unica mia terra fertile di eventi memorabili. Gli anni del liceo, ad esempio, racchiudono una vera e propria mitologia inevitabilmente rievocata ogni volta che si vedono le vecchie conoscenze di allora. Ma anche gli anni dell'università sono stati anni carichi di bei ricordi: anni nei quali ho conosciuto amici poi entrati di diritto nell'Olimpo dei più cari, e anni nei quali mi sono spensieratamente divertito con Silvia e con i miei vecchi amici.
Il ricordo in questione riguarda un episodio strettamente universitario. E c'entrano appunto i Blonde Redhead, che ho sentito nominare per la prima volta in quell'occasione.
Credo che fosse verso l'estate del 2002, durante uno dei miei ultimi esami: filologia cinese. Un esame composto da una parte di traduzione dal cinese antico e di una parte di storia della filosofia. Un esame che non so bene per quale motivo fui costretto a inserire nel piano di studio visto che ero uno studente di giapponese, ma che si rivelò (a suo modo) interessante.
Dopo i pomeriggi passati a studiare a casa di Alice insieme a Mauro, con Yuki (il gatto di Alice) che si appendeva alle nostre schiene e frugava nei nostri zaini, eccoci al giorno dell'esame, che cadeva proprio durante la stagione dei concerti al Parco della Pellerina.
Il professore entra in classe e chiede subito: "Qualcuno di voi è andato a vedere i Blonde Redhead?".
Alice alza la mano.
Poi lui domanda ancora: "E Nick Cave?"
Questa volta rispondo: "Io".

-Come ti è sembrato?
-Bello, ma magari una quindicina di anni fa sarebbe stato meglio.
-Bravo. La pensiamo allo stesso modo.

Evvai! - penso - L'esame non poteva iniziare meglio!

Quando arriva il mio turno, il professore mi chiede:
- E qual è stato il pezzo migliore, secondo te?
- Mah, probabilmente The Mercy Seat.
- (scherzando) Che ne dici di un trenta?

Adrenalina alle stelle.

Poi però ho preso 27. La parte di storia della filosofia andò di per sé abbastanza bene, quella di traduzione dal cinese classico andò (OVVIAMENTE, aggiungerei) così così.
Ma probabilmente risultò determinante una mia risposta di filosofia. A un certo punto, il professore, forse ingraziato dalle nostre affinità musicali, mi chiese: "Qual è il tuo filosofo preferito?".
Io, che ero più interessato al taoismo e, in particolare, a Zhuangzi, gli risposi, con fare sicuro, qualcosa del tipo (ora non ricordo benissimo):

- ZHAOzi (e meno male che era il mio preferito).
- Lo sai cos'hai appena detto?
- ...No.
- Raviolo al vapore.
- Ah.

venerdì, ottobre 17, 2008

indennizzo

Una nebbia, uscendo di casa stamattina... e pensare che ieri pomeriggio ero in maniche corte...

Suona strano, ma ogni tanto (anzi, raramente) capita di ricevere qualcosa inaspettatamente senza dover dare nulla in cambio. Forse fa parte di una sorta di meccanismo di compensazione universale.
Ad esempio, ieri sono andato a raccogliere gli ultimi pomodori e seminare gli spinaci. Mentre sono lì che passo il rastrello, cosa noto vicino al ceppo di un noce? Un bel cespo di "famigliole". Alzo lo sguardo e mi accorgo che, vicino agli altri ceppi e ad alcuni alberi da frutta, ce ne sono parecchie Spuntano ogni autunno più o meno negli stessi punti, ma è il primo anno che ne vedo così tante. Soprattutto, è la prima volta che le prendo in tempo (spesso mi è capitato di trovarle già vecchie, dato che in questo periodo non vado molto spesso al ciabot).

Morale della favola: ho riempito tre cassette di funghi, lasciandone ancora qualcuno più piccolo che andrò a raccogliere oggi. Senza muovere un dito. Senza scomodarmi ad andarli a cercare altrove.
Credo che sia una specie di indennizzo per tutte le cose che ho seminato o piantato e che non hanno dato frutto.

P.S.: E non siamo stati male.

giovedì, ottobre 16, 2008

pesci

Lo stesso tempo di ieri.



Settembre 2008, Acquario di Genova
La mamma ci ha portati a vedere i pesci e i loro amici.

mercoledì, ottobre 15, 2008

un po' come zhuangzi e la farfalla

Siamo a metà settembre e il cotone la fa ancora da padrone.

In riferimento al post di lunedì... stamattina prendo la stessa via (non ci sono molte alternative, a dire il vero, a meno di non allungare il tragitto) e vedo in lontananza la stessa persona. La squadro mentre mi avvicino, affino la vista come faceva Manimal quando si trasformava in falco. Mi dico che questa volta sarà più facile capire, perché non ha più quei larghi occhiali da sole.

È la madre!
No aspetta, la figlia!
No, nessuna delle due!
Boh?!

Ad ogni modo, quando arrivo in corrispondenza, gonfio i polmoni ed emetto un sonoro "CIAO".

In definitiva, però, non ho capito chi fosse. Troppo giovane per essere la madre, troppo diversa per essere la figlia. Anzi, un po' diversa da tutte e due. Però era con la sorella della mia compagna di classe e se ricordo bene abitava proprio in quel punto, quindi tutto sembrerebbe condurre in queste due direzioni. E se fosse una zia, sorella della madre? Una zia, sì! Mi piace questa ipotesi.
Però... perché mi ha salutato l'altra volta, come se la conoscessi? Non mi sembra di aver preso io l'iniziativa, se non con lo sguardo.

Un momento... ci sono!
Forse è lei ad avermi scambiato per un'altra persona?

lunedì, ottobre 13, 2008

mi perdo in un bicchier d'acqua

Quel tempo che ti fa ancora piacere trovare quando esci di casa al mattino.

Stamattina, mentre camminavo da casa al mio nuovo "ufficio", sprofondato nell'intensa "Cioccolato I.A.C.P." degli Offlaga Disco Pax, incontro la madre di una mia compagna delle elementari. La saluto: "Salve". E tiro dritto per la mia strada.
Faccio una decina di metri.
Oh no.
Forse non era la madre della mia compagna delle elementari. Forse era proprio lei, la mia compagna delle elementari. Effettivamente era un po' che non la vedevo. Che figura di merda. Mi aggrappo alla speranza che il mio saluto sia risultato indistinto, visto che era la prima parola che dicevo in tutta la giornata e visto che già di norma non apro mai la bocca quando parlo. Sì, sarà andata sicuramente così. "Salve" sarà anche un saluto che non sa di niente, ma dopotutto ha il vantaggio di essere più o meno lungo come un "Ciao". Se invece avessi detto "Buongiorno," allora sì che... o forse no.
Sono rimasto lì, a camminare impantanato in questi dubbi fino a casa dei miei, mentre ormai 'iPod suonava per nessuno.

sabato, ottobre 11, 2008

mo' basta però

Prima maglia di lana. E a dire il vero non era nemmeno il caso.

Varazze è una città carina.
In particolare, mi piace la parte di budello che conduce al porto.
È bella la piazzetta con la chiesa e il ciottolato. Da quelle parti ho visto due fantastici vecchietti che suonavano l'organetto.

MA.

C'è decisamente un ABUSO di trompe l'oeil.

giovedì, ottobre 09, 2008

tempo

Devo dire che per ora il sole resiste bene, di pomeriggio.


A riguardare questa foto, mi sembra un po' di viaggiare nel tempo.
Novembre 2002, Asakusa (Tokyo)

mercoledì, ottobre 08, 2008

brivido

Questo post lo programmo. Vediamo se riesco a indovinare il tempo? Freddo e coperto con schiarita nel pomeriggio?


Scattata sulla Genova-Ventimiglia un paio di settimane fa. Non vi fa un po' impressione?

martedì, ottobre 07, 2008

malora

Tempo incerto.

L'altra settimana ho finito di leggere Il fattore umano (bello leggere qualcosa di non troppo lungo) e mi sono buttato subito su una lettura ancora più breve: La malora di Beppe Fenoglio.
Una lettura particolarmente emozionante, visto che abito a un passo dalle Langhe.

Ecco l'inizio:

Pioveva su tutte le langhe, lassù a San Benedetto mio padre si pigliava la sua prima acqua sottoterra.
Era mancato nella notte di giovedì l'altro e lo seppellimmo domenica, tra le due messe. Fortuna che il mio padrone m'aveva anticipato tre marenghi, altrimenti in tutta casa nostra non c'era di che pagare i preti e la cassa e il pranzo ai parenti. La pietra gliel'avremmo messa più avanti, quando avessimo potuto tirare un po' su testa.
Io ero ripartito la mattina di mercoledì, mia madre voleva mettermi nel fagotto la mia parte dei vestiti di nostro padre, ma io le dissi di schivarmeli, che li avrei presi alla prima licenza che mi ridava Tobia.
Ebbene, mentre facevo la mia strada a piedi, ero calmo, sfogato, mio fratello Emilio che studiava da prete sarebbe stato tranquillo e contento se m'avesse saputo così rassegnato dentro di me. Ma il momento che dall'alto di Benevello vidi sulla langa bassa la cascina di Tobia la rassegnazione mi scappò tutta. Avevo appena sotterrato mio padre e già andavo a ripigliare in tutto e per tutto la mia vita grama, neanche la morte di mio padre valeva a cambiarmi il destino. E allora potevo tagliare a destra, arrivare a Belbo, e cercarvi un gorgo profondo abbastanza.

lunedì, ottobre 06, 2008

preistoria

Bellissimo sole mattutino d'autunno.

Quello che segue non vuole essere una lucida analisi di un fenomeno, ma solo uno sfogo e nient'altro. Un flusso di coscienza ingenuo, banale e scontato quanto si vuole, ma d'altronde questo blog non ha nessuna pretesa di dire cose originali o di informare. Ho solo voglia di sfogarmi, da persona ansiosa e impulsiva quale sono.

Cerco di consolarmi dicendo a me stesso che no, non è vero che in Italia il razzismo sta aumentando rapidamente e a dismisura. Mi dico che forse, purtroppo, certi episodi sono sempre accaduti, e che semplicemente la stampa più o meno di sinistra ne dà ora maggior risalto portandoli a galla uno dopo l'altro per mettere in difficoltà il governo. Ma ovviamente anche in questo caso sarebbe ben magra consolazione, anzi.
Parma, Milano, Castelvolturno, Roma, e chissà quanti altri ancora.
Questa cosa del razzismo dilagante mi colpisce, mi ferisce e mi preoccupa. La percepisco come uno schiaffo al contesto in cui sono stato allevato, educato. Il contesto che conosco e che sono stato abituato a vedere, probabilmente ingenuamente, come qualcosa di reale e n continuo miglioramento. Da piccolo, confrontando il passato con il presente, mi veniva da ipotizzare un futuro sempre più privo di discriminazioni, e non solo razziali (l'intero discorso vale anche per l'omofobia, ad esempio). Invece ora è come se vedessi ogni giorno sgonfiarsi la bolla in cui galleggiano vividi i disegni che mostravano girotondi di bambini di ogni razza ai tempi dell'asilo, i discorsi sulla fratellanza e sulla solidarietà al catechismo, i moniti delle lezioni di storia a scuola. I valori che mi sono stati impartiti in tenera età e sui quali si basa quindi il mio modo di pensare e sentire vengono contraddetti quotidianamente dalla realtà. Mi chiedo che valori offrirà a Pietro il mondo che lo circonda.
Certo, a vivere nella provincia del nord Italia, ai commenti razzisti si fa un po' il callo, anche se cambia di volta in volta l'oggetto di discussione. Una volta erano i 'terroni', poi si è passati (facendo fronte comune nell'incapacità di stabilire dei nessi col passato) ai vari immigrati da paesi stranieri. Quando però da blande generalizzazioni si passa a commenti e considerazioni più pesanti, quando il disprezzo condito d'odio diventa argomento di conversazione quotidiana e, per finire, nei casi più estremi, si trasforma in violenza da parte della "brava gente" italiana e dei suoi figli, o ancor peggio delle istituzioni, allora salgono anche i sentimenti di rabbia, ansia, dolore, vergogna per il proprio paese. Ti accorgi che, per quanto ci sforziamo di crederci e autoproclamarci "tolleranti" e "accoglienti", dietro la maschera ci sono solo paura, diffidenza e disprezzo. Non italiani non siamo gli unici a essere razzisti, certo. E lo siamo tutti o quasi, dal nord al sud. Chi più, chi meno. Ma non sono certo scusanti.
Ogni tanto, qualche esponente del nostro governo, sempre che di nome non faccia Borghezio o Calderoli, si dichiara "indignato" per i gravi episodi di razzismo avvenuti di recente. Dice che i colpevoli saranno puniti. Subito mi dico Beh, meno male, è già qualcosa. Poi però mi sale il nervoso, perché penso: Sì, ma non fingete di dimenticare che un ruolo molto forte l'avete avuto VOI nell'alimentare un'acuta percezione di insicurezza e paura nella gente, gettando benzina sul fuoco con le vostre televisioni e i vostri giornali manipolatori della realtà e fomentatori d'odio (a proposito: qui ci sono due articoli di Mentecritica che riportano due esempi calzanti delle strategie operate da media populisti: 1 e 2 - Ma la propaganda xenofoba sa essere più sottile, accattivante, infida e martellante di così). Avete inventato il male e poi vi siete fatti eleggere proponendo l'antidoto, speculando sulle paure della gente e distogliendo l'attenzione da altri problemi e dai vostri affari. Bravi. Ora dovete rimediare. Non potete lavarvene le mani così. I morti e le violenze non vi pesano sulla coscienza? (evidentemente no).
Mi fanno venire l'ulcera. Per la strada o in rete, gli stessi discorsi. Giudicare una persona per le proprie colpe o i propri meriti individuali, e non per la propria provenienza, il proprio credo o il proprio colore della pelle, sembra qualcosa di fantascientifico. Ribadire che ogni individuo è responsabile delle proprie azioni e non di quelle di tutta la sua gente non viene giudicato come frutto di semplice logica, ma come "buonismo". Eppure, concetti come questi mi sembrano talmente elementari e scontati, che mi vergogno quasi a ribadirli.
Io non credevo che mio figlio sarebbe cresciuto nella preistoria.

sabato, ottobre 04, 2008

profezie

Aria fresca. Si salta nelle isole di sole per godere di un po' di calore.

Un giorno, camminando per Varazze col passeggino, qualcuno dal dehors di un bar mi ferma per fare i complimenti a Pietro. È una cosa che capita molto spesso, con un bambino. Le signore anziane si posano a stormi, a contemplare intenerite i piccini... se poi questi hanno gli occhi color del mare e un ciuffetto platino... (mi vanto un po', dai).
Tuttavia, non è così comune che a fermarti sia un trans con lunghi capelli neri e lenti a contatto azzurrissime. Abbiamo fatto due parole e, a un certo punto, commentando la stazza di Pietro, mi fa, con accento sudamericano: "Da grande farà il calciatore!".
Ecco, se un commento del genere proviene da una madama attempata che prende il fresco sul lungomare, fa un effetto. Se invece viene da un trans brasiliano con chioma corvina e occhi vitrei, allora il tutto assume un'aria vagamente esoterica, e suona un po' come una profezia.
Oddio, un figlio calciatore?! Non ero preparato a questo!

giovedì, ottobre 02, 2008

mattino

Oggi il vento staccava le foglie gialle dall'alto nei noci e le portava verso l'orto, ritmato dall'inconfondibile suono delle noci che cadono giù e rotolano tra il fogliame.




Gennaio 2005, Marsiglia
Si vagava per la città il mattino di capodanno. L'aria era tiepida, le ore passate a dormire poche. Probabilmente non era nemmeno mattino.

mercoledì, ottobre 01, 2008

baci veri e finti alieni

Stavo per citare di nuovo "October" degli U2.

Ecco le migliori chiavi di ricerca di settembre. Le prime due sono decisamente le migliori.

1) baci romantici(come fare)
2) costumi di carnevale alieno telecomandato
3) "chili con carne", "cosa vuol dire"
4) autori di musica trascurati
5) calabroni puzza
6) canzoni di odio per un amico o fratello
7) dell' orto alice 11 anni fan club
8) pantofole radiohead
9) sognare parenti morti mai visti di amici

martedì, settembre 30, 2008

insetti moribondi

Sole molto debole. Le foglie sono lì che si tappano il naso in attesa del tuffo.

Come già avevo fatto in maniera meno drastica lo scorso inverno, ho deciso di venire a lavorare a casa dei miei, in orari "d'ufficio". In questo modo potrò lavorare con maggiore serenità e, soprattutto, possiamo liberare una stanza da dedicare a Pietro, ora che sta crescendo. Un ulteriore vantaggio è che, facendo avanti e indietro a piedi, per quanto disti appena una decina di minuti, mi muovo un po' e prendo un filo d'aria.
E poi capita anche di vedere delle cose e trarne suggestioni.
Oggi per esempio, ho visto degli insetti dall'aria moribonda, per terra. Tutti in fila sulla mia strada, più o meno distanti l'uno dall'altro. Due vespe, un calabrone nero, una farfalla, una coleottero rosso a righe nere. Saranno i primi freddi?
Mi hanno fatto pena. E pensare che solo ieri ero terrorizzato da un calabrone in casa. Evidentemente la prospettiva cambia decisamente, a seconda che l'altro ci sembri inerme e inoffensivo o che ci sembri una minaccia (indipendentemente dal fatto che lo sia davvero , inoffensivo o una minaccia).

lunedì, settembre 29, 2008

ritorno

Eccomi a casa. Sebbene fossi ad appena un'ora e mezza di distanza, mi sembra di essere approdato in un altro paese, in un altro emisfero. Qui a Canale è autunno. Lo senti nell'aria, nella luce, sulla pelle. Metti il piumone e ne resti sotterrato, e al mattino è difficile uscirne. Rieccomi qui con i commenti sul tempo, che probabilmente si ripetono anche un po', ciclicamente parlando, ma d'altronde è così che funzionano le stagioni. 

Come avete visto sono stato di parola, e il blog ha funzionato lo stesso durante la mia assenza. Anzi: direi che ha funzionato meglio ancora. Quindi, paradossalmente, ora che sono qua non aspettatevi più un post al giorno (tra l'altro ho anche qualche problema con l'adsl e quindi sto scrivendo con il credito residuo della mia chiavetta, che fortunatamente qui viaggia decisamente meglio). Comunque, forse dovrei programmare sempre i post. Mah. Per ora inizio a programmare le foto di viaggi ogni giovedì (un giorno a caso).
Per il resto, ho già qualche idea per il futuro del blog, ma per ora è tutto top secret anche perché non so se avrò la costanza per sviluppare e portare avanti ciò che ho in mente.
Un grazie ad Alice (e un grande in bocca al lupo, ovviamente) e Riki per i post sul tempo. Appena ho un secondo di tempo li inserisco nei post. E un grazie anche a tutti quelli che avrebbero voluto scriverne.
Un abbraccio!

venerdì, settembre 26, 2008

debellare i gechi: perché?


Da quando ho parlato di gechi sul blog, un sacco di gente capita su Strange Weather digitando chiavi ricerca tipo "debellare i gechi" o "come eliminare i gechi".
Francamente sono caduto dalle nuvole: proprio non me l'aspettavo che dei rettili che ho sempre ritenuto simpatici fossero in realtà tanto odiati. Io credevo che si comportassero grosso modo come le lucertole, e che quindi fossero animali innocui e schivi che si fanno gli affari propri e si nutrono di insetti (cosa che dovrebbe renderli graditi a noi esseri umani, in teoria). Mi sbagliavo?
Spinto solo da pura curiosità (e non da spirito polemico, sia chiaro!), dato che conosco poco questi rettili, vorrei chiedere quindi spiegazioni ai prossimi che capiteranno qui con intenti gechicidi: perché eliminare i gechi? Sporcano? Sono velenosi? Abitate in una zona in cui sono decisamente troppi?
Grazie delle risposte!

giovedì, settembre 25, 2008

tonnara


Agosto 2006, Riserva di Vendicari (Sicilia)
Lucertole al sole
nella tonnara

mercoledì, settembre 24, 2008

diari dell'orto 4 - appunti per il futuro


Un motivo per cui mi dispiace restare tanto tempo via da casa è che non posso tenere sotto controllo il mio orto. A maggior ragione d'estate, quando il lavoro dà i suoi frutti e le erbacce imperversano. Ora che siamo approdati a settembre sono un po' più tranquillo... l'erba non cresce più così furiosamente, quasi tutto ha già dato i propri frutti, mentre per i cavoli è ovviamente presto.
La maggior soddisfazione di quest'anno sono stati forse i pomodori: belli, grossi, rossi, morbidi e succosi. Tanto non mi piacciono gli insipi e duri pomodori del supermercato, tanto adoro i carnosi "cuori di bue" dell'orto. Anche quand'ero piccolo e si faceva la conserva con i nonni era bello morderci dentro mentre li si pelava. Sembrava davvero una specie di carne.
Al secondo posto sta il primo turno di zucchini. Tanti da far venire la nausea, e molti sono finiti nelle zuppe di Pietro. Il secondo turno invece mi sta deludendo... le piante sono belle ma i frutti miseri.
Al terzo posto stanno i peperoni piccoli verdi. Le piante sono davvero rigogliose, non hanno dato molto lavoro e hanno fatto una grande quantità di peperoni dolci e gustosi. Io non sono un fan dei peperoni, però questi li mangio volentieri. Il prossimo anno magari ne pianto di più.
Al quarto posto ci sono le patate. Ne ho piantate meno degli altri anni e di conseguenza ho anche raccolto di meno, ma hanno comunque dato i loro frutti.
Al quinto posto ci sono i fagiolini gialli. Dopo un po' stufano, ma non posso proprio lamentarmi. Invece quelli verdi che ho piantato in un secondo tempo hanno un sacco di foglie ma per ora producono poco. Sarà che ultimamente ha fatto caldo senza che piovesse un granché. L'anno prossimo sarà meglio piantarli prima.
Al sesto posto ci sono i fagioli. Pochissimi ma molto buoni i borlotti. Non molti ma sempre buoni i cannellini. Non so perché siano nate così poche piante. Forse è stata colpa del fatto che primavera ed estate sono partite in ritardo. Forse dovevo buttare più semi nel solco. Ma non demordo. Quest'anno è stato un po' un esperimento per me, ma l'anno prossimo sarò più agguerrito. Adoro i fagioli... d'altronde, le fagiolate alla Bud Spencer sono la mia specialità culinaria.

Passando alle delusioni, invece...
Melanzane: troppo piccole quelle nostrane. Quelle nane giapponesi sono nate troppo tardi (colpa mia) e ora hanno le foglie divorate dalle dorifere. Che sia un insetto dall'aria così indolente a farti fuori il frutto di pazienza e fatica è davvero scocciante.
Piselli: come ho già detto, non si sono fatti vedere, ma non ho pianto la loro mancanza.
Insalata: è nata, ma poi non l'ho più guardata perché era troppo amara per i miei gusti, e così 'ho lasciata crescere a dismisura. Sono stato ingiusto con lei, lo ammetto.

Infine i non ancora pervenuti:
Peperoncini rotondi: belle le piante ma anche in caso i frutti stanno iniziando a nascere solo ora.
Peperoncini lunghi: la pianta sfigata è cresciuta piccola ma folta. Meno male, ce l'avrei avuta sulla coscienza. Vedremo se è ancora in tempo per produrre qualcosa.

martedì, settembre 23, 2008

giganti


Luglio 2002, Consuegra (Spagna)
Silvia con un gigante sullo sfondo.

lunedì, settembre 22, 2008

gioco: trova il particolare che non c'entra



Ma a voi non sembra che ci sia qualcosa che stride nell'etichetta qui a sinistra?

giovedì, settembre 18, 2008

belva


Luglio 2005, Harajuku (Tokyo)
Quel posto non mi convince...

mercoledì, settembre 17, 2008

il popolo di dio e della partita iva



Ma per fare la suora occorre aprire la partita IVA?

No, perché l'altro giorno sono andato in un magazzino che vende articoli di cancelleria solo ai possessori di P.IVA, e ho visto una suora che comprava lì.

martedì, settembre 16, 2008

fantocci


Agosto 2005, Yufuin (Giappone)
Falò sul fiume al suono di flauti e tamburi durante una festività locale. Si bruciavano fantocci di paglia.

lunedì, settembre 15, 2008

sally e il quartino

Vien l'autunno sospirando
sospirando alla tua porta,
sai tu dirmi che ti porta?
Qualche bacca porporina,
nidi vuoti, rami spogli,
e tre gocciole di brina
e un pugnel di foglie morte.
(grazie ad Alice)

Ogni tanto, quando devo guardare Pietro mentre Silvia ha da fare, mi metto con lui sul pavimento del salotto e prendo uno strumento... il quartino, l'armonica a bocca oppure un flauto. A Pietro piace soffiare negli strumenti, e la cosa mi fa piacere. A volte se suono qualcosa col quartino, lui afferra il flauto di propria iniziativa e si mette a soffiarci dentro. Con questa scusa, ho ripreso a suonicchiare... abitudine che mi ero lasciato alle spalle da tempo. Soprattutto il quartino, non lo suonavo dai tempi del liceo. Intendiamoci, non sono un granché... per quanto ami la musica, purtroppo non mi sento molto portato per gli strumenti. O forse chissà, è solo mancanza di impegno e costanza.
Sì, lo ammetto, più o meno consciamente cerco di rifarmi un po' con Pietro.
Comunque mi diverte suonare. Negli ultimi tempi mi dedico spesso a riprodurre a memoria la canzone di Sally in Nightmare Before Christmas. Sono poi andato a cercarla su Deezer per memorizzarla meglio, e ho scoperto che ne esiste anche una versione cantata da Fiona Apple. Pensa un po'.
Ne approfitto per provare a inserirla direttamente nel post, sempre tramite Deezer.
Carina, anche se devo dire che la versione della colonna sonora italiana del film è la mia preferita... sarà che ormai sono affezionato a quella.


Discover Fiona Apple!


venerdì, settembre 12, 2008

lettere dal fronte 4

Stanotte ha fatto un acquazzone con grandine e temporale. I tuoni quasi quasi non si sentivano, così forte era il rumore della grandine che scendeva.
(grazie a Riki)


Ecco una lettera spedita dallo zio Giovanni al fratello Bartolomeo, mio bisnonno. Purtroppo alcune cose, come la data, non sono riuscito a decifrarle.

Caro Bartolomeo
Da molto e moltissimo tempo che sono in attesa di tue buone notizie. Ma spetta un giorno e spetta un altro ma la mia aspettativa e invana. Ma caro fratello credo che questa volta appena avrai ricevuto questa mia credo sarai tanto gentile di rispondermi dandomi tue notizie, cosa fai e come stai. Credo che della carta da scrivere te ne potrai trovare. Ti scrivo quello perche ne trovo io qui al fronte e per quello che dico sono circa 40 giorni che ti trovi soldato nemmeno un saluto e ben poco non me lai ancora mandato che io tanto desidero di averlo non ti pare vero? Io non ti dico quello sullo scopo che non ti ricordi di me io son fin troppo persuaso che tu mi ricordi ore per ore, ma la questione e quella che ti lasci trascurare un po troppo a scrivere e io e per quello sto in pena sarebbe per me un piccolo scritto e son piu tranquillo. Allora scusami se ti scritto in questa maniera, perche secondo me mi pare di non aver torto, scrivimi che io possa dargli tue buone notizie a chi li desidera, perche bisogni che sappi che Antonio Ferrero mi a scritto e voleva sapere tue notizie ma non le o potuto darle, e poi tanti altri. Passando a darti mie notizie ti posso dire che ringraziando il buon Dio la mia salute e ottima come pure spero che sia per te ugualmente. Altro per ora non sarei a dirti tutti i giorni che gli fa una nevicata, il freddo non manca e stiamo qua aspettare se mi vogliono mandare in licenza come avevano promesso di mandarmi e credo di andare passando un mese. Se vado in qualche maniera studiero di passarti trovare almeno un giorno, io o tanti amici che sono vicino a Cuneo quando adaranno li mandero se sei a Cuneo ancora. Per ora non so cosa raccontarti mi riservo di scriverti quando sarai casa di nuovo e nel frattempo scrivi un mondo di saluti.
e Credimi Sempre il tuo Adorato Fratello Giovanni.
Salutami tutti i tuoi Amici di Canale.

giovedì, settembre 11, 2008

zaini


Agosto 2006, Riserva di Vendicari
I nostri zaini prendono il sole

mercoledì, settembre 10, 2008

buon vecchio scaffale



Come forse qualcuno di voi saprà conoscendomi personalmente o seguendo il blog, io colleziono solo due cose:

1) CD
2) Lattine vuote del caffè Boss (grazie a Mauro e Riki per avermi portato le ultime novità!)

Mi riprometto un giorno di raccontare le circostanze in cui è nata la mia piccola collezione di lattine e mostrarvele tutte (devo solo trovare il modo di fotografarle in maniera decente). Ora pensiamo ai CD.
Colleziono CD perché sono sostanzialmente incapace di vivere senza musica. Qualsiasi azione, anche la più veloce e insignificante, mi annoia se nel frattempo non ascolto qualcosa. Ma anche di questo parlerò un'altra volta.
Torniamo ai CD. Nell'era dell'mp3 in realtà non sarebbe necessario comprare materialmente dei CD, ma io ho bisogno di legare a un oggetto concreto la mia passione. Tempo fa, avevo letto non so più dove un articolo in cui l'autore sosteneva che a questo punto, se i Radiohead fanno uscire i loro album in formato mp3 su Internet, tanto vale che chi vuole per sé l'oggetto-album ritorni al vinile. Effettivamente, il vinile offre al collezionista i suoi vantaggi rispetto al CD: è più grande, quindi offre un maggiore spazio per la copertina e per i testi; è innegabilmente più bello; non ha una copertina in plastica che si righi o si rompa (dannati dentini!); probabilmente sul lungo periodo si rivelerà un supporto/oggetto da collezione più longevo del CD proprio in quanto ha una storia più lunga alle spalle ed è quindi legato a un immaginario collettivo più di quanto non lo sia il Compact Disc. Invece il CD fa ancora parte dell'evoluzione tecnologica in corso, e quindi potrebbe venire presto soppiantato come è stato per le audiocassette.
Sì, ma: 1) io non ho un giradischi; 2) trovare i CD è sicuramente più semplice; 3) non dico che oggigiorno sia impossibile farlo anche con i dischi, ma non ho dubbi sul fatto che sia più comodo mettere un CD sull'Ipod o comunque trasformarlo in mp3 per ogni evenienza. Poi francamente mettersi ad ascoltare degli mp3 con i fruscii farebbe un po' ridere. E poi ricordate? Un tempo si diceva addirittura che i CD fossero indistruttibili. Il mio amico Rambo, fiducioso di ciò, li lanciava tipo freesbee in classe, quando facevamo il liceo. Purtroppo era solo una leggenda. Come quella che annovera, tra i vantaggi del CD, il fatto che volendo ci puoi anche tagliare il salame. Però come specchio d'emergenza funziona discretamente.
Per questi motivi mi accontento dei CD e li colleziono. Che poi collezionare è una parola grossa. Semplicemente, compro i CD che mi piacciono, non appena raggiungono la soglia dei 10,99 euro (mi concedo strappi superiori solo in occasioni particolari). In tutto ciò, l'unico aspetto che può vagamente ricordare una vera e propria collezione è il fatto che ultimamente, alla veneranda età di trent'anni, ho iniziato a trattarli in maniera più ordinata rispetto ai miei standard (che prevedono CD ovunque e immancabilmente nella custodia di un altro CD) e mi piace vederli tutti in fila in ordine alfabetico.
E qui veniamo al nocciolo del discorso: quant'è difficile trovare un mobile o uno scaffale adatto a contenere i CD in questo modo? Eh sì, perché se vuoi tenerli in ordine alfabetico (o in qualsiasi altro ordine), devi per forza sistemarli su una certa larghezza. Non puoi metterli qui dentro per poi spostare i CD di ogni scomparto fino all'ultimo ogni volta che compri un CD degli Ardecore o dei Beatles. E tantomeno puoi metterli dentro il classico porta-CD, perché altrimenti devi spostarli tutti singolarmente ogni santa volta!
Le librerie sono troppo profonde e hanno i ripiani troppo alti, quindi risultano ingombranti rispetto ai CD che possono contenere. Metterli su due file? Che esposizione sarebbe? E poi chi me lo fa fare di andare a cercare ogni volta quelli della fila dietro? Riempire la casa di mensole? Seee...

Insomma, io ci ho provato a cambiare lo scaffale che, a dir tanto, Silvia avrà pagato un euro al Balon ai tempi dell'università. Dà l'impressione di essere traballante e i ripiani sono costituiti da lamiere di ferro applicate in un secondo tempo, quindi ci preoccupava un po', ora che Pietro si tira su e inizia a fare qualche passo. Ma abbiamo fatto qualche prova e risulta ben più solido di quanto sembri (impossibile tirarlo giù dal basso e con una forza anche superiore a quella di Pietro).
E meglio di quello per ora non abbiamo trovato.

martedì, settembre 09, 2008

biciclette


Agosto 2005, Ibusuki (Giappone)
Le nostre biciclette riposano sul lungomare

lunedì, settembre 08, 2008

"tempo d'estate. io vado al mare, voi che fate?"

La prossima volta che scriverò del tempo, ci sarà un sole meno caldo di quello di oggi.

Domattina torniamo al mare per un periodo indefinito di tempo, quindi potrebbe rivelarsi di nuovo complicato aggiornare il blog. Questa volta, però, Mapomo è stato previdente e ha preparato un po' di post in anticipo, in modo da garantire la continuità fino al 26. Li programmerò in modo che vengano pubblicati ogni lunedì, mercoledì e venerdì. Il martedì e il giovedì, invece, pubblicherò vecchie foto di viaggi che mi spiace tenere nel cassetto (ovvero nell'hard disk), cosa che continuerò a fare a ritmo di una alla settimana una volta tornato dal mare.
Il problema è che, dovendo programmare i post in anticipo, non potrò inserire il commento sul tempo iniziale. E Strange Weather non sarebbe tale senza il suo puntuale commento sul tempo. Sono stato tentato dall'idea di improvvisare previsioni basate sulla fantasia, sul caso o sulla speranza, ma poi ho pensato che sarebbe più bello chiedere a voi un piccolo contributo.
Mi farebbe davvero molto ma molto piacere se i lettori di Strange Weather postassero nei commenti una frase sul tempo. Avete la massima libertà d'azione. Commenti e impressioni personali, freddi bollettini, haiku, poesie, canzoni, citazioni di romanzi... vale tutto, purché esprima come sono il cielo e la giornata. L'appello ovviamente è rivolto non soltanto ai soliti quattro o cinque commentatori di fiducia, ma anche e soprattutto a tutti gli eventuali lurker e visitatori occasionali.
Ovviamente, al mio ritorno sposterò i commenti all'inizio dei post.
Grazie!

venerdì, settembre 05, 2008

il bimbo venuto dal nord

L'estate sembra non volerci abbandonare. Ma non convince. Per quanto ne so, le ultime trenta volte l'autunno è sempre arrivato, alla fine.

Pietro parla sempre di più. Ma parla una lingua strana, più simile al tedesco che all'italiano. Anzi, ogni tanto si direbbe proprio una lingua nordica.
Il che spiegherebbe i capelli biondi e gli occhi azzurri.
Quel bambino non me la conta giusta.

mercoledì, settembre 03, 2008

coerenza

Di nuovo sole, ma abbiamo scavalcato il mese, ed eccoci a settembre.

Quando facevo prima liceo, iniziai ad appassionarmi ai Pink Floyd. Partendo da The Wall, divenni nel giro di un paio d'anni un grande fan del gruppo, e mi procurai in breve tempo gran parte dei loro CD. Col tempo i gusti cambiano un po' e si conoscono cose nuove, quindi ora i Pink Floyd non occupano più lo spazio che un tempo occupavano nella mia vita "musicale", ma ovviamente continuano a piacermi, e ascolto sempre volentieri album come Animals (forse il mio preferito - giusto la settimana scorsa ho messo Dogs come canzone del lunedì e, ovviamente, la potete trovare al fondo della lista del player). Come molti di voi sapranno, la storia dei Pink Floyd è abbastanza articolata, e il gruppo ha avuto sostanzialmente tre leader: Syd Barrett (che non solo ha fondato il gruppo, ma che è anche stato il protagonista del primo post di questo blog), Roger Waters (che ha preso le redini dopo l'abbandono del primo per tutta la durata del loro periodo d'oro) e infine il chitarrista David Gilmour, che ha assunto il comando dopo la dipartita di Waters, che da Animals in avanti aveva iniziato a fare un po' il dittatore. Ora, io sono sempre stato sostanzialmente un watersiano che serbava un grande affetto per Syd Barrett. Ciò significa che ascoltavo anche gli album solisti di questi due (nonostante Waters non abbia combinato un granché da solo, a parte il bello seppure un po' datato Amused to Death), ma non mi sono mai e poi mai azzardato ad ascoltare i dischi dei Pink Floyd successivi all'abbandono di Waters. Sì, ero un po' infantile e discretamente fondamentalista in questo. Un po' come quando ho aspettato almeno un paio di anni prima di vedere il remake americano di Ring. Non so, ma non mi andava proprio. Consideravo i Pink Floyd di Gilmour un esproprio, una cosa che non aveva ragione di esistere.
Ora che sono passati un po' di anni, mi rendo conto di essere stato un po' troppo severo con il chitarrista, che è stato in gran parte artefice delle sonorità del gruppo nonché l'interprete di alcuni dei loro pezzi più memorabili, per quanto Waters fosse la "mente" che condizionava pesantemente gli album degli anni Settanta. E poi devo dire che, quando ho assistito quasi per caso, durante un compleanno di Vaga e Giuppy, alla loro reunion in occasione del "Live 8" sul maxi-schermo di un pub, mi sono commosso.
Così oggi, visto che Deezer mi dava finalmente l'opportunità di ascoltarlo liberamente e senza impegni, mi sono deciso a vincere la mia ritrosia, e ho messo su The Division Bell, album che al tempo della sua uscita sbeffeggiavo largamente pur non avendolo mai sentito...

È UNA LAGNA.

Ho fatto bene a scartarlo per tutto questo tempo.

lunedì, settembre 01, 2008

boh? prova con dei rideaux fiorati

Cielo grigio su. Tra poco ci toccherà accendere la luce di giorno?

Come di consueto, in ordine semi-sparso (la mia preferita è la prima), la classifica delle migliori chiavi di ricerca di agosto.

1) arredamento per sala travaglio
2) animale pericoloso da 5 lettere
3) cerco video o foto di gente deformata
4) cervo ligure fantasmi
5) dinosauri più cattivi del mondo
6) film fantastici sui gufi
7) foto strane palle giganti
8) ho ammazzato tre zanzare
9) le donne incinte fanno molta pipì
10) quale è la harley davidson più rumorosa

domenica, agosto 31, 2008

come faranno le loro mamme?

Cielo nuvoloso inaspettato. Meno male che, pur avendo scritto in anticipo il post, ho lasciato lo spazio vuoto per il commento sul tempo.

Ho un ricordo di quand'ero piccolo piccolo. Mi sembra che fossimo davanti alla finestra del bagno. Ricordo le piastrelle blu scuro e le tende bianche. C'era un ragno, e io stavo per ammazzarlo, quando mia madre mi disse qualcosa del tipo: "Poverino, non pensi alla sua mamma? Come farà, quando non lo vede arrivare?". Credo che questo concetto mia madre l'abbia ripetuto più volte, tanto da imprimerlo a fuoco nella coscienza. Ancora oggi, cerco di evitare di ammazzare qualunque essere, e se lo faccio per sbaglio o per "necessità", provo sempre un senso di colpa, una sorta di malessere, per quanto minimo. Se da bambino o da adolescente ho ammazzato degli insetti per "diletto", mi vergogno a ricordarlo.
Eppure, mentre eravamo a Varazze, provavo viva soddisfazione ad ammazzare le zanzare tigre che ci massacravano di morsi.
Sono cose che fanno riflettere.

venerdì, agosto 29, 2008

piccoli rimpianti

Un altro mattino di sole. Peccato che sia sveglio dalle 4:30 (e non per colpa di Pietro).

Il pomeriggio dell'ultimo giorno al mare, visto che al mattinoPietro si era dimostrato sì restio come al solito ad entrare in acqua, ma non tanto da piangere e, anzi, aveva addirittura accennato dei sorrisi, abbiamo deciso di portarlo a fare un ultimo fugace bagnetto. Mentre eravamo tutti e tre in acqua, vediamo apparire un testone che faceva facce buffe in direzione di Pietro. Apparteneva a un omone afroamericano e devo dire che faceva il suo bel strano effetto, vederlo comparire in acque liguri, tra anziane madame e bimbetti.
Abbiamo scambiato due parole. Lui mi dice che non oltrepassa quel punto perché non sa nuotare. Io gli rispondo che anche per me è lo stesso, e mentre parlo mi rendo conto di quanto è arrugginito il mio inglese parlato. E già, perché se scrivere e soprattutto leggere in inglese fa parte della mia quotidianità, francamente non ho molte occasioni di parlarlo. Ma le occasioni basterebbe crearle, no? Vabbè, io sono impedito a parlare anche in italiano. Comunque gli chiedo di dov'è e lui mi dice che viene da New York, ed era lì con qualche amico genovese. Non sapendo che altro dire, vado da Pietro.
Tornati in spiaggia, ci siamo incontrati nuovamente. Il newyorkese e i suoi amici italiani stavano proprio sull'asciugamano accanto al nostro. Era un tipo simpatico e faceva un sacco di complimenti e facce buffe a Pietro. Una di quelle persone che ci sanno fare con i bambini, insomma.
Comunque, gli chiedo se posso scattare una foto di loro due insieme. (la vedete qui accanto... Pietro non era del tutto convinto). Lui acconsente felice della cosa. Poi vanno via, ci si saluta, e finisce lì.
E io rimango a pensare. Mi dico che sarebbe stato carino se gli avessi chiesto l'indirizzo email per mandargli la foto. Mi dico che, di già che c'ero, potevo anche conversare un po' di più. Idealmente mi fa piacere incontrare persone di ogni parte del mondo, così come italiani di ogni parte d'Italia. Sono orso sì, ma non sono un misantropo . Mi incuriosiscono gli altri. E invece no. Mi fermo sempre prima e spreco queste occasioni. Perché essenzialmente sono una persona timida. E perché temo sempre di parlare a sproposito. Alla fine, mi dico che forse non ne vale la pena. Questo aspetto di me mi secca particolarmente. Ci sono tanti aspetti della nostra personalità che non ci garbano. Col tempo, li si accetta. Io poi sono pieno di difetti: sono smemorato, disordinato, non so parlare, sono ansioso, pauroso, ecc ecc. Questo però è uno degli aspetti che accetto di meno.
Nel profilo qui a fianco ho scritto che vorrei morire come il suonatore Jones, con "ricordi tanti e nemmeno un rimpianto". Però mi accorgo che, in realtà, il mio carattere mi porta a vivere di tanti piccoli rimpianti.

mercoledì, agosto 27, 2008

addio cavaliere dalla trista figura

Siamo ad agosto e c'è il sole, ma chissà perché, quando vado al ciabot sento più vicino l'autunno.

Nel corso del mio soggiorno varazzese ho finalmente terminato la lettura di Don Chisciotte.
Anche se ho inframezzato i due volumi con La strada, è passato davvero un sacco di tempo da quando l'ho iniziato. Non solo a causa della sua lunghezza (sono quasi 1200 pagine), ma soprattutto perché non sempre riuscivo a leggere alla sera, e quando ci riuscivo spesso mi si chiudevano gli occhi dopo poche pagine. La colpa non è ovviamente del romanzo, che è assolutamente fantastico e geniale (e come potrebbe essere altrimenti?), quanto della mia stanchezza serale. Ad accelerare e rendere più godibile la lettura, sono stati il viaggio in treno da solo a Udine lo scorso gennaio, e le varie "vacanze" al mare e in montagna. Quando sono via da casa riesco a leggere di più. Non solo alla sera, ma anche in bagno, perché normalmente a casa leggo manga o riviste, quando sono in bagno.
E adesso, com'è naturale dopo tutto questo tempo passato insieme, sento un po' la mancanza delle follie dell'hidalgo e dei proverbi di Sancio.

Ora, giusto per leggere qualcosa di completamente diverso, ho iniziato Il fattore umano di Graham Greene, che avevo acquistato tempo fa sull'onda dell'entusiasmo dopo la lettura de L'americano tranquillo.
Ecco, com'era di consueto, l'inizio:

Da quando, oltre trent'anni prima, era entrato a far parte dei Servizi come giovane recluta, Castle era sempre andato a fare lo spuntino di mezzogiorno in un pub dietro St James's Street, non lontano dall'ufficio. Se gliene avessero chiesto il perché, avrebbe citato l'ottima qualità delle salsicce; come birra, avrebbe forse preferito una marca diversa dalla Watney's, ma la qualità delle salsicce faceva passare questo ultimo particolare in secondo piano. Castle era sempre in grado di dare conto delle proprie azioni, anche le più innocenti, ed era immancabilmente puntuale...

lunedì, agosto 25, 2008

un vero sfigato

Cielo sereno. Le lenzuola di notte non bastano più.

Il mio primo incontro col mare di Varazze, il giorno successivo al nostro arrivo, è stato piuttosto turbolento, e ha vinto lui.
Chi come me è miope e porta gli occhiali forse mi capisce: non è per niente bello il senso di smarrimento che si prova quando, per entrare in acqua, si è costretti a togliere gli occhiali. Così, da autentica volpe, mi dico: vabbè, per ora faccio una capatina in acqua senza entrare con la testa, giusto per prendere confidenza con il mare... non è il caso di togliere gli occhiali.
SPLASH
Sbattuto a riva dalla prima ondata un po' brusca, presa in pieno petto. Dopo la seconda decido che quasi quasi è meglio tornare in spiaggia, quando mi accorgo che... magia: gli occhiali non ci sono più.
Panico.
Silvia va a cercarli, ma l'acqua è sporca e ci sono le onde, e oltretutto Pietro si mette a piangere appena la vede allontanarsi. Ormai di recuperarli non se ne parla più. Sono le sette di sera e noi siamo a piedi, a una ventina di minuti di distanza tanto dal centro del paese quanto da casa. Che fare? Il giorno dopo dovevo pure lavorare... fortunatamente Silvia vede una macchina che s'allontana dalla spiaggia. Coglie al volo l'occasione e chiede se mi danno un passaggio in centro. Col costume fradicio e con un ginocchio sbucciato (per via dei sassi sulla spiaggia, sui quali mi aveva sbattuto l'ondata), monto in macchina di questi gentili signori che mi portano fin dall'ottico. Dopo aver infradiciato anche la poltrona di quest'ultimo durante la visita, riesco a farmi garantire gli occhiali per il giorno successivo. La signora, molto gentilmente, mi lascia anche un campione di lenti a contatto da quindici giorni, da usare nel frattempo (sorvolo sulle peripezie per indossarle).
Morale: sono uno sfigato. Ma il giorno successivo, alla stessa ora, avevo già i miei occhiali nuovi.
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