venerdì, novembre 30, 2007

prima e poi

Sole, come sempre sembra di stare in una doccia, vista la condensa.

Prima...
Due considerazioni sulla TV:

Ma perché la gente guarda Striscia la notizia? Ezio Greggio ha mai fatto ridere in vita sua? L'ultima volta che ho riso per le sue battute, facevo le elementari... ed erano le stesse di oggi.

Ieri ho visto la fine dello spettacolo di Benigni sul quinto canto dell'Inferno di Dante. Che dire? Per quanto ne dicano i suoi detrattori, quelli che dicono che col tempo sia diventato più mansueto, che lo tacciano di tradimento per essersi lasciato prendere in braccio da (brrrr) Mastella... io ieri l'ho trovato davvero grande e commovente. E poi che bello vedere qualcosa del genere sulla RAI... mi sembrava veramente di vedere una televisione che qui non c'è più, non basata sul nulla assoluto, ma su qualcosa.
Non ho visto la prima parte dello spettacolo, ma l'ho registrata e la guarderò stasera, forse.

Poi...
Essendo oggi l'ultimo giorno di Novembre, riporto qui la top ten delle migliori ricerche google che hanno portato a Strange Weather nell'arco del mese (e mi scuso con Mendo se mi sono ispirato alla sua ben più brillante sezione "Amico che..."):

1) ho sognato che perdevo lo zaino
2) in sicilia mia nonna mi faceva addormentare così
3) o que significa knuddel
4) cocciniglia patatine
5) foto pesce con denti sporgenti
6) troie di casa
7) vape vespe ragusa
8) foto dermatite atopica naso
9) immagini e foto dimensioni pancia gravidanza 30 settimane
10) probabilità data presunta parto

Immagino che la persona della numero 10 sia rimasta delusa, a leggere i racconti sul lungo calvario degli ultimi giorni di gravidanza di Silvia... be', se stai ancora aspettando, in bocca al lupo!

lunedì, novembre 26, 2007

teschi

Un raggio di sole violento si è intrufolato in camera da letto, quando sono andato a portare Pietro a Silvia.

Quando traduco Death Note ho bisogno di concentrazione, e mi tocca barricarmi in casa e non fare altro. Di conseguenza, mi passa tutta la voglia di scrivere sul blog. Ora però mi sento in colpa e qualcosa devo pur scriverlo. In questi giorni ho ascoltato a ripetizione Sidun di (come al solito) De André. È una canzone talmente bella che non so capacitarmene. Vorrei inserire ora la traduzione del testo con un video amatoriale che ho trovato su Youtube perché la possiate ascoltare, ma sarebbe il terzo video di fila, quindi ho deciso che è meglio prima fare un intermezzo.

Si tratta quindi di trovare qualcosa di cui parlare, con alle spalle una settimana priva di eventi rilevanti, a parte Pietro che si mette a divorare (almeno nelle intenzioni) mele, pere e banane, facendoci schiattare dal ridere. Ieri è tornato finalmente il sereno, perciò abbiamo fatto una passeggiata fino a Mombirone, per far prendere un po' d'aria e sole al povero Pietro, afflitto da crosta lattea e dermatiti varie. Lassù c'era solo una coppietta e gente silenziosa... si stava bene.

Ogni tanto penso a quando Pietro andrà a scuola, e non vedo l'ora. Mi vengono in mente alcuni ricordi delle elementari. Cose vaghe, come le materie giocose di prima, forme colorate, contorni di foglie in autunno, lo stampatello minuscolo, il vino fatto fermentare in classe, il libro azzurro dei compiti delle vacanze, il classico tema sul Natale, i disegni in fondo, i temi liberi e le storie da inventare... storie assurde scritte a quattro mani (ma pensa tu...) insieme a Vaga. Mi piacerebbe un giorno trascriverle qui.
Ricordo che un giorno, durante un'escursione in montagna con la mia famiglia, trovammo il teschio di un camoscio (o era uno stambecco? non ricordo). Siccome io avevo uno spiccato gusto per il macabro, ne fui contento e lo portai a casa. Ricordo che era un sabato, quindi dovetti aspettare sino a lunedì per portarlo a scuola tutto orgoglioso. Non stavo nella pelle, e con la maestra e tutti gli altri bambini intorno a osservare, lo tirai fuori dalla borsa di plastica azzurra, per riporlo sulla cattedra. Ma durante il fine settimana, al tepore della casa, i vermi avevano proliferato dentro il teschio, e il lunedì si riversarono sulla cattedra. La maestra svenne.
A questo punto forse il ricordo si mescola alla fantasia e alle leggende metropolitane, ma ho l'impressione che usammo il vino fatto fermentare in classe, ormai divenuto aceto, per far rinvenire l'insegnante.

lunedì, novembre 19, 2007

decameron

Guardo fuori dalla finestra e penso che oggi non metterò il naso fuori di casa, se possibile.

Mi piacciono i barattoli con il coperchio di latta da levare, come quello dell'orzo solubile, e quelli con la carta da strappare, come quello della nutella.

Qualche settimana fa ho parlato del ritorno di Luttazzi in TV, che ha portato su LA7 il suo nuovo varietà satirico: Decameron. Ho guardato con interesse le prime tre puntate e, se ora posso fare un bilancio, devo dire che mi sento un po' deluso. Spiacente, ma non riesco a farmi piacere un programma solo perché ne condivido le idee o l'indirizzo politico. Di tutto il programma, credo che si salvino i monologhi e qualcosina qua e là. E si salva la bella sigla di coda, scritta e cantata dallo stesso Luttazzi, che ha al suo attivo due album.
Però il resto... quelle scene che fan così tanto teatro in TV non mancano di spunti interessanti, certo, ma sembrano imbalsamate sullo schermo. E poi quegli intermezzi che sembrano voler essere politicamente scorretti a tutti i costi... ma il problema non è che possano scuotere o scandalizzare lo spettatore, semmai il contrario: al giorno d'oggi, dopo gli storici e illustri esempi dei Simpson e di South Park, e quelli meno illustri del successivo imbarbarimento del gusto in parte da essi stessi sdoganato, le volgarità e le scorrettezze a tavolino di Luttazzi non ci fanno nemmeno il solletico. E chi potrebbe rimanerne scosso probabilmente non guarda Decameron. Non è certo colpa di Luttazzi, ma resta il fatto che, guardando questi sketch, né ho riso, né mi sono sentito scosso... mi sono solo annoiato. Sorvoliamo sull'aria pesantemente kitsch del programma... Luttazzi non è certo uno sprovveduto, e sono sicuro che la sua sia una scelta ben consapevole... così come il senso di irritazione suscitato dall'alto tasso di autoreferenzialità dei suoi monologhi. Luttazzi vuole essere irritante come la realtà che smaschera, con le sue risate e applausi registrati (ai quali risponde come se si trattasse di un pubblico vero in uno studio desolatamente vuoto), con la sua volgarità e con il suo parlare sempre di sé. Sì, d'accordo... ma alla fine funziona veramente? Colpisce? Irrita? O forse lascia indifferenti e alla lunga stufa soltanto?
Forse il mio è un giudizio un po' severo, ma solo perché a me Luttazzi piaceva, e per certi versi ancora mi piace molto... però non so... ho avuto come l'impressione che sia caduto in ibernazione con l'editto bulgaro di Berlusconi, e che ora l'abbiamo scongelato nel microonde e poi riscaldato. Tutto questo ribadire continuamente cos'è la vera satira, ad esempio... d'accordo che ce n'è bisogno, in un paese in cui i significati delle parole vengono costantemente stravolti da politici e media, ma così risulta davvero didascalico e ne smorza il piacere.
A parte tutto, ci sono anche momenti molto liberatori: i monologhi sono comunque molto accesi, interessanti e non risparmiano niente e nessuno. Anche il messaggio video sulla missione militare in Afghanistan ripetuto ogni volta colpisce nel segno. E non mancano gli spunti divertenti, come alcune trovate surreali (ad esempio quella dei cani-formica) e le battute concise alla macchina da scrivere, le quali mi danno l'impressione che, alla fine dei conti, Luttazzi sia più godibile da leggere che non da vedere. Forse proprio per via del fatto che la sua comicità non è mai estemporanea, ma sempre fredda e studiata a tavolino... è comicità scritta, e per questo più adatta a essere letta.
Comunque ecco qui sotto la sigla di chiusura: Money for Dope. La canzone non è niente male, e anche il video è bello. Posti a conclusione del programma, gli conferiscono un tocco davvero funereo.





mercoledì, novembre 14, 2007

estremi rimedi, splendide iniziative

C'è un bel sole. Fuori sembra fare freddissimo.

Dopo la nottata, dopo qualunque nottata, il più grande piacere è andare a salutare Pietro nel lettone e godersi le sue risate e i suoi sorrisi. Questa notte, verso le quattro, ha iniziato a svegliarsi a ripetizione, finché stremati non abbiamo deciso di provare a lasciarlo piangere un po'... e così l'abbiamo lasciato in cucina. Si è lamentato per una decina di minuti, dopodiché ha dormito dalle cinque alle sette (traduco: un ottimo risultato, in termini temporali). Io però ci stavo male a pensarlo là, così non ho più chiuso occhio e alla fine mi sono alzato alle sei. Ma d'altronde che fare? Non sono certo un sostenitore del famigerato metodo Estivill, e non sono mai stato d'accordo con chi dice che il bambino è un tiranno e ti fa far quello che vuole lui, ma un minimo di regole e collaborazione reciproca ci vogliono, perché altrimenti io non posso lavorare e Silvia non lo può accudire serenamente di giorno.
Comunque non si pensi che poi non sia stato premiato per le due ore di sonno... visto che ha passato le successive due a ciucciare nel lettone!

Oggi ho letto che Peter Gabriel è uno dei promotori di The Hub, una specie di Youtube dedicato alla denuncia di violazioni dei diritti umani. Lo slogan è: See it, film it, change it. Chiunque, da qualunque parte del mondo, può caricarvi sopra dei video di denuncia, e renderli visibili al mondo interno. È una bellissima iniziativa, no?

Mendo, ovvero Mattia, mi fa giustamente notare che sul blog non c'è una foto di Silvia, Pietro e me insieme... insomma, una foto di famiglia. Provvederò al più presto (a dire al vero ne ho qualcuna, ma ormai sono datate).

P.S.: Ovviamente tempo fa ho cambiato la lampada della cucina (vedi questo post)... non potevo far dormire mio figlio con gli spettri!

domenica, novembre 11, 2007

rose e spine

Ho la persiana giù perché c'è Pietro che dorme qui dietro di me. Come faccio a capire che tempo fa da quel poco che vedo? Ma l'altro giorno c'era un vento che creava croccanti mucchi di fogli secche.

Mai cantare vittoria troppo presto, e difatti Pietro è tornato a non dormire, nonostante tutti gli accorgimenti. È dura, specialmente per Silvia, ma non si pensi che siano solo spine. Perché di giorno è tanto adorabile che ti si stringe il cuore. Ieri ad esempio ho montato il passeggino e l'ho portato fino a Villa Tiboldi, così intanto Silvia poteva dormire un po'. Le foglie secche delle viti avevano un colore stupendo, vero e proprio oro sulla terra. Pietro ha fatto il bravo e si è guardato per bene intorno, cosa che dalla carrozzina non poteva fare. Poi s'è addormentato, ci siamo ancora concessi un giro in centro, e infine a casa.
Metto qui sotto due foto: una mostra (ma senza renderne la comicità), una faccia buffa che Pietro s'era inventato di recente, ma che poi ha scordato dopo averla provata a ripetizione per un giorno intero. L'altra lo mostra intento ad addentare una mela che abbiamo provato a fargli ciucciare.

La settimana scorsa sono andato in ferramenta. La ferramenta, come ad esempio il meccanico e il gommista, è uno di quei posti nei quali mi sento sempre in imbarazzo, non essendo per nulla ferrato (perdonate l'involontario gioco di parole) in materia. Non so, ci entro sempre con un certo senso di inferiorità.

L'altro ieri mi sono arrivati dei CD che avevo ordinato su IBS. Ora che non posso più passeggiare per negozi di CD, visto che a Canale non ci sono negozi del genere, il mio shopping musicale s'è fatto quasi esclusivamente virtuale, e mi diverto quindi a spulciare tra le offerte di IBS per stanare un album che non ho mai preso prima perché troppo caro... e che di di colpo, per un breve periodo di tempo, puoi trovare a nove euro. Piccole gioie della vita, insomma. Naturalmente non si trovano certo le ultime uscite, ma con un po' di pazienza piano piano si colmano i buchi.

mercoledì, novembre 07, 2007

pruriti e stelle cadute

Quando riesci a dormire quasi tutto di filato, il novembre sembra meno novembre, il freddo meno freddo, la condensa sui vetri rugiada mattutina.

Negli ultimi tempi, le notti si erano fatte davvero pesanti, fino al culmine di ieri notte: Pietro si è svegliato infinite volte agitatissimo e con una chiazza di sangue secco sulla testa, che si era provocato grattandosi (fortunatamente il graffio non era così grosso, ma la chiazza subito ci ha spaventati).
Ieri siamo andati a una visita pediatrica all'ospedale di Alba, tanto per fare un controllo generale e chiedere alcune informazioni. Pietro pesa 7,750 kg. Il latte di Silvia va che è un piacere. Durante la visita, Pietro ha fatto qualche mini-scoreggia, la sua tipica fontanella di pipì una volta levato il pannolone, e si è messo a dare i calcetti al pediatra. A parte questo, il pediatra ci ha confermato che il motivo per cui Pietro si sveglia così tanto di notte è probabilmente il prurito dovuto alla crosta lattea, aggravatasi leggermente in una dermatite atopica. Gli ha prescritto qualche goccia di antistaminico, e noi abbiamo deciso di passargli più spesso l'olio sulla testa per non far seccare la crosta di notte... in più gli abbiam messo un calzino sulla mano sinistra (quella incriminata, con cui si sfregia), a mo' di guanto. E magia: stanotte Pietro si è svegliato solo alle 3 e alle 6, e al momento se ne dorme ancora beato. Forse sto cantando vittoria troppo presto, e magari porta male, ma mi viene davvero da pensare che se il poverino diventava un diavolo ogni notte da almeno un mese, era solo perché gli prudeva la testa.

Ieri è morto Enzo Biagi. In uno speciale su di lui, si vedeva un'intervista che Biagi fece a Marcello Mastroianni. Mi è venuto da pensare a quante facce conosciute scompaiono inevitabilmente, anno dopo anno. Tante facce che sono stato abituato a vedere in giro sui media sin da quando ero piccolo, gli astri dell'universo mediatico in cui sono cresciuto. Invece Pietro non li conoscerà mai, se non sui libri di storia. Viene da chiedersi chi prenderà il loro posto ai suoi occhi.

venerdì, novembre 02, 2007

un anno fa

"No shadow
No stars
No moon
No cars
November"

Un anno fa, all'incirca a quest'ora, scoprivamo l'esistenza di Pietro, che non era ancora Pietro e se ne stava nascosto quatto quatto dentro Silvia già da qualche settimana. Ricordo bene quel giorno: io stavo lavorando in cucina con il portatile, vicino alla stufa. Stavo traducendo Chrono Crusade. Silvia era andata da sua mamma a fare il test. Io intanto trepidavo per l'attesa e faticavo a concentrarmi. Quando Silvia è arrivata, si è messa a piangere per la gioia. Siamo andati con una scusa a casa mia per fare l'annuncio. Siamo passati a prendere mia sorella, che ovviamente ha più o meno capito tutto. Mio fratello purtroppo non era a casa, ma l'abbiamo chiamato dopo. Non sapevo da dove iniziare, quindi prendevo tempo. Poi l'annuncio e il primo brindisi. Ne sono seguiti altri, a casa di Silvia, dai suoi nonni, da suo zio, da Vaga, da Milly. Silvia non poteva bere, essendo incinta, quindi dovevo bere sempre io. Ricordo che quella sera faceva un freddo artico.

È passato un anno e lui è qui, tutto pesante e paffuto, nel suo piumino azzurro che gli sta un po' grande, e ogni volta che lo vedo vestito così mi metto a canticchiare tra me e me quella stupenda canzone di David Bowie sull'astronauta...

giovedì, novembre 01, 2007

la notte e il giorno dei morti

"Sale la nebbia sui prati bianchi
come un cipresso nei camposanti
un campanile che non sembra vero
segna il confine fra la terra e il cielo."

Oggi è il primo novembre. Si va al cimitero, si vanno a trovare i morti. Nella cappella dei parenti di parte materna, si respira il particolare e affascinante rapporto che mio nonno ha con il mondo dei morti.

Ieri sera c'era Halloween. Essendo noi amanti del Carnevale, come ho già accennato da qualche parte, normalmente non ci facciamo sfuggire neanche quest'occasione per travestirci. Quest'anno però era improponibile andare a una festa, così abbiamo travestito Pietro da bimbo-leopardo, e siamo andati a trovare i miei. Prima di tornare a casa, abbiamo fatto un salto da Vaga... dove lui, Faina (che è il fratello di Vaga) e Ottavia si preparavano ad andare a qualche festa di Halloween. Vaga era vestito da Wolverine, Faina da Jack Skeletron, e Ottavia da Sposa Cadavere. Peccato non poter andare anche noi! I costumi erano come al solito impeccabili e geniali... vale la pena di mettere una foto. Se nei prossimi giorni ho voglia e non ho niente da scrivere, metterò alcune foto dei nostri carnevali e Halloween. Di solito le foto non venivano mai bene, ma qualcosa è rimasto. Bellissimo il carnevale 2006, tutti vestiti da personaggi di film in bianco e nero. Peccato che le feste di carnevale non siano più tanto in voga, e che quindi alla fine il divertimento sia stato un po' fine a se stesso, quella volta come tante altre... quasi sempre ci divertiamo di più a realizzare i costumi che non a esibirli.
Io però ho sempre sognato una festa di carnevale tipo quella de I vitelloni.

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