martedì, novembre 11, 2008

le imperscrutabili doti dell'iPod

Sole frizzante.

L'iPod (o meglio, il mini iPod) è indubbiamente una grande invenzione, almeno per quanto mi riguarda. Piatto, comodo, leggero, capiente, di lunga durata, e innegabilmente sfizioso e bello a vedersi. È la coronazione di un sogno, per un adolescente che ha macinato centinaia di chilometri a piedi, in auto e in pullman con ingombranti walkman (via via meno ingombranti, però) che ti costringevano a riempire lo zaino di cassette. Cassette che si consumavano, frusciavano e ogni tanto immancabilmente si attorcigliavano. Quanti ricordi, però. L'avvento dell'auto-reverse, il clack che faceva quando lo chiudevi. E i paesaggi in scorrimento, deformati e riempiti dalla musica.
Poi c'è stato l'avvento del lettore cd portatile. A parte la qualità audio, in un certo senso un passo indietro, perché in tasca non ci stava manco morto e soprattutto saltava. Poi un lettore cd che leggeva anche gli mp3... non tanto meglio, e poi quello che avevo io consumava come un vampiro le pile, e non bastavano mai per fare andata e ritorno Canale-Torino.
E ora l'iPod... fatico persino a immaginarne una significativa evoluzione, anche se come sempre la tecnologia saprà superare la fantasia.
Ma la cosa che amo di più del mio iPod è che, sebbene lui non lo dica, secondo me ragiona anche e, con un occhio di riguardo per i miei gusti, si diverte a propormi delle scalette confezionate amorevolmente da lui. Mentre percorro gli otto minuti (in cui ci stanno in media due-tre canzoni) del tragitto casa-casa dei miei attivando la funzione "brani casuali", lui talvolta si ingegna a propormi delle passeggiate a tema.
Un esempio sono le passeggiate "monografiche", che ogni tanto capitano. Oppure una più elaborata passeggiata "cantautori", e allora infila uno dietro l'altro un pezzo di Brassens, poi De André e infine Dylan. Oppure la passeggiata "brani strumentali", durante la quale mi ha proposto in sequenza Yann Tiersen, Riccardo Tesi e Dirty Three. Oggi però ha superato se stesso, e mi ha composto una bella sequenza in "Be": Beatles (Eleanor Rigby), Beck (O Maria), Beirut (St. Apollonia).

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