martedì, luglio 31, 2007

siculamente

Ora un po' di sole spunta... ma che sonno, oggi.

Mi hanno appena chiamato quelli di Siculamente per dirmi che tra un paio di giorni dovrebbe arrivarmi la t-shirt che ho ordinato. Mi ero innamorato di questa maglietta circa un anno fa, facendo un giro in un negozietto nella via principale (la stessa in cui c'era quell'erborista pazzoide) della splendida Noto, ma non avevano la mia taglia. Anche quella con Mary Poppins con la lupara non è male.
Quello dell'anno scorso in Sicilia è stato un viaggio stupendo, ed è imperdonabile che non ne abbia parlato nel blog, alla fine.

innocent when you dream

Cielo nuvoloso... un po' mi sei mancato.

Ad alzarsi assonnati tenendo in braccio qualcuno che non ha sonno nel tentativo di farlo addormentare, ci si sente come una clessidra che trasferisce il sonno da una parte all'altra. Ormai credo di aver dato fondo a quasi tutto De André, e si passa a cantare gli autori internazionali. Tra i CD efficaci, invece, anche Acqua foco e vento di Riccardo Tesi, con le sue ballate contadine.
L'altra sera, alla notte rosa delle feste di Canale, suonavano alcuni gruppi rock canalesi, e a vederli m'è salita un po' d'invidia. Anch'io ho fatto la mia parte, allora (ovvero circa dodici anni fa), e questo mi libera da ogni rimpianto, ma ciò non toglie che mi sarebbe piaciuto parecchio essere al loro posto. Poi penso che, dopotutto, ho il mio pubblico privato (pubblico privato è un ossimoro bello e buono) a cui cantare i brani che più amo. Un pubblico che quando apprezza dorme è un pubblico un po' strano, ma che soddisfazione!

sabato, luglio 28, 2007

calypso e ragtime

L'aria è pesante, la sedia appiccicosa, i due ventilatori fanno del loro meglio.

Tra il lavoro e il mio piccolo nuovo secondo lavoro, di nome Pietro, non ho più avuto molto tempo per scrivere sul blog. Poi mercoledì sera ho pensato bene di fare un salto a lavare i piatti al Punto, e così il giorno dopo l'ho sprecato a riprendermi da ore piccole e bagordi, come uno stupido. Pietro cresce... ormai ha quasi tre settimane, e ha preso circa sette etti di peso. Ogni tanto dorme per ore, ogni tanto non riesci a lasciarlo un minuto da solo. Ma che soddisfazione, riuscire ad addormentarlo tenendolo in braccio e cantandogli qualcosa. Ogni tanto mettiamo su un CD di ninne nanne "canoniche" e intanto cerchiamo di impararle anche noi. A parte questo, cerco di trovare qualcosa di piacevole e un po' diverso da quelli che sono i miei soliti ascolti... mica può crescere solo con Nick Cave. E allora proviamo a mettere su Harry Belafonte o Scott Joplin.
Ogni tanto capita che si metta a fare fontanelle di pipì o cremose cacche proprio mentre è nudo sul fasciatoio. Prima si è addirittura sporcato i calzini e, togliendoglieli, mi sono schizzato in faccia. Ah, ma se lo becco!

Ho finito di leggere i bellissimi racconti di Fenoglio, e ieri sera ho iniziato Sulla strada di Jack Kerouac, forse in ritardo sui tempi. Avevo iniziato a leggerlo già due volte, quando facevo il liceo, credo. Però non so perché, l'avevo sempre interrotto prestissimo. Come al solito, ecco l'inizio:

La prima volta che incontrai Dean fu poco tempo dopo che mia moglie e io ci separammo. Avevo appena superato una seria malattia della quale non mi prenderò la briga di parlare, sennonché ebbe qualcosa a che fare con la triste e penosa rottura e con la sensazione da parte mia che tutto fosse morto.

lunedì, luglio 23, 2007

capricci del tempo

Aria fresca, un po' di nuvole, nonostante il caldo.

Come avrete sicuramente notato, apro ogni post con un commento sul tempo, per rendere giustizia al titolo del blog. Il mio sogno, però, sarebbe poter mettere un'icona a lato, come quella sulle locazioni dei visitatori, che segnali sempre che tempo fa in questa zona, in tempo reale. Anzi, diciamo che l'ideale sarebbe che a ogni post ci fosse un'icona automatica che segnala che tempo faceva in quel determinato momento. Secondo voi è una cosa irrealizzabile, o c'è un modo per rendere questo capriccio reale... senza sbattersi troppo?

ricordi, ricordi, ricordi

Sole e cielo poco nuvoloso, sulle colline del roero.
Continuo a stare a casa dei miei, lontano dal calore di Piazza Marconi e dal caos subìto e non vissuto della Fiera del Pesco. A colazione ho bevuto il latte in una tazzina con su la faccia di un bimbo pellerossa, uno dei pochi reperti della mia infanzia sopravvissuti fino a oggi. Sulla testa ha una penna gialla, e io ho sempre creduto che fosse una fetta di limone. Ieri sera sfogliavo un album di fotografie della nostra infanzia, e mi faceva un po' impressione vedere foto di mio fratello e mia sorella già grandicelli (hanno sei e quattro anni più di me), mentre io non ero ancora al mondo. A completare la sfilza di ricordi, c'è la compilation che Mana ha fatto per Pietro, che ascolto ora. Comprende molte delle canzoni chiave che hanno caratterizzato le nostre vite da quando ci siamo conosciuti al liceo (ovvero, dal 1992) a oggi. Perché un giorno Pietro sappia cosa ascoltavano il suo papà e i suoi amici durante l'adolescenza e la giovinezza. Meglio fissare questi momenti ora, perché ogni tanto, come ieri sul prato di questa casa, insieme a Mana, Cristina, Armando e Giulia, con un bambino tra di noi che faceva la differenza rispetto a non molto tempo fa, si rischia quasi di sentirsi adulti.

domenica, luglio 22, 2007

fiera

Sono sveglio dalle 6:30... mi godo il fresco della mattina, a casa dei miei.

Ieri è iniziata la Fiera del Pesco, qui a Canale. Come ho già raccontato l'anno scorso, ogni anno io e Silvia andavamo a lavare i piatti al Punto Enogastronomico, di recente ribattezzato "L'Ostu der Masche". Ci andiamo dal '97, e ci siamo divertiti un sacco, in tutti questi anni, a mangiare e sbevazzare, e a fare gli scemi con gli altri volontari. Quest'anno, ovviamente, non possiamo andarci perché abbiamo altro a cui badare... chissà, forse, lavoro permettendo, ci andrò una sera io da solo, ma Silvia è logicamente impossibilitata. Poi il piccolo Pietro fa un po' di capricci, in questi giorni (e in queste notti)... vabbe', per quest'anno la vivremo da visitatori, e poi abbiamo già accumulato una montagna di bei ricordi. Come, ad esempio, questo, questo, questo, questo, questo (la serata più bella dell'anno scorso) e questo.

sabato, luglio 21, 2007

cocciniglie

Caffè bollente? Improponibile, ora. Aspettiamo che si raffreddi.

Uno degli acquisti che ho fatto su IBS è Quattro sberle in padella - Come difendersi dall'inquinamento alimentare, un libro utile (anche se condivido abbastanza il commento di Lily su IBS) che avevo scoperto leggendo il blog di Max, uno degli editor con cui lavoro. Finora l'ho solo leggiucchiato, ma ho già trovato alcune informazioni interessanti (ovvero, preoccupanti). Una delle più curiose (ma non delle più preoccupanti) riguardava il colorante rosso di certi alimenti, che viene ricavato nientemeno che dalle femmine di cocciniglia essiccate (insetto che conosco molto bene, perché viene spesso sui miei cactus). Ora, sicuramente è assai meno dannoso di molti altri coloranti di origine sintetica, minerale, o quant'altro... e poi tanto uno lo mette sempre in conto, di mangiare qualche schifezza che non sa... e poi tanto finché occhio non vede (come coi "gianin" nelle ciliegie)... però, in fondo in fondo, se permettete, può anche fare abbastanza schifo.
Salvo essere Bill Burroughs nell'Interzona, alla ricerca di carne nera di millepiede gigante.
Comunque, oggi sono andato al super mercato e, così per curiosità, ho guardato gli ingredienti di uno yogurt al lampone della Nestlé... e c'era proprio scritto "cocciniglia"!
Con un breve giro su Internet, scopro che effettivamente la cocciniglia vanta una lunga e illustre storia nel campo dei coloranti... ho capito, ma colorateci i maglioni, non mettetela nello yogurt!

p.s.: Altra curiosità: per legge è vietato mettere crisalidi di bachi da seta nei dadi per il brodo... quindi vuol dire che qualcuno lo faceva?!

venerdì, luglio 20, 2007

ninne nanne

Caaaaaldooooooo!!!!

L'altro giorno ascoltavo la bella Ninna nanna dei La Crus, contenuta nell'album Dentro me, probabilmente il loro più riuscito e conosciuto. Mi sono chiesto due cose.
La prima è: cosa significano i testi dei La Crus? Voglio dire, sono abbastanza evocativi e sopra la media della maggior parte dei gruppi italiani, ma non riesco mai a capire di che parlino. Un esempio a caso da La luce al neon dei baracchini:

"io non so
questa corsa è una follia
scava e cambia questa faccia
che non sembra più la mia
e cavalco le mie notti
come un mito senza dio
mentre cerco d'aggrapparmi
ad un mondo che non c'è
troppe volte ho detto
basta no! da domani cambierà
le menzogne mi han rinchiuso
dentro l'inverno.
poi maledico il giorno
il giorno che è malato
il giorno non esiste
non so neanche se è mai nato"

Uh?

La seconda domanda è: quante ninne nanne d'autore conosco?

Provo a fare una lista:
Tom Waits: Midnight Lullaby (Closing Time), Lullaby (Blood Money)
Fred Buscaglione: Ninna nanna del duro
Dirty Three: Lullabye For Christie (Whatever You Love, You Are)
Current 93 + Nick Cave: All the Pretty Little Horses (id.)
Cure: Lullaby (Disintegration)

Poi somiglia a una ninna nanna La notte è bella di Matteo Salvatore, e non dimentichiamo l'intero CD Matrilineare del Consorzio Produttori Indipendenti.
Purtroppo non sono molte, ma al momento non me ne vengono in mente altre. Mi riservo di aggiornare la lista nei commenti.
A qualcuno ne vengono in mente altre? In cambio di suggerimenti metto in palio un premio anticipato... una foto di me col pargolo (come sempre, cliccare per ingrandire).

giovedì, luglio 19, 2007

gufi e corvi

Questo è il punto in cui devi fare bene attenzione a quando tenere su e giù le tapparelle, nell'arco della giornata.

La prima delle due foto (scattata nel Natale del 2004) rappresenta i due gufetti giapponesi che fan la guardia sulla nostra porta d'ingresso. La seconda delle due foto, invece, è stata scattata ieri. Qual è la differenza? (a parte i cappelli di Natale - cuciti apposta da Silvia - che applichiamo solo a Dicembre).

Ieri Pietro era un po' "rugna", quindi mi è toccato spesso di consolarlo tenendolo in braccio e cantandogli qualcosa. I miei pezzi forti sono Il Pescatore di De André e Il Corvo Joe dei Baustelle.
Stamattina ho anche cambiato il mio primo pannolino senza assistenza di Silvia!

Ieri sera mia madre ha tirato fuori dal guardaroba in cantina un vecchio costume da orsetto che mia nonna aveva cucito per me quando andavo all'asilo. Era un po' che non pensavo ai costumi di carnevale di mia nonna Rina. Parlarne qui mi sembra un doveroso e tardivo ringraziamento. A me è sempre piaciuto travestirmi a Carnevale, tant'è che io e Silvia abbiamo seguitato a inventare nuovi costumi ogni anno, fino all'anno scorso. Quando facevo prima o seconda elementare, mia madre mi preparò un vestito da extraterrestre... dovrei avere ancora qualche foto, che magari potrei cercare e inserire nel blog. Avevo anche vinto un premio. Prima di allora, c'era stato anche un bellissimo vestito da robin hood cucito sempre da mia nonna.
Negli anni a venire, assecondando i miei gusti, mia nonna, con grande perizia (insieme a mia madre), mi preparò i seguenti costumi: Serpente, Polipo, La Morte. Poi credo di essermi anche vestito da carcerato usando una maschera di mio padre, e in prima media da Zombi. Il vestito da Morte era fantastico, mia nonna mi aveva dipinto uno scheletro su una tonaca nera, e avevo comprato una maschera fluorescente terrificante (che sicuramente poi ho perso). Anche di questo, come del polipo, credo di avere ancora delle foto. Grazie, nonna.

p.s.: Nella foto in cui io ero vestito da Morte, Vaga sfoggiava un fantastico vestito da Visitor, se ricordo bene.

mercoledì, luglio 18, 2007

sera d'estate

Una sera d'estate, dopo aver passeggiato con la carrozzina.

Un po' brillo per l'ottimo vino del nonno di Silvia a casa dei suoceri ("ma com'è bello il vino, rosso rosso rosso" cantava Piero Ciampi), ascolto a ripetizione la fantastica versione di Johnny Cash di Hurt, dei Nine Inch Nails. Siamo passati con la carrozzina davanti al cinema Odeon, dove esattamente dieci anni fa io e Silvia siamo diventati amici. Incredibile come certi luoghi restino lì mummificati, a incubare silenziosi i ricordi, e intanto il tempo passa e poco fa mi ritrovavo tra le braccia una persona che prima non c'era, a fare cose che allora non conoscevo, che mi sembravano impensabili. Dieci anni fa anche questa casa era già qui ad aspettarmi, con le stesse mura, ma io non stavo qui. Anche il porfido su cui camminavo era lo stesso, come è sempre lo stesso questo paese.

domenica, luglio 15, 2007

un anno di blog

Ieri sembra essere iniziato il caldo serio.

Silvia è di là che allatta. Io, per cambiare un po', ascolto Violator dei Depeche Mode.
Lo sapevo, preso dalla frenesia dell'arrivo di Pietro, mi sono dimenticato che giovedì 12 luglio era l'anniversario del mio blog. Per i nostalgici, ecco qui il mio primo post.
Qui la vita prosegue bene. Abbiamo già passato tre giorni col pupetto e poco alla volta iniziamo ad adattarci alla sua presenza. Se dorme nel lettone con noi, la notte mi sveglio e lo guardo. Oppure lui sveglia noi. Io ancora fatico ad avere il tempo per lavorare, ma le cose stanno migliorando un po'. Svantaggi del lavorare a casa.
La scorsa settimana mi è anche arrivato un pacco di libri e cd in offerta che avevo ordinato su Internet Book Shop. Che bello, che bello. Di alcuni di questi proverò a parlare nei prossimi giorni.

giovedì, luglio 12, 2007

the good son - parte 4

Fuori fa fresco, apro tutte le finestre per far andare via l'odore dell'essenza che ho rovesciato ieri per sbaglio in bagno.

Verso le tre, dicevo, dopo una mattinata intera di travaglio, c'è stato il cambio dell'ostetrica, ed è arrivata così quella che successivamente avrebbe fatto partorire Silvia. Era una ragazza fantastica, davvero: un concentrato di dolcezza materna, efficienza, controllo della situazione. I dolori si fanno più intensi, io cerco di fare quello che posso, Silvia è sfinita. Però ho anche l'impressione che diventi sempre più capace di concentrarsi sulle istruzioni dell'ostetrica, "sorpassando" il dolore. La dilatazione arriva a otto-nove centimetri, siamo a buon punto. Silvia emette tanti respiri brevi, quelli che si vedono nei film, che finalmente ho capito a cosa servono, ovvero a trattenere il bimbo che sta già spingendo fuori. Questo perché Pietro non era ancora perfettamente girato ma era già molto giù verso l'uscita, e avrebbe quindi rischiato di uscire storto. Con una serie di manovre (anche in piedi, appoggiata a Federica, l'ostetrica) e con l'aiuto della flebo di ossitocina per allungare le contrazioni ancora troppo brevi (non dal punto di vista di Silvia, sicuramente), Pietro si è girato dalla parte giusta, ed è così arrivato il momento di spingere, assecondando le contrazioni e i movimenti del bimbo, per poi trasferirsi sul letto destinato al parto. Federica mi ha fatto notare il mento di Silvia imperlato di sudore, dicendomi che era un tipico segno che indicava la fine imminente.
Ora, io non so se fosse l'effetto delle endorfine che il corpo della puerpera rilascia automaticamente ma, a guardare Silvia, la fase del parto mi è sembrata quella meno dolorosa di tutte. Francamente, io credevo che fosse tutto il contrario. Silvia ci ha messo un po' a capire come mettersi e come spingere ma, poco per volta, ha capito, si impegnava, stringeva i denti, sudava. Io la aiutavo a sostenere le gambe, quindi vedevo tutto. Non era esattamente la mia intenzione iniziale, ma devo dire che contrariamente alle previsioni la cosa non mi ha fatto impressione. Non so, era tutto naturale.
Comunque, poco per volta ha iniziato a vedersi la sommità del testolino. O meglio, solo la pelle, tutta corrugata per la pressione esercitata dal corpo di Silvia. Mi sentivo stranamente calmo, chissà perché. Io di solito sono così ansioso. Lo stereo suonava Billie Holiday, ed è questa la prima voce di cantante che Pietro ha sentito una volta uscito nel mondo esterno. Gli è andata di lusso!
Dopo averci messo una vita a uscire un centimetro di testa, poi... ecco che il resto esce tutto di colpo e, immediatamente dopo, tutto il corpo, tutto mio figlio, che si muove, piange, respira. A quel punto sono scoppiato a piangere anch'io come un bambino, ho baciato Silvia, che mi guardava felice e stupita, e consolava me. Pietro era lì, un mostriciattolo un po' viola, tutto rannicchiato e piccolino, ma così bello, così carino, grassotto. L'hanno posato subito sul petto di Silvia, e lui si è tranquillizzato. Silvia sembrava fresca come una rosa, lui sentiva il calore del corpo che è stato la sua casa. Io non capivo più niente. Erano le 19:06.
Mi hanno detto di andare ad avvisare i genitori di Silvia, che erano fuori in attesa da ore, ma l'infermiera del nido mi ha bloccato per andare a prendere il famoso primo cambio, che non so come ho trovato. Mi aggiravo per il corridoio con gli occhi arrossati. Poi a vedere dalla finestrella mentre lo lavavano e vestivano. Tenerlo in braccio fino all'arrivo di Silvia, mentre il suo istinto già lo spingeva a popparsi i pugni. Avvisare tutti, o chi mi sono ricordato (scusa a tutti gli altri!). Salutare i miei. Andare a prendere Silvia in sala parto e accompagnarla in stanza, dove è stata raggiunta dal vorace Pietro per la prima poppata. Eravamo felici, felicissimi.
Non sto a dire tutto quel che è successo dopo... anche perché tra poco devo andarli a prendere. Dico solo che quella stessa sera, una volta tornato a casa, ho passato una bellissima serata con Ivan, Luca, Mana, Vaga e il limoncello di Ivan, che mi hanno tenuto compagnia per festeggiare. Poi il sonno, la sveglia tardiva ma la voglia di vederlo.



Pietro è tranquillo, mangia tanto e dorme spesso (almeno per ora) e tra i capelli castani da scimmietta ha un ciuffo biondo sulla testa.

mercoledì, luglio 11, 2007

the good son - parte 3

La sera fa fresco, ho chiuso le tapparelle.

È sera, ho sonno, bevo di nuovo latte e ascolto Three dei Black Heart Procession.
Domani Silvia e Pietro vengono a casa, e io ancora non ho finito di raccontare il parto. Veniamo subito al dunque.
Quando le contrazioni hanno iniziato a farsi più intense, ci siamo trasferiti nella sala parto, e Silvia si è appostata su una specie di ampio letto con ogni sorta di cuscini, che le consentivano di mettersi nelle posizioni che più le consentivano di alleviare il dolore. Le posizioni più comode, insomma. Le ore andavano avanti lentamente, lentissimamente. La seconda ostetrica ci lasciava per lo più soli in questa fase, tornando ogni tanto per controllare i risultati del tracciato o per fare una visita interna ogni due ore circa. Nella stanza c'era un lettore CD, così ho preso la nostra scorta e ho esordito mettendo su Pink Moon di Nick Drake, le cui atmosfere delicate hanno avuto particolare successo, tanto che Silvia mi ha chiesto di rimetterlo altre due volte, nell'arco della giornata. Mentre Silvia cambiava posizione, provava a camminare, curvava i piedi, gemeva o gridava affondando la testa nell'enorme cuscino verde, io cercavo di assisterla come potevo, massaggiandola dove e come diceva lei, cambiando la disposizione dei cuscini, asciugandole il sudore o bagnandole la fronte, accarezzandola per farla addormentare tra una contrazione e l'altra (ha persino sognato alcune cose, fra le quali suo padre che partoriva e Fabio e Clelia). Le ore trascorrevano, i CD si susseguivano e si ripetevano: una raccolta di Billie Holiday, Canzoni di Fabrizio de André, una raccolta di Astrud Gilberto. Silvia è sempre stata forte, anche se ogni tanto non sapeva dove sbattere la testa, e io guardandola non solo l'ammiravo tanto che spesso dovevo trattenere le lacrime, ma la trovato bellissima. Intanto i centimetri di dilatazione diventavano due, poi quattro, poi cinque. Intorno alle tre del pomeriggio, l'ostetrica ha deciso di romperle le acque, in modo da accelerare il processo.

Ora ho troppo sonno, non ce la faccio nemmeno a caricare una foto... vedrò cosa riesco a fare domani!

(to be continued...)

the good son - parte 2


Sole, aria fresca stamattina.

Riprendo qui il racconto della nascita di Pietro... mi ci vorrà un po' a finirlo tutto, con tutte le cose che ho da fare in questi giorni. Poi vorrei anche riuscire a lavorare un po'... devo fare il papà che porta il pane a casa, adesso! Quindi continuo solo brevemente, mentre ascolto The Future di Leonard Cohen.

Si diceva... nottata insonne. Verso le cinque e mezza, poco dopo essere riuscito a far più male alla zanzara di quanto lei ne avesse fatto a me, un'ostetrica molto gentile (sono davvero grandi, se alle prossime elezioni si candida un'ostetrica, io voto per lei) è venuta a chiamarci per l'ennesimo tracciato, e una volta finito, ha applicato a Silvia una seconda dose di gel, mentre io sono andato a prendermi un caffè. Ed è qui che le cose hanno iniziato a cambiare... per quel poco che ho capito dei tracciati, si alzava una curva a ogni contrazione, e stavano diventando più frequenti e più intense. Ora io non so cos'è che provasse Silvia in quei momenti, e non potrò saperlo mai, ma a giudicare dalle sue espressioni di dolore, direi che nella prima parte della mattinata si è trattato di qualcosa di molto blando. Io, praticamente impotente come qualsiasi uomo in queste situazioni, cercavo di alleviare un po' la sua sofferenza con dei massaggi con l'olio di mandorle sul fondo schiena. Fortunatamente sembravano abbastanza efficaci. Intanto, mentre scendevo a portare un foglio all'ufficio accettazione, ho visto arrivare la prima compagna di stanza, una signora romena al terzo figlio, che ha partorito in quattro e quattr'otto. Quindi, una volta liberatasi la sala travaglio/parto, ci siamo trasferiti lì, mentre piano piano le contrazioni iniziavano a farsi sentire sul serio.

(to be continued)

the good son - parte 1

È sera, c'è un venticello fresco, si sta bene.

Sono qui da solo a casa, sono appena tornato dall'ospedale, dove ho lasciato Silvia sul suo letto con Pietro che puppava, ascolto The Letting Go di Bonnie Prince Billy, bevo latte e intanto cerco di risalire indietro ai ricordi degli ultimi due giorni, così da adempiere ai miei doveri di blogger. Sono ricordi un po' confusi, mi sento come un ubriaco che cerca di ricostruire la nottata precedente. Perché sono tanti, quindi sicuramente dimenticherò qualcosa.
Ecco il primo ricordo che mi torna alla mente: nell'ultimo post di domenica, avevo scritto che il cielo si era oscurato di nuvoloni minacciosi. Difatti, lungo la strada per Alba, ci siamo presi un bel temporale... impossibile non pensare a un cattivo presagio. Senonché, proprio sull'ingresso di Alba, le nuvole sono state scavalcate dal sole, e l'acquazzone è diventato una pioggerellina delicata, attraverso cui si stagliava, proprio in direzione dell'ospedale, un arcobaleno pressoché perfetto. La cosa non poteva che metterci di buon umore.
Ho lasciato Silvia di fronte all'ingresso dell'ospedale con i bagagli, e sono andato a parcheggiare. Al mio ritorno, già aveva smesso di piovere e c'era un bel sole forte. Giunti in reparto, è stata la volta della prima visita per Silvia, dopodiché l'infermiera ci ha accompagnati alla stanza, con tre letti ma al momento ancora vuota. Dopo l'esame del sangue e l'elettrocardiogramma, hanno servito da mangiare a Silvia. Poi, intorno alle otto, è andata a farsi applicare il gel per l'induzione, mentre io sono rimasto in camera, a ingannare il tempo leggendo Lone Wolf & Cub. A questo punto, non ricordo molto bene cosa sia successo, tranne che siamo andati in una delle due sale parto per fare un tracciato lungo un'ora. La prima applicazione del gel ha procurato solo lievi mal di pancia durante la notte, senza contrazioni troppo forti. Abbiamo poi deciso di riposarci un po', così Silvia si è coricata e io ho cercato di dormire sulla sedia. C'ero quasi riuscito quando è tornata un'altra ostetrica per fare un altro tracciato. Quando siamo tornati in stanza era l'una passata. L'ostetrica mi ha messo un lenzuolo sul letto vicino, per permettermi di dormire, e ci ha avvisati che sarebbe tornata verso le 5:30 per un altro tracciato e per la seconda applicazione del gel ma, un po' per l'agitazione, un po' per il caldo, un po' per una maledetta zanzara che mi ha punto in dodici punti diversi senza pietà, quella notte io non ho chiuso occhio, e neppure Silvia.
Ora ho troppo sonno per continuare a scrivere, ma in attesa della seconda parte, vi lascio con una foto di Silvia con il piccolo Pietro (3,360 kg, per la cronaca).

(to be continued....)

martedì, luglio 10, 2007

domenica, luglio 08, 2007

il principino del male

Dopo il cielo azzurro di qualche ora fa, pesanti nuvoloni grigi hanno ricoperto il cielo, proprio ora che siamo quasi sul punto di partire.

Questo cielo cupo ha qualcosa di inquietante... non siamo mica in Rosemary's Baby?!
(^_____^ ; )

ultimissimo minuto

È sempre una bella giornata.

Siamo appena tornati dall'ospedale per l'ultimo tracciato, e siamo più rincuorati e di buon umore, rispetto a ieri e stamattina. Torneremo stasera verso le sei... Silvia farà qualche esame, dopodiché le metteranno il gel per l'induzione e aspetteremo che succeda qualcosa durante la notte. Aspettare oltre potrebbe essere rischioso, quindi a sto punto meglio affrontare la cosa. Io già non vedo l'ora di vederlo e pacioccarlo.
Stamattina in reparto c'erano anche le due ragazze compagne di tracciati (eh, il quarto di luna...). Una ha partorito stanotte alle due, l'altra era ancora in travaglio da mezzanotte... vedremo, almeno Silvia avrà vicina anche qualche collega già conosciuta, nei prossimi giorni.
Ora va a farsi un bagno caldo dai suoi (noi non abbiamo la vasca), poi pranzo dai miei, e tante passeggiate incrociando le dita!

ultimo minuto

Una bella giornata di luglio.

Oggi o domani potrebbe essere il compleanno del nostro bimbo.
Da ieri i controlli all'ospedale sono diventati giornalieri. Abbiamo fatto il tracciato, dopodiché la ginecologa di turno voleva che Silvia si fermasse per l'induzione, mentre quello del giorno prima era d'accordo ad aspettare ancora fino a lunedì. Indecisi sul da farsi, abbiamo chiesto il parere del primario, che ci ha detto di andare ancora stamattina, e magari fermarci stasera per l'induzione.
Peccato, però... so che Silvia ci teneva a partorirlo normalmente. Soprattutto perché, tra datazioni e ridatazioni non siamo così certi di essere così in ritardo, e magari chissà, se avessimo aspettato ancora fino a mercoledì... ma se i medici dicono così, immagino sappiano quello che fanno.
Be', speriamo in un colpo di scena dell'ultimo minuto, e se non ci sarà pazienza, sono sicuro che il dispiacere verrà dileguato all'istante, alla vista di quel corpicino paffutello.

venerdì, luglio 06, 2007

pipì e cipì

Il sole è forte e caldo, ma non c'è afa, quindi in casa si sta bene.

Stamattina uno dei ginecologi dell'ospedale ha deciso che d'ora in avanti è meglio considerare scaduto il termine e quindi tenere sotto controllo la gravidanza, quindi d'ora in avanti andremo ogni mattina all'ospedale. Fortunatamente, ci ha detto di andare per le 9:30. Questo ginecologo si è dimostrato disponibile, e visto che sia Silvia che Pipì stanno benone, ha acconsentito ad aspettare ancora qualche giorno prima di indurlo. Ma a questo punto sia io che Silvia siamo decisi ad aspettare al massimo fino a lunedì. Poi dipende anche da cosa ci diranno domani e dopodomani, se cambierà qualcosa, oppure se il nostro temporeggiatore si deciderà a uscire da solo nel frattempo.
Questa attesa è un po' snervante, però devo dire che un po' me l'aspettavo... sarà perché in questo paese si viene abituati ad aspettare per qualunque cosa, sin dalla nascita? Sarà perché mi sono allenato con la Telecom, ad aspettare l'ADSL?

Mio padre propone di cambiare da Pipì a Cipì. È una proposta interessante, primo perché a pensarci bene, Pipì non è che abbia proprio un bel significato, secondo perché C.P. sarebbero effettivamente le sue iniziali. Oltretutto, è anche il titolo di un racconto di Mario Lodi che mia madre mi leggeva sempre da piccolo.

giovedì, luglio 05, 2007

biotopo

Oggi direi che si sta proprio bene, il forte vento di ieri è un po' calato.

Indovinate un po'? Siamo ancora qua.
Domani mattina il solito tracciato, e ci diranno un po' che fare. Intanto i dolorini si fanno più frequenti... ma saranno queste le contrazioni? A vedere le reazioni di Silvia direi di no... voglio dire, me la immaginavo più sofferente. O forse è solo lei che sopporta bene il dolore?

Ieri siamo andati a farci una passeggiata, precisamente fino al biotopo, uno stagno nel bel mezzo delle rocche... un'oasi naturale vicino a casa, istituita nel 1987 dal comune di Canale insieme al comune gemellato di Sersheim. Era una vita che non ci andavo... e pensare che da piccolo ci sono stato non so quante volte. Ok, lo so che non è proprio saggio fare una passeggiata in un posto sperduto in cui le auto non hanno accesso, proprio sullo scadere della gravidanza. Però... ci ha proprio rigenerati... quell'ombra, quel profumo, quel silenzio, quel panorama. Un piccolo paradiso a pochi passi da casa... perché diavolo non ci andiamo più spesso?
Peccato non aver portato la macchina fotografica, averi potuto postare un'ultima immagine di Silvia col pancione.

p.s.: A proposito del link al biotopo... giuro che l'ho cercato su google, ma mi sa tanto che nel sito che ho trovato c'è lo zampino di mia madre... quel rospo che apre la bocca io l'ho già visto. Qui comunque ce n'è anche un altro sul sito di Canale Ecologia.

mercoledì, luglio 04, 2007

orgoglio paterno

Giornata ventosa, chissà che non spinga la cicogna?

Eccoci ancora qua. Stamattina ostetriche e ginecologi sembravano concordi sul fatto che la data presunta corretta era il 28. Effettivamente, solo dal 27 Silvia ha iniziato a sentire qualcosa, e ora sembrano entrambi più pronti, a quanto diceva l'ostetrica. Bene, staremo a vedere ancora qualche giorno e, in un modo o nell'altro, credo che nel fine settimana o al massimo per l'inizio della prossima, sarà già tra noi. Certo, ad averlo saputo prima, ci saremmo risparmiati sei mattine all'ospedale per i tracciati... che ci hanno snervato un po' e ci hanno fatto perdere un po' di tempo. Però ora abbiamo preso confidenza con il luogo e con la gente che ci lavora, e finora sono stati tutti molto carini con Silvia.
La signora che fa i tracciati ha detto che il nostro è il più bravo e sveglio di tutti... e io ho già conosciuto l'orgoglio paterno.

Stanotte ho fatto diversi sogni confusi... ricordo solo la copertina di London Calling dei Clash e i nomi di Hansel e Gretel.

Il nostro orto ha iniziato a dare i suoi frutti... siamo sommersi dagli zucchini, abbiamo assaggiato tre pomodori, e sono maturate le prugne selvatiche. L'altra sera, tornando dalla nostra passeggiata, Canale sembrava così vuota, piacevole e silenziosa.

lunedì, luglio 02, 2007

pipì contro tutti

Prima pioveva e c'era preso un po' di sconforto, ma ecco che torna il sole.

Il matrimonio di Teo è passato, Reiko è andata da Mauro, le date delle scommesse sono praticamente scadute, ma noi siamo ancora qui. Nemmeno la legge di Murphy, nemmeno le lune hanno battuto la volontà di Pipì. Ascolto I See a Darkness di Bonnie Prince Billy, e penso che ora il giorno è davvero vicino. Nel senso che, se non si decide lui, lo fanno comunque nascere questa settimana, mercoledì o venerdì, mi sa.

Bonnie Prince Billy, ovvero Will Oldham, è una delle mie personali (tardive) scoperte di quest'anno... uno di quelli che quasi sicuramente entreranno nell'olimpo dei miei autori preferiti, in futuro.
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