giovedì, gennaio 31, 2008

occupato

Che tempo faceva oggi? Non me ne sono mica accorto.

In questo periodo sono molto molto occupato. Ci risentiamo dopo martedì. Nel frattempo almeno una fugace classifica delle migliori chiavi di ricerca di questo mese, in ordine sparso. La maggior parte riguardavano costumi di carnevale (il migliore è "costume di carnevale da patata", ma anche "bimbo paffutello vestito carnevale" mi ha fatto ridere).

1) oggi è il giorno più brutto dell' anno?
2) il tempo del mese di dicembre 2007(se c'era il sole)
3) non so giocare a calcio
4) a quanti mesi i cuccioli tengono di più la pipì
5) animali strani ma veri / animali veri ma strani
6) alieni travestiti da umani
7) canzoni da troie
8) coniglietti che muoiono
9) durante la notte mi sveglio di continuo a fare pipì
10) frasi di auguri quando si diventa bisnonni
11) poesie per troie
12) ti prego di scrivermi
13) traduttore cani
14) video solletico ridere pipì

venerdì, gennaio 25, 2008

lettere dal fronte 1

Il sole tramonta.

L'altro ieri Pietro si è preso l'influenza e, come l'ultima volta, ha pensato di condividerla con il suo papà e la sua mamma. Sono qui davanti al computer e mi sento un rottame.
Siccome in questi giorni mi è passata la voglia di scrivere del presente e del futuro, ho pensato di rifugiarmi un po' nel passato e inaugurare una nuova sezione del blog, forse la prima interessante da tanto tempo (almeno per me). Come forse ho già detto da qualche parte, una cosa che mi emoziona sono le foto vecchie, in particolare quelle che ritraggono persone in qualche modo a me vicine. Adoro lasciare stagionare le foto e poi ritrovare sapori e sensazioni che avevo dimenticato o che forse non ho mai provato, ma che aleggiano come fantasmi nell'aria che mi circonda e che conosco: la realtà di un paese di provincia che è molto cambiato nel corso dei miei trent'anni di vita, oltre che rispetto a prima che nascessi.
Allo stesso modo, mi emoziona anche vedere le foto della gente che non c'è più, così come amo sentire le parole che descrivono un mondo che io non ho mai visto e che ormai esiste solo nei ricordi di persone dalle vite, purtroppo, effimere.
(Scusate se oggi scrivo in maniera sconclusionata e da cani: è la febbre).
Ebbene, tutto questo per dire che, a partire da oggi, voglio proporre ogni tanto vecchie foto e vecchie parole, quelle dei miei avi, che mio padre ha conservato. Per testimoniare le loro esistenze e le loro vicende.
Il primo filone riguarda una selezione di lettere che si scambiarono i miei bisnonni (Bartolomeo Calorio e Catterina Sperone, ovvero i genitori di mio nonno "Tavio") durante la prima guerra mondiale.
Ricordo il grande ritratto ovale di quell'uomo, Bartolomeo, nel salotto dei miei nonni (che ora è il nostro salotto). Ricordo i suo baffi, la sua uniforme.
Morì in battaglia sul fronte austriaco.

Ecco la prima foto, che rappresenta la coppia, probabilmente il giorno del matrimonio.


Ed ecco la trascrizione della prima lettera, tenera e commovente.


Canale, 8-3-1916
Caro marito,
dopo sei giorni dalla tua partenza ieri o ricevuto la tua bella lettera che da me era tanto desiderata, credi mi sono molto rallegrata nel riceverla credi gioivo e avevo il cuore che mi batteva e le lacrime agli occhi non potevo più nemmeno dissigillarla, la forza del batticuore che io avevo, ma poi mi sono tranquillizzata un poco, me, e anche i nostri genitori nel sentire che al momento stai bene di salute e che al momento sei ancora fuori dal pericolo.
Caro marito sto a dirti che quella lettera lo gia letta piu di 20 volte tutti i momenti la guardo la leggo e la rileggo la faccio baciare dal nostro caro figlio, e vedendo che e fatto da te mi rallegro un poco il mio cuore, e mi consolo un poco, persino la mamma dice non lai ancora letta abbastanza? ma io non guardo nessuno, io leggendola mi sollevo un poco da quelle pene e mi pare di vederti vicino che mi parli insieme, e sembra che sia arrivata soltanto in quei momenti.
Caro Bartolomeo ti prego quando mi scrivi di non darmi piu del voi perche anche da lontano mi pare di essere sempre tua moglie come prima, e oso a dirti ancora di piu affezionata di prima, intanto scusami se ti dico questo, non e per offenderti ma solamente per unaltra volta che tu faccia piu attenzione quando mi scrivi poi mi sono messa persino a ridere e dicevo per ora comincia a darmi del voi, ma lo so che tu essendo tanto buono con la tua cara moglie non lai fatto con nessuno motivo, e credo che anche tu lo abbi fatto per una facezia per consolarmi un poco, dunque perdonami se ti dico questo e ti prego di non offenderti perche io o detto questo per farti ridere un poco perche mi ai dato del voi.
Intanto ti dico che siamo tutti in salute come speriamo di te anche il nostro Giovanni a scritto che sta bene e non sa ancora niente riguardo alla sua partenza. Caro marito non posso esprimerti il dolore che o provato nella tua partenza dalla stazione di Alba credimi che la strada per ritornare a casa non lo piu vista, e credo che anche tu avrai fatto un viaggio molto addolorato. Dunque fatti coraggio, guarda di sostenerti per bene per non venire ammalato e se hai bisogno dei soldi o qualche altra cosa mandalo a dire che te ne mandiamo, guarda di non stare con pochi soldi in tasca perche delle volte e pericolo mandarti lontano e se non ai dei soldi non puoi sostenerti come ai bisogno. Ti prego di ascoltare i tuoi superiori affinche non ti castigano e prederti guarda riguardo al portafoglio, di non perderlo e che non te lo prendono mettilo sempre nella tasca secreta che ti o fatto. Intanto mandami a dire se la cravatta ti piace perche desidero saperlo. Caro marito mi raccomando te di pregare e di renderti di cuore a qualche Santo o qualche Madonna ove desideri te, alla tua idea, perche ti faccia la grazia di ritornare a casa sano e salvo, e quello che li prometti quando sarai a casa di farlo, ti prego di farlo con devozione. Ti dico questo perche a renderti te, vale piu che a renderti noi da casa. Mi raccomando se ti mandano giu di non fare tanto il curioso e di assicurarti alla tua vita. Ti dico che mentre ti scrivo abbiamo ricevuto la cartolina del mio caro fratello Antonio e siamo stati contenti. Ti prego di scrivermi appena ricevuto la lettera e di scrivermi sovente sovente perche io preferisco una tua notizia che tutte le cose di questo mondo.
Addio ricevi tanti saluti dal figlio di Sansun che si trova anche lui vicino a Cividale e presto a detto che ti scrive, e poi ricevi tanti saluti da tutta la nostra famiglia e la famiglia sperone e barba Garun e la zia Carolina e barba Minot e la zia che anno anche loro ricevuto la tua cartolina e ora sono rimasti amici il nostro padre con lo zio Domenico, vengono sempre a casa nostra a veliare. Ricevi ancora tanti saluti dalla nostra famiglia e ricevi tanti saluti e baci da chi sempre ti ricorda tua Aff.ma moglie e un bacio dal tuo e nostro figlio Ottavio che anche lui prega per te.
Catterina

A margine ci sono due note:

Quando scrivete mandate sempre notizie uno dell'altro, ricevi baci dalla tua moglie e figlio, addio

L'indirizzo del nostro Giovanni
Calorio Giovanni
3a Artiglieria di Montagna 51a Batteria forte S. Giuliano Genova

lunedì, gennaio 21, 2008

weather


"Should we talk about the weather?

Should we talk about the government?"

giovedì, gennaio 17, 2008

tre sogni

Finalmente è tornato il cielo azzurro. La pioggia mi faceva venire troppa voglia di primavera, ed è presto per essere stufi dell'inverno.

L'altra notte ho sognato che facevo il cameriere in una trattoria francese. Ero un po' l'ultima ruota del carro, però mi divertivo. In realtà è stato un sogno lungo e complesso, ma ricordo solo questo.

Questa notte ho sognato che frequentavo una scuola a Priocca, un paese da queste parti. Era il primo dell'anno e per qualche motivo non potevo andare in macchina, quindi mi sono incamminato a piedi, passando sulle colline, per paesi in realtà inesistenti. Ho anche incontrato Ivan che andava in una scuola di Govone, e abbiamo fatto un pezzo di strada insieme. In realtà Govone non era veramente Govone. A un certo punto, siccome la strada passava per forza dentro a un bar, ci sono entrato. Ho tirato dritto fino alla porta sul fondo, ritrovandomi su una scalinata di legno. Era una bella scalinata solida, e tutto era in legno. Arrivato al fondo, sono entrato in una porta, e mi sono ritrovato in un salotto privata. Al fondo della sala c'era una donna che faceva ginnastica di fronte a un finestrone, con piglio un po' new age. Sarà anche stata la particolare luce dell'alba a darmi quell'impressione. Le spiego che ero lì perché dovevo andare a Priocca. Probabilmente in un primo momento non mi ha creduto, perché mi sono accorto che, mentre mi affacciavo alla finestra per commentare entusiasta quant'era bello il maestoso lago su cui si affacciava la casa, lei controllava che non rubassi nulla dal davanzale.

Ogni mattina, Pietro mi fa la sveglia tra le 7:30 e le 8:30. Io mi alzo, vado in bagno, accendo la stufetta e la luce piccola, lo tiro su, gli cambio il pannolino, consegno la creatura alla mamma che gli dà il latte, dopodiché vado a fare colazione e a lavorare. Stamattina però, quando sono ritornato dal bagno, lui si era riaddormentato, così ne ho approfittato per mettermi la tuta e, visto che non accennava a risvegliarsi, ho ceduto alla tentazione e mi sono infilato di nuovo sotto le coperte, visto che non erano nemmeno le otto. Ci sarò stato una decina di minuti, ma ho fatto in tempo a riaddormentarmi e a sognare. Ricordo solo l'immagine del momento in cui sono stato risvegliato dalla voce inesistente di Silvia: c'era un gommone giallo e militari che urlavano.

giovedì, gennaio 10, 2008

pirati e blogger

Una bella giornata di sole, le esalazioni del tubo di scappamento della betoniera sotto la mia finestra.

L'altro ieri ho portato Silvia al pronto soccorso perché il giorno prima Pietro le aveva graffiato l'occhio con i suoi artigli. Oggi ha tolto la benda. Le ho fatto qualche foto col pappagallino di plastica di Pietro sulla spalla, visto che sembrava un pirata.

Pur gestendo un blog da un anno e mezzo circa, e pur essendo costantemente davanti a un computer, mi avventuro abbastanza di rado nei blog degli altri. Fanno ovviamente eccezione quelli gestiti da amici, come il blog di Alice, quello di Riki e quello di Mattia, tutti parte delle mie letture da colazione.
Ultimamente, però, mi capita di provare a navigare per blog sconosciuti, cliccando sui nomi di cantanti, libri o film nella pagina del mio profilo personale, e poi viaggiare di blog in blog, passando per i commenti. Allora capita anche di trovare persone che è bello conoscere senza conoscerle, persone con le quali pensi che ti troversti bene a chiacchierare (qualcuna la troverete nei commenti, probabilmente). Ed è bello, specialmente quando sei sempre chiuso in casa per un motivo o per l'altro (non ultimo il fatto che stai diventando irrimediabilmente orso).
Così facendo, capita anche di trovarsi su qualche blog interessante, intelligente e divertente come quello di Finazio. Dateci un'occhiata, ve lo consiglio.

P.S.: A proposito... di recente ho scoperto che persino Renato Vallanzasca tiene un blog (che recita: "è evaso... sul web"), con un buon numero di fan adoranti, che non dicono cose troppo dissimili dai commenti dei fan adoranti di altri blog famosi.

lunedì, gennaio 07, 2008

lingue mozzate, bocche serrate, angoli sconosciuti

In una giornata grigia è bello essere lontano dalle chiese e sentire così le campane in lontananza.

Stanotte ho fatto sogni strani e complessi come non facevo da tempo. Per quel che ricordo, inizialmente si era a un concerto o a una fiera all'aperto. C'era una grande confusione, e sembrava di essere in un prato, o forse era il parcheggio de L'Ozio, un pub qui vicino. Ricordo che c'erano anche Giusi e Milly. Dovevamo andare a un concerto dei C.S.I. a Torino, ma per me e Silvia era un po' complicato per via di Pietro, quindi eravamo un po' restii a muoverci. Ricordo delle specie di stand di legno, che sembravano le casette di non so quale paese del sud-est asiatico. Ma sembravano anche i vagoni di un vecchio treno. C'era sempre molta gente.
A un certo punto ci siamo trovati in un ambiente chiuso... a occhio e croce mi sembravano i locali delle ex-carceri di Canale. Milly mi ha dato un regalo in un pacchetto azzurro, ma a causa della calca non riusciva a passarmelo, quindi me l'ha fatto consegnare da Emilio Fede (Emilio Fede?!!!!), che stava vicino a me. Portava un completo grigio lucido e troppo stretto, mi appariva viscido e abbronzato. Volevo dirglielo, ma non riuscivo. Il regalo era un pupazzo di plastica morbida. Gli si poteva smontare la testa e rimontarla in due sensi diversi. Da un verso era la testa di Puffetta, dall'altro era quella di Grande Puffo.
Poi forse siamo riusciti a partire perché, non ricordo per quale motivo, correvamo per le strade di una città toscana. A un certo punto ho inciapato in un cartello che segnalava lavori in corso, e mi sono mozzato la punta della lingua coi denti, durante la caduta. Insieme a me c'era qualcuno, forse Ivan, ma poi è diventato un tizio coi capelli lunghi biondi e gli occhiali. Comunque ho tamponato l'emorragia con dei fazzoletti, e ricordo che tenevo la carta assorbente in bocca premendo la lingua contro i denti. Probabilmente lo facevo davvero, perché ne avevo ancora la sensazione, quando mi sono svegliato. Dovevamo andare di nuovo a una festa a casa di qualcuno. Era una casa in cui non ero mai stato, eppure un po' familiare. Forse ci sono stato "cantando le uova" con i Canalensis Brandu durante una qualche Pasquetta. Ricordo solo dei mobili di legno pregiato. Aprivo dei cassetti ma per cosa, forse per cercare altri fazzoletti? Mi chiedevo come avrei fatto con la lingua, e intanto l'emorragia cessava poco a poco. Ricordo anche mi sono chiesto come si fa a chiamare l'ambulanza al telefono, se ci si mozza la lingua
A un certo punto mi sono trovato in una città circondata dall'acqua, tipo Venezia. Sotto un arco di pietra trovavo le ossa del mio amico biondo morto (anche lui era inciampato?). Una ragazza innamorata di lui piangeva, e io andavo a consolarla piangendo anch'io.
E qui finisce ciò che mi ricordo del sogno.

In questi giorni, abbiamo iniziato a dare la pappa a Pietro: un brodino di carne e verdure rigorosamente preparato da noi. Inizialmente era entusiasta, poi ha preso a fare facce un po' strane e dubbiose, infine ha serrato la bocca guardando la sua pallina blu e facendo lo gnorri.

Camminando per le strade mentre ascolto musica, mi piace alzare lo sguardo verso punti mai osservati prima, durante i trent'anni (eh sì, li compio tra pochi mesi) vissuti qui: dei mattoni posizionati in obliquo sul muro laterale della chiesa di S. Giovanni; qualche finestra che non avevo mai notato prima abitata da non so chi, chissà, forse anziani; luoghi frequentati durante le elementari o le medie e poi finiti nel dimenticatoio per anni, secoli; vicoli nei quali non mi sono mai addentrato in tutta la mia vita, per quanto piccolo sia il mio paese.

domenica, gennaio 06, 2008

gravità permanente

La Befana se ne va via in una giornata di sole, nuvole e vento freddo.

...E per la neonata sezione "Italian Music", ecco qui lo spassosissimo video di Centro di gravità permanente di Franco Battiato: video semplice e intelligente, girato con pochi mezzi e una buona dose di ironia (e aggiungerei anche spudoratamente anni Ottanta). Un buon antidoto contro il 99% degli orrendi video che passano su MTV, quell'unico calderone di hipoppari macho e pseudo-gangster, circondati da modelle sculettanti e sudaticce.



Ne approfitto per inserire anche il video amatoriale (assai elementare, ma più che altro per permettere l'ascolto) di un'altra canzone di Battiato che amo molto: Stranizza d'amuri. Ecco il testo in siciliano con traduzione italiana (click here to read translations in other languages).


'Ndo vadduni da Scammacca
i carritteri ogni tantu
lassaunu i loru bisogni
e i muscuni ciabbulaunu supra
jeumu a caccia di lucettuli ...
a litturina da Ciccum-Etnea
i saggi ginnici 'u Nabuccu
a scola sta finennu.

Nel vallone di Scammacca
i carrettieri ogni tanto
lasciavano i loro bisogni
e i mosconi ci volavano sopra
andavamo a caccia di lucertole
il vagone della Circumetnea
i saggi ginnici, il Nabucco
la scuola sta finendo

Man manu ca passunu i jonna
sta frevi mi trasi 'nda ll'ossa
ccu tuttu ca fora c'è a guerra
mi sentu stranizza d'amuri
l'amuri


Man mano che passano i giorni
questa febbre mi entra nelle ossa
Anche se fuori c'è la guerra
mi sento una stranezza d'amore
l'amore

E quannu t'ancontru 'nda strata
mi veni 'na scossa 'ndo cori
ccu tuttu ca fora si mori
na mori stranizza d'amuri
l'amuri

E quando ti incontro per strada
mi viene una scossa nel cuore
e anche se fuori si muore
non muore questa stranezza d'amore
d'amore

E quannu t'ancontru 'nda strata
mi veni 'na scossa 'ndo cori
ccu tuttu ca fora si mori
na mori stranizza d'amuri
l'amuri

E quando ti incontro per strada
mi viene una scossa nel cuore
e anche se fuori si muore
non muore questa stranezza d'amore
d'amore
Man manu ca passunu i jonna
sta frevi mi trasi 'nda ll'ossa
ccu tuttu ca fora c'è a guerra
mi sentu stranizza d'amuri
l'amuri.

Man mano che passano i giorni
questa febbre mi entra nelle ossa
Anche se fuori c'è la guerra
mi sento una stranezza d'amore
l'amore.

venerdì, gennaio 04, 2008

il mondo in chiave estetica

Lavoro nella mansarda a casa dei miei, fino a qualche tempo fa stanza di mio fratello. I fiocchi di neve che si spiaccicano sul vetro sono talvolta piccoli, talvolta grossi, per lo più troppo bagnati per fermarsi.

Nonostante questo sia il primo post dell'anno, non mi viene nulla di particolare da dire. Il capodanno è passato bene, tranquillo e tra amici. Ho anche scoperto un bel gioco da tavolo che devo assolutamente procurarmi per quando sarà grande Pietro: C'era una volta.

In questi giorni vengo a lavorare qui dai miei, in modo da poter scrivere il pezzo su Mizoguchi e lavorare con un po' di tranquillità. Meglio staccarmi da casa per metà giornata, che essere costretto a lavorare di sera. E poi è bello tornare a casa dal lavoro come un vero papà e giocare con Pietro. La cosa che mi piace di più di queste trasferte, però, è fare i dieci minuti a piedi che separano la mia abitazione da quella dei miei. Primo perché mi obbliga a mettere il naso fuori, qualunque tempo faccia. Secondo perché ho riscoperto il piacere della musica camminando. Non so voi, ma per me la musica ha un impatto decisamente superiore se ascoltata in movimento. Probabilmente, e scusate la banalità, perché la musica stessa è movimento. Ascoltare musica camminando è vedere un film, dare un nuovo significato alle cose di tutti giorni, osservarle sotto una prospettiva diversa ed emotiva. Osservare "passare il mondo in chiave estetitca", come dicono i Baustelle. Ieri è stato emozionante ascoltare Hvarf/Heim dei Sigur Ròs sotto la neve. Oggi ho cambiato del tutto atmosfera con Thapsos di Riccardo Tesi.
Quando ascolto musica camminando non mi fermerei mai, se potessi.
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