martedì, gennaio 30, 2007

micah p. hinson e green sleeves

C'è il sole e non fa eccessivamente freddo.

Ieri sera mi sono concesso un'uscita e sono andato a vedere il concerto di Micah P. Hinson allo Spazio 211, insieme a Mana, Vaga, Ivan, Armando e Giulia. Solo sei euro e un ambiente raccolto erano il set ideale per un cantautore del genere, ed è stato davvero un concerto emozionante. Lui, voce e chitarra, sul palco con quell'aspetto così difficile da associare a quella voce profonda, accompagnato da una sola persona che suonava di volta in volta il banjo o la batteria. Interpretazioni intense, da ascoltare restando a bocca aperta (sebbene alcuni del pubblico preferissero commentare ogni tre secondi questo o quell'aspetto esibendo le loro conoscenze musicali, senza ascoltare il concerto).

Un paio di settimane fa, invece, non ho resistito e mi sono comprato il ricco e stravagante cofanetto natalizio di Sufjan Stevens, che ho ascoltato e riascoltato in questi giorni. Tra le varie canzoni originali e cover natalizie, c'era una versione cantata di Green Sleeves che mi ha riportato alla mente la sigla di un videogioco d'avventura (King Quest II?), con cui io e mio fratello giocavamo, ormai quasi una ventina d'anni fa, su un minuscolo Apple IIC.

martedì, gennaio 23, 2007

lepre e tartaruga

Piove. Ricordo che negli ultimi inverni quasi non pioveva mai.

Stanotte ho sognato diverse cose. Quella che ricordo meglio è una porta che dava su un orto di ulivi. Era notte, ma si vedeva la luna piena. Ogni tanto gli ulivi, sul dorso della collina, diventavano cipressi, e legata a uno di questi, anzi incatenata al collo e al muso, c'era un'enorme lepre. Credo di essere stato insieme a mia madre a mia sorella. Impietositi, volevamo liberarla, ma avevamo paura che l'uomo che l'aveva catturato ci scoprisse, e ci sentivamo sotto tiro.

Sono in ritardo su tutto... sul lavoro, sul libro. Questa settimana ho deciso che non uscirò mai, se non per andare su Internet o per faccende relative al libro. Il tempo mi aiuta.

domenica, gennaio 21, 2007

molto rumore per nulla

Con questo tempo non si capisce più niente... prima sembrava marzo, e oggi sembra un umido novembre.

Ieri sera siamo andati a vedere la replica dello spettacolo di Vaga... Molto rumore per nulla di Shakespeare. Come l'altra volta, è stato molto divertente, e lui è fantastico nel ruolo di Benedetto. Vaga è la persona (esclusi i familiari, ovviamente) che conosco da più tempo in assoluto... e mi ero commosso ed emozionato a vederlo per la prima volta sul palco un paio di anni fa, quando al corso di teatro hanno fatto Harvey. Sono davvero contento per lui, e spero di vedere altri spettacoli. C'era anche Domenico nel ruolo di una delle due guardie... che ridere! Una volta finito siamo andati insieme a suo padre, suo fratello e la ragazza, e Ivan, a mangiare una pizza in uno strano locale pieno di quadri e oggetti sugli indiani d'america. C'era una Harley Davidson nell'ingresso e un ritratto di Padre Pio dietro di me. Mah.
Però la pizza era molto buona. Ho preso una "spaccalegna": pomodoro, mozzarella, cipolle, gorgonzola, salamino piccante. Mangiata all'una non è esattamente come la camomilla prima di andare a dormire, e infatti il mio stomaco ha lavorato strenuamente tutta la notte per digerirla.

venerdì, gennaio 19, 2007

movimenti e progetti

Fuori è buio, l’inverno sembra finalmente arrivato ma tentenna ancora, e ancora niente neve.

Sono le sei e mezza. Serenamente sveglio mi appresto a lavorare un po’, ma prima ne approfitto per rendere giustizia al mio blog, dato che l’insonnia mi ha concesso un po’ di tempo extra. Ho consegnato il primo capitolo del libro e più tardi dovrei fare lo stesso con il secondo. Devo solo più aggiustarne tre, finire le sinossi dei film (che sto facendo poco a poco riguardandomeli nelle pause pranzo e nei ritagli di tempo) e la filmografia… e poi il grosso è fatto. A inizio della prossima settimana dovrei consegnare un manga e poi iniziare l’ultimo e più difficile del mese. La fretta e l’ansia mi fanno lavorare più velocemente… ultimamente dedico le mattinate al libro e i pomeriggi ai manga (perché, almeno nelle prime fasi, riesco ad ascoltare “Fahreneight” mentre traduco - è tornato Marino Sinibaldi- ma non mentre scrivo). La sera… la dedico all’una o all’altra cosa, a seconda dei casi.
Questa settimana Silvia ha iniziato a sentire muovere il pupetto, e ogni tanto mi metto lì fermo con la mano a sentire…. e forse l’altra sera ho avvertito un piccolo movimento, come un calcetto. Sarà stata solo un’impressione? Comunque, potete immaginare che emozione, percepire la presenza viva di questo piccolo alien presente nel corpo di Silvia.
Più si va avanti, più lui, o lei, occupa i nostri pensieri. Con tutta l’ingenuità che immagino essere lecita in questa fase, si fanno progetti, programmi, si stabilisce come si intende educarlo (il punto fermo per ora è tenerlo il più lontano possibile dai programmi TV – o per lo meno, dalla TV spazzatura). E si fanno anche sogni sul suo futuro. Com’è naturale, si vorrebbe che i propri figli realizzassero le proprie aspirazioni mancate (per pigrizia o doti insufficienti), ad esempio. Ieri, ospite a Fahreneight c’era una scrittrice di appena ventidue anni… non ricordo il nome, ma mi sembrava una ragazza in gamba. Se avessi una figlia che scrive romanzi, credo che sarei al settimo cielo. Forse più che artista o musicista (categorie immediatamente successive nella mia classifica dei miei sogni). Voglio fare di tutto perché il mio pupetto abbia le opportunità e gli strumenti per diventarlo, ma non voglio forzarlo. Più facile a dirsi che a farsi, credo. Ma forse ciò che più mi preme è semplicemente che sia onesto e laborioso, non arrivista, non approfittatore… poi qualsiasi lavoro va bene. Già sono partito con i castelli in aria. Stai tranquillo, Pipì, fai pure quello che ti pare, io ti voglio già bene lo stesso.
P.S.: Pipì è il nome coniato da mio padre… ovviamente non va preso nelle sue accezioni poco lusinghiere.
P.P.S.: Ho finito il primo dei due racconti di Tanizaki che Silvia mi ha regalato per Natale… raffinato e inquietantemente sadomaso come sempre.

martedì, gennaio 16, 2007

stasi e movimento

C'è un bel sole ma fa freddo, in questo inverno stranamente tiepido.

Sono qui seduto sul trespolo dell'internet point di corso S.Maurizio. Non mi trovo molto su questa tastiera così piccola. Ultimamente ho scritto davvero poco e mi dispiace... ma il libro mi assorbe tutte le energie e la voglia di scrivere qualcos'altro... ma tra un mese dovrebbe essere tutto finito, o almeno il più grosso...

Ieri Silvia ha avuto l'impressione di sentire qualcosa muoversi... mamma, che emozione!

Siamo andati a vederci Il grande capo di Lars Von Trier... che ridere, uno dei film più divertenti visti negli ultimi anni.

sabato, gennaio 06, 2007

maestro di vita

Sono appena le 16:20, ed è sereno, ma già lo vedo che inizia a far buio... fortunatamente, siamo già sulla strada del ritorno, e le giornate d'ora in poi non si accorceranno più

Sono qui che lavoro. Ho sempre lavorato durante queste vacanze, per lo più al libro. Sono già esausto... spero di potermi riposare un po' a febbraio, una volta consegnato. Silvia dorme qui sul divano, e sono leggermente brillo di cibo e di vino per il pranzo dai suoceri. Ascolto Anime salve di De Andrè, sulla scia dello speciale beccato per caso l'altra sera su Rai Due. L'amore per Fabrizio De Andrè deriva da mio padre, da quei tre vinili che ascoltava quand'ero piccolo (registrati su cassetta e ascoltati con un walkman arancione anni Ottanta). Da bambino avevo una gran paura quando ascoltavo La ballata dell'amore cieco, in particolare quella frase: "gli disse portami domani il cuore di tua madre per i miei cani". Ridevo inconsapevole ai versi de Il giudice "La maldicenza insiste, batte la lingua sul tamburo, come a dire che un nano è una carogna di sicuro, perché ha il cuore troppo troppo vicino al buco del culo". E poi quelle immagini così forti de La città vecchia, dei "quattro pensionati mezzo avvelenati", del "vecchio professore", del "tipo strano"... che mi si sono scolpite nella fantasia e non sono più mutate da allora. E infine le frasi che non capivo, e che solo in un secondo tempo ho compreso, come quel "e tu che con gli occhi di un altro colore, mi dici le stesse parole d'amore"... io pensavo che si potesse cambiare il colore degli occhi, come dei capelli...
Poi l'ho scordato per qualche anno, ho ripreso ad ascoltarlo timidamente durante gli anni di liceo e università, ho scoperto capolavori che prima non conoscevo, come Creuza de ma e La buona novella, e non ho più smesso. Ancora rimpiango di non essere andato a vedere un suo concerto, quando era in vita.

martedì, gennaio 02, 2007

2007

Il cielo azzurro, un vento fortissimo ma non freddo, un sacco di foglie secche che volano in mezzo alla piazza.

Questo è il primo post dell'anno. Si chiude così un anno importante, e si apre un anno ancora più importante. Sono successe un sacco di cose quest'anno, a me e intorno a me. Alcune sono riportate su questo blog, che sta per compiere il mezzo anno di vita. Altre sono arrivate troppo presto, o non hanno trovato posto su queste pagine. Cos'ho fatto in questo 2007? Fortunatamente, ho lavorato un sacco. Poi, ho conosciuto un po' di persone in diverse occasioni. Silvia ha trovato un buon lavoro. Siamo andati in Sicilia, soprattutto, ma anche a Iseo, a Triora, a La Salle, a Udine. Ci siamo trasferiti a Torino. Ho ascoltato per la prima volta alcune delle cose che continuerò ad amare per molto, molto tempo: Cat Power, Sufjan Stevens, gli Ardecore. Ho letto dei bei romanzi. Abbiamo avuto la notizia più grande della nostra vita.
Ma il 2007 si prospetta essere un anno molto più ricco: il ritorno a Canale, una nascita, due matrimoni in famiglia e due di amici cari, il libro su Kurosawa, tante decisioni sul futuro, sul lavoro di Silvia, su come riorganizzare questa casa. Soprattutto, una nascita. Inizieremo a calcolare gli anni di qualcuno partendo da questa data.

E la notte di capodanno l'abbiamo trascorsa con alcuni dei nostri amici più cari: Mana, Manu, Luca, e ovviamente Cristina e Diego. C'erano anche Leo e Stefania, amici di Diego. Eravamo a La Salle, in Val D'Aosta, da Cristina. E abbiamo davvero mangiato tanto, per lungo tempo. Senza alcuna pretesa, siamo stati davvero bene, tra amici.
Locations of visitors to this page