sabato, aprile 24, 2010

che scivolò nel fiume a primavera

Dopo la pioggia di ieri, il sole è tornato prepotente.

Questo post non rientra nel conto alla rovescia che chiude il sipario sul mio blog.
Giovedì 22 Aprile mi è giunta la notizia che Marinella, mia madrina, cugina prima di mia madre, era mancata dopo aver lottato contro un tumore per due anni, con una forza e un coraggio che non immaginavo avesse.
Marinella, la donna che mi tiene in braccio nella foto qui a fianco (insieme a mio padrino), era la unica figlia di mio zio Dorino, di cui avevo già parlato qualche tempo fa su questo blog. Viveva a Terni, quindi non la vedevo spesso. Ultimamente, poi, ci si vedeva più che altro nella cornice di ricorrenze spesso più tristi che liete.
Di Marinella ricorderò gli occhi chiari e allungati, la chioma rossa d'un tempo, l'abbigliamento anni Ottanta di quand'ero bambino e quella voce calda e sonora, dal tono gentile, dal timbro un po' particolare, dall'accento inconfondibilmente piemontese.

Quando facevo le medie, mi regalò un gioco da tavolo chiamato "Inkognito". Una specie di "Cluedo" ma più complesso. Mi ha sempre affascinato perché era un gioco di spie ambientato durante il Carnevale di Venezia. Ci ho giocato per la prima volta a distanza di dieci anni, perché bisognava essere per forza in tre o quattro, e non riuscivo mai a trovare qualcuno che avesse voglia di impararsi le regole. Ce l'ho ancora da qualche parte e lo terrò per ricordo.

Ieri sera, durante il rosario nella cappellina di Canale, mi sono reso conto di essere seduto quasi nello stesso punto in cui era seduta lei al mio battesimo, come mostra una foto di trentadue anni fa. La circolarità della cosa mi ha colpito, e mi è sembrato di cogliere il significato delle cerimonie nella vita di una persona.
Il ricordo più intenso che serberò di Marinella è la forza del suo abbraccio al funerale di mio zio Dorino.

giovedì, aprile 22, 2010

terzultimo

I primi caldi della primavera inoltrata. Il momento in cui mi godo davvero l'estate imminente. Più avanti, inizierò già a pensare a quando sarà finita.

Tap tap tap.
Clack. Claclack claclack.
Gneeeeeeek.
Ehm... c'è qualcuno?

Come forse si sarà capito, ho deciso di chiudere questo blog e di finirla col tira-e-molla. Sono passati quasi quattro anni da quando l'ho iniziato (era il luglio del 2006, all'indomani della morte di Syd Barrett, se ricordo bene), mi ha procurato molte soddisfazioni e, confesso, è durato molto più di quel che pensassi. Tra poco però si chiude il sipario.
Ho parlato di tante cose, qui dentro, intercettando anche alcuni momenti cruciali della mia vita, come la nostra bella parentesi torinese e, soprattutto, la nascita di Pietro. Ho scritto di vita quotidiana, di ricordi, di esperienze, della mia famiglia, del mio orto. Di musica, libri, cinema, politica, fumetti, cucina, chiavi di ricerca, viaggi. Ho parlato di un po' di tutto, effettivamente, e senza un criterio preciso. L'unica costante è stato il commento sul tempo iniziale, tanto per giustificare il titolo del blog (ispirato a una splendida canzone di Tom Waits). Questo blog è stato seguito da qualche amico e parente, qualche conoscente inaspettato, da occasionali naviganti del web e, negli ultimi tempi, da alcuni amici iscritti a Facebook. I suoi post sono stati commentati per lo più da altri amici blogger, in testa Alice, Riki e Mauso, seguiti da Mattia, Cinzia, Gianluca e Vaga.
Insomma, è stata una bella esperienza... e allora perché chiuderla? La ragione principale è la voglia. Più scrivi e più scriveresti. Meno scrivi, più ti allontani dai binari sui quali viaggia il tuo blog. Almeno per me è così. In un primo tempo, quindi, sono stato allontanato dalla scrittura da impegni lavorativi e, soprattutto, dalla stesura di un saggio cinematografico che mi ha tenuto impegnato per un anno e mezzo. E quando sono tornato, c'era già troppa polvere qui dentro, e siccome non mi piace fare le pulizie, ho preferito restare fuori casa.
Ultimamente, poi, altri impegni si sono aggiunti al lavoro, alla famiglia e all'orto... ma, in tutta franchezza, se davvero volessi, il tempo per un paio di post la settimana lo troverei.
Ci sono infatti anche altri motivi. Per esempio il fatto che di alcuni argomenti, che un tempo mi appassionavano, non ho più voglia di parlare. Uno di questi è la politica. Mi sono stufato di usare questo blog per affermare narcisisticamente la mia appartenenza o il mio dissenso, e ancora di più di fare il ripetitore di un'indignazione spesso a comando. Per quello ci sono già i gruppi Facebook, e anche da quelli ho imparato a tenermi alla larga. Insomma, dal punto di vista della politica nazionale sto attraversando una fase di apatica riflessione che mi toglie la voglia di parlarne qui. Ho provato più di una volta a commentare ciò che stava accadendo in Italia negli ultimi tempi, ma poi le mie parole mi sembravano inadeguate, e quindi desistevo. O sai scrivere di politica (e io non ne sono capace), mi dicevo, oppure, piuttosto di copincollare un link o di lasciare un breve e scontato commento emotivo, taci. Difatti ho taciuto.
Un altro argomento è la vita privata, forse quello che in passato mi divertiva di più, insieme ai ricordi. Ebbene, mi è passata un po' la voglia di tenere un diario della mia vita privata, almeno non così, non tra una recensione e un commento di attualità. Se deciderò di aprire un altro diario in rete, in futuro, probabilmente sarà soltanto quello. Stessa cosa per argomenti come la musica o il cinema. Se deciderò di scrivere ancora di musica o di cinema, magari lo farò in maniera più seria e articolata, e in un blog apposito. A proposito, il mio amico Mana ha di recente aperto un bel blog su questi argomenti. Andate a visitarlo, mi raccomando.
Detto questo, c'è modo e modo di lasciarsi, e se non riesco a farlo con stile, proverò almeno a farlo con un po' di dignità. Perciò questo non è l'ultimo post, bensì il terzultimo. Prima di salutarvi definitivamente, scriverò ancora su due argomenti importanti (uno in particolare) ai quali non ho mai fatto cenno su queste pagine.
Ai prossimi giorni, dunque.
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