sabato, settembre 29, 2007

macchina del tempo

Da ieri c'è un bel sole, e finalmente mi trovo in una posizione illuminata.

Udite udite! Stanotte Pietro ha dormito di filato da mezzanotte alle sei di mattina!

Ogni tanto, non so perché, mi viene l'idea di fare una lista dei principali difetti degli italiani. Poi, non so perché, penso che non sarebbe giusto e corretto, se non l'accompagnassi a una lista dei principali difetti miei. Quindi alla fine non faccio nulla.

Siccome da qualche giorno è iniziato il freddo, mi sono concesso di ascoltare il cofanetto di Natale di Sufjan Stevens, che mi ero vietato nel periodo estivo. L'ho fatto perché è bello poter associare determinate musiche a determinati periodi... queste faranno poi da ponte che conduce da un anno all'altro. Difatti, l'ascolto del cofanetto mi ha catapultato immediatamente nel mio inverno torinese. Uno dei più bei regali che ci ha fatto Dio, o chi per lui, magari Darwin, o che ne so io, è di avere la capacità di associare le sensazioni ai ricordi, e di poterne godere. È un po' la nostra macchina del tempo fatta in casa.

giovedì, settembre 27, 2007

continenti diversi

Il grigio e la pioggia autunnale sono arrivati di colpo, ieri mattina.

Lavoro con un panorama diverso davanti, bevo genmaicha, ascolto Nina Simone e ho l'impressione di trovarmi in un altro continente. Questo, forse, perché ho appena traslocato il mio angolo di lavoro... per l'ennesima volta. Mi sono spostato dal salotto allo studio, dove ero già in origine tre anni fa, ma in un altro punto. Ora guardo su via vecchie mura, attraverso le piante sul davanzale.

L'altro ieri ero a Torino, passeggiavo sotto un cielo nuvoloso, giravo per negozi di CD e librerie, ma alla fine non avevo mica voglia di comprare, e lasciavo tutto sugli scaffali.

Silvia e Pietro dormono di là, dopo una notte in cui il sonno è stato poco generoso. E pensare che per tre o quattro notti lui si è svegliato solo una, massimo due volte per notte. Ieri sera invece non voleva saperne di dormire, e l'ho sfinito io verso l'una, sulle note di Innocent When You Dream, dopo aver cantato per una mezz'ora abbondante. Inserisco qui sotto un video della canzone, appena trovato su YouTube... in fondo c'è il logo di Rai Due... incredibile, c'è stato un tempo in cui Rai Due trasmetteva concerti di Tom Waits, invece dell'isola dei famosi...


domenica, settembre 23, 2007

autunno

"...But I can be found
in the garden
singing this song
when the last rose of summer is gone."

Oggi inizia l'autunno. Per quanto io ami le temperature calde, ho un debole per autunno e primavera, perché ne percepisci l'arrivo più intensamente rispetto all'estate e l'autunno. Se in primavera a bombardare i sensi sono profumi di fiori, cinguettii d'uccelli e una luce che si fa sempre più stabile e rassicurante, dell'autunno amo l'odore della vendemmia, passeggiando da solo in paese nel primo pomeriggio, l'odore dei falò e delle foglie morte, la luce bassa e calda delle giornate di sole, il chiudersi in casa la sera.
In Via Vecchie Mura, la via accanto a casa mia, c'era una casa vecchia vecchia e abbandonata... in questi giorni l'hanno buttata giù, poverina.

sabato, settembre 22, 2007

imitazioni e somiglianze

...E finalmente si giunse alla tuta.

Quando Pietro era nella pancia, aveva due imitazioni predilette, che sfoggiava di tanto in tanto: il cubo e la ciambella.
Ora, quando dorme, spesso assume le posizioni di haniwa, superman, linus e cactus.
Quando lo tiri su mentre ancora è addormentato, si stira e si accartoccia tutto come i ragni quando fingono di essere morti.
Quando ha in testa il cappuccio della felpa senza indossarla, come nella terza foto del 16 settembre, mio padre lo chiama "Savonarola".
L'espressione della quinta foto nella stessa pagina, invece, è stata da noi soprannominata "tarsio".

Due mesi di vita e così tante identità...

p.s.: Dopo due nottate passate svegliandosi ogni ora, questa notte Pietro si è svegliato una sola volta... gioite, genti, gioite!

giovedì, settembre 20, 2007

statistiche e letture

A metà mattinata, corro ai ripari e metto le maniche lunghe.

Come qualcuno forse avrà notato, qualche tempo fa mi sono deciso a mettere un contatore al fondo del blog. Mi piace vedere chi ci arriva, come, quando e da dove ci arriva. La cosa più divertente è leggere le parole chiave inserite sui motori di ricerca che hanno dato tra i risultati anche il mio blog. Francamente, non sapevo che una cosa del genere fosse possibile... l'ho appreso solo sul blog di Mattia. Fatto sta che escono fuori ricerche parecchio strane... e direi che la parola "troie" nel post del primo settembre, ha riscosso un certo successo (verificate andando sull'icona in fondo, se volete)... ^____^

Alla fine ho deciso di leggere Noi la farem vendetta di Paolo Nori, che avevo comprato qualche tempo fa. Parla della strage di Reggio Emilia, ma nel tipico stile di Nori... per ora ho letto il primo capitolo ed è interessante come arriva all'argomento, anche se alcuni spezzoni già li aveva usati nel suo contributo a Deandreide.
Come al solito, ecco qui l'inizio. Dato che è tutto diviso in mini-blocchi, riporto il primo:

Un mondo nuovo

Stamattina due camion bloccavano via Marsala e degli operai avevan tirato uno di quei nastri cellofan bianchi e rossi e l'avevan fatto per via che davanti alla tabaccheria all'altezza delle strisce pedonali era crollata la strada. Dopo in via dei Mille al supermercato davanti allo scaffale delle marmellate c'era un secchio per terra ce l'avevan messo perché dal soffitto pioveva. Poi a casa è arrivata Francesca con una borsa di roba da mangiare che aveva preparato sua mamma come è stata sopra al tappeto ha cominciato a colare si era rotto il contenitore del minestrone. Dopo quando ho cambiato mia figlia ho scoperto che aveva il pannolino messo male e tutta la schiena e tutta la canottiera sporche di merda. Dopo piangeva nel toglierle il gioco delle api che girano dalla carrozzina l'ho fatto cadere s'è spaccato un angolo della casetta di plastica marrone. Dopo la connessione con internet non funzionava e se tenevo il filo attaccato non funzionava neanche il telefono. Poi ho fatto per sedermi sul divano ho visto che la merda aveva sporcato anche il divano. Allora mi è venuto da pensare una cosa che ultimamente ogni tanto mi vien da pensarla che il mondo così come l'ho conosciuto io non esiste più che al suo posto ne han messo uno nuovo.

mercoledì, settembre 19, 2007

estate agli sgoccioli

Siamo arrivati agli ultimi giorni d'estate. Oggi sono uscito verso ora di pranzo, e il calore aveva già un altro odore.

Ogni giorno mi passano delle cose per la testa, cose che vorrei scrivere sul blog. Passano e vanno, forse perché non meritano di essere scritte. Ultimamente ascolto meno cose nuove... sto ripassando un po' i miei soliti ascolti e rispolverando album che non sentivo da tempo, non so perché, come To Bring You My Love di P.J. Harvey, uno degli album preferiti della mia adolescenza, e Tommy degli Who un'opera talmente fondamentale per il rock, che non potevo non farla sentire a Pietro.

Ieri sera ho finito Sulla Strada... sono contento di averlo letto. Non solo perché è bello, ma anche perché mi pesava averlo interrotto, un po' come qualunque libro interrotto.

Ora devo pensare a cosa leggere.

domenica, settembre 16, 2007

due giornate al mare

"Una giornata al mare
tanto per non morir
e
nelle ombre di un sogno
o forse di una fotografia lontani dal mare
con solo un geranio e un balcone"

Venerdì e sabato siamo andati a Borgio Verezzi con Pietro e i miei, per scollarci, una volta tanto, da questo appartamento. Nel mare ci siamo solo bagnati i piedi, ma Pietro ha così avuto occasione di vederlo, sentirlo e respirarlo per la prima volta. Per il resto, l'abbiamo visto più che altro da lontano, preferendo ai palazzoni di dubbio gusto della parte bassa, la suggestiva parte antica vicina alla chiesa di S. Pietro. Ancora più bello era il borgo alto che ieri abbiamo raggiunto, marsupio a spalla, da un ripida strada di sassi che si snodava tra ulivi e carrubi.
Pietro ci ha lasciati dormire poco la notte, ma si è divertito. Ora reagisce sempre di più e prova a imitare le risate e le voci... fa davvero ridere.

Ieri notte, prima di addormentarmi stanco morto, mentre parlavo con Silvia nel letto, ho chiuso gli occhi e ho avuto una di quelle visioni che di sera anticipano i sogni. Ho visto un dobermann che si arrampicava su una palma, a zampe larghe. Sul momento l'ho trovato davvero divertente.

Stanotte poi ho fatto tanti sogni, lunghi e complessi: c'erano i miei nonni in scenari fantascientifici, e c'era una guerra in corso, e io ero Sal di Sulla strada e con la mia squadra dovevamo scendere dalle scale. Ma sotto c'era Dean, l'altro protagonista del romanzo, che faceva da cecchino, e ci decimava. E siccome Sal e Dean, nel romanzo, sono molto amici e la storia non ha niente a che fare con la guerra, mi chiedevo il perché di tutto ciò.

Ecco qualche foto scattata ieri. Sono più del solito, ma devo farmi perdonare una settimana di assenza dal blog. Come al solito, cliccare sopra per ingrandire.






domenica, settembre 09, 2007

capitolo

Una coperta in più, la notte.

Ieri si è sposata mia sorella Giuditta, mentre il 30 giugno si era sposato mio fratello Matteo. È un anno ricco di cerimonie: si sono sposati anche Manu e Diego, Mauro e Riki, e il mio mitico compagno di liceo Varaldo (detto Varambo). Poi il battesimo di Pietro e a dicembre quello del mio figlioccio, ovvero il futuro figlio del fratello di Silvia, che nascerà a fine ottobre.

E così ora ce ne siamo andati tutti e tre dalla casa in cui abbiamo vissuto insieme per una trentina d'anni circa. L'abbiamo lasciata lì a contenere un sacco di ricordi. Non che adesso non ci andiamo spesso, anzi: siamo sempre lì a portare Pietro, che a sua volta vi costruirà parte dei suoi ricordi d'infanzia. È solo per dire che, ecco, si chiude un capitolo della nostra vita, e a pensarci non sembra vero, sebbene io me ne sia andato già da tre anni.
Sigillo questo momento con una vecchia foto di noi tre fratelli insieme a Dick, il bassotto di mia nonna. Francamente non mi ricordo quell'occasione, e non saprei proprio spiegare il perché io facessi la pipì (in una ciotola?) proprio in quell'istante. Però mi fa ridere.

sabato, settembre 08, 2007

sogni di feste e di morti

Settembre, le prime maniche lunghe al mattino. Poi si passa a quelle corte nel pomeriggio.
Questa notte ho sognato una grande festa. Una festa enorme, con una messa in una chiesa colossale. Era una specie di battesimo. Un sogno lungo e complesso che ricordo a fatica. Tanti cibi, tanti amici, tanti parenti che per la verità non ho. Ricordo addirittura un personaggio de Il Padrino - Parte Terza, che nel sogno era il nonno di Vaga, che mi invitava in Sicilia. Effettivamente, ieri sera abbiamo visto la terza parte della trilogia di Coppola... si sa che è un film molto meno riuscito degli altri due, veniva persino citato nei Simpson come esempio di cosa malriuscita... ma non pensavo così tanto. Non sembra nemmeno girato dalla stessa persona. D'accordo che sono passati sedici anni dalla stupenda seconda parte a questa, ma... vabbè, c'è anche del buono, come gli interessanti legami con la storia vera.
L'altra notte invece ho sognato che abitavo in un condominio enorme, in una specie di Megalopoli cyberpunk o da film di fantascienza alla Brazil. A un certo punto ero nel cortile del mio palazzo e vedo una vecchia, su un balcone del palazzo adiacente, salire su uno sgabello e buttarsi oltre la ringhiera. Io provo a chiamare l'ambulanza, ma ogni volta sbaglio a comporre il numero. Una cosa tipica dei sogni. Mi chiedo perché ci si ritrovi sempre in queste situazioni di impotenza, quando si sogna. A parte tutto, credo che il sogno dipenda dal fatto che nel palazzo qui di fronte la settimana scorsa è morta una signora anziana. Ci sono due balconi, uno sopra l'altro, da cui si affacciavano sempre due signore anziane, e io non le distinguevo mai. Ogni tanto credevo addirittura che fosse una sola. In realtà erano molto diverse. La settimana in cui ho visto il carro funebre, erano chiuse entrambe le tapparelle, e io ho passato una settimana a chiedermi quale delle due fosse deceduta, o se fossero morte tutte e due, o se in realtà si trattasse effettivamente di una sola donna. Il giorno prima che facessi questo sogno, la vecchina del piano di sotto è tornata a fumare sul balcone. Forse nel sogno tentavo di ricongiungerla alla sua immagine speculare nella mia mente? Se lo sapesse, mi manderebbe un accidente, ma non si dice che così si allunga la vita alla gente?

mercoledì, settembre 05, 2007

ronin e carbonari

Ancora buio. Si vede che ci si avvicina all'autunno.

Ecco, ci risiamo. È dalle 4:30 che non chiudo occhio. Persino Pietro dorme più di me. Pazienza, d'estate è bello perché anche se ti alzi di notte, non fa freddo.
Qualche tempo fa ho detto che avrei messo un'immagine particolarmente bella o significativa di ogni DVD che avessi visto. Be', non proprio di tutti, dipende se mi ricordo o meno. L'altra sera - o meglio, le altre sere - ci siamo visti Genroku Chūshingura - La vendetta dei 47 ronin fedeli di Kenji Mizoguchi. È una trasposizione cinematografica di un celeberrimo fatto realmente avvenuto, servito da soggetto per innumerevoli opere teatrali, film, ecc, in Giappone. Qui potete trovare la storia.
A un certo punto Silvia è andata a dormire, e siamo rimasti io e Pietro seduti sulla poltrona a guardare il film. Faceva ridere vederlo osservare la televisione, perché si tratta di un film giapponese del 1941, sottotitolato e lungo quasi quattro ore. Però sono riuscito ad addormentarlo.
L'immagine che metto qui è una di quelle che mi è sembrata più significativa, non tanto a livello di bellezza dell'inquadratura, quanto per il suo ruolo all'interno del film, che si basa tutto sull'attesa del momento della vendetta ma, quando questa avviene, non viene mostrata: semplicemente ci viene raccontata, letta in una lettera come un fatto già avvenuto, nell'immagine che qui vedete. Vi assicuro che ha un certo impatto sullo spettatore.


Ieri mi è anche arrivato a casa il CD originale di Acqua foco e vento di Riccardo Tesi, uno degli album più ascoltati da Pietro. Vale davvero l'acquisto. Contiene tutte canzoni che l'organettista pistoiese riprende dalla tradizione popolare toscana, e una delle mie preferite è La ballata del carbonaro, che inizia così:

"Vita tremenda, vita tribolata
Di chi alla macchia va per lavorare
Vita tremenda triste e strapazzata
Non si può creder quanto immaginare.

Parte da casa ha poco lieto il cuore
Si riunisce insieme ai suoi compagni
Lascia la moglie sola nel dolore
E i figli scalzi e ignudi come ragni.

Dicendole se giova il mio sudore
Speranza ho di far buoni guadagni
Soccorso vi darò poi lo vedrete
Comprerete il vestire e mangerete.

rit.
In Corsica, in Sardegna e fino a Rieti
Star sette mesi e non mi spoglio mai
Ma in cerca di fortuna
S'andrebbe anche nel grigio della luna..."

lunedì, settembre 03, 2007

viaggiare e dormire

Caldo di giorno, fresco di sera.

In questi giorni abbiamo viaggiato un po' con Pietro. Sabato i nonni l'hanno portato al Forte di Barde, in Valle d'Aosta, a vedere una mostra sull'astronomia. Siamo stati bene, abbiamo mangiato un pranzo buonissimo, abbiamo visto bei posti... e Pietro ha dormito tutto il tempo.
Ieri invece abbiamo fatto una passeggiata di circa un'ora e mezza, portando Pietro nel marsupio (che male alle spalle, una volta tornati...). Siamo andati fino a Madonna di Loreto e ritorno, camminando per le belle campagne nostrane... e Pietro ha dormito tutto il tempo.

sabato, settembre 01, 2007

troie di regime

Sole di Settembre.

Ieri sera, verso mezzanotte, mi è capitato di vedere un pezzo di uno speciale sui lavavetri, dovuto alla questione che si è sollevata negli ultimi giorni. A un certo punto, compare come colonna sonora del servizio un frammento di La domenica delle salme, di Fabrizio De André. Quello, appunto, sui lavavetri polacchi fermi ai semafori a lavare i finestrini magari delle FIAT Uno, forse in partenza per le vacanze (almeno secondo le interessanti interpretazioni sul testo che potete trovare qui su viadelcampo - da solo non avevo colto molte metafore, lo ammetto).

I versi recitano:

I polacchi non morirono subito
e inginocchiati agli ultimi semafori
rifacevano il trucco alle troie di regime
lanciate verso il mare

Ma siccome siamo in Italia, i curatori del servizio hanno pensato bene di amputare ad arte il verso che ho evidenziato in rosso.
Ora, sulla TV italiana siamo ormai abituati a ogni nefandezza, forse di più su Mediaset, ma anche la RAI se la cava bene. Di troie in carne e ossa è già piena, c'è da scandalizzarsi per la sola parola? Che bisogno c'era di deturpare ipocritamente un verso di quella che probabilmente è una delle più belle poesie dell'ultimo ventennio sull'Italia, rendendolo incomprensibile e privo di logica (di fatto viene a mancare il verbo relativo a "polacchi" e il soggetto della frase successiva, e "semafori" non si accorda certo a "lanciate", in quanto a genere)? Paura della parola? Paura della metafora? E allora non potevate prendere un'altra canzone?
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