domenica, dicembre 30, 2007

tempo di bilanci

Sempre cielo azzurro, sempre la luce arancione sul palazzo di fronte.

Oggi finisce il 2007, che è innanzitutto l'anno di Pietro. Mi fa pensare che non sarà mai più il 2007, l'anno in cui è nato. Non avrà mai più un mese, due mesi, tre mesi, quattro mesi, cinque mesi. Il tempo ora archivia l'inizio della sua esistenza e si apre su altri scenari.
È stato un anno di eventi: il matrimonio di Matteo e Giuditta (non tra di loro, ovviamente, essendo mio fratello e mia sorella); il matrimonio di Manu e Diego (tra di loro); quello di Mauro e Riki; quello del mio amico di liceo Rambo. E per quest'anno che viene, già è previsto un altro matrimonio importante, che mi vedrà testimone di nozze (questa ancora mi mancava). C'è stata infine la nascita di Andrea Francesco, il cugino di Pietro, a cui ho fatto da padrino.

Oggi però finisce anche il dicembre 2007, e quindi eccoci nuovamente alla classifica delle più belle chiavi di ricerca che hanno portato a Strange Weather nel corso del mese. Mese davvero ricco, tra l'altro: ben tredici pagine di ricerche su ShinyStat.
Innanzitutto, ecco la mia personale top ten:

1) vestito per polpo
2) video solletico a letto
3) due film
4) freddo e occhi stanchi incinta?
5) foto di un pollo
6) come evitare che in macchina si formi condensa sui vetri?
7) "signora giapponese" "torino"
8) in gravidanza continuo a sbadigliare
9) come fare se mio figlio é raffreddato e non respira di notte
10) copertina album occhio gigante e uomo nudo rannicchiato

a cui si aggiunge:
* mary poppins con lupara
(questa mi avrebbe fatto schiattare dal ridere meritando il primo posto, se non avessi già saputo che è il soggetto di una maglietta della "Siculamente")

e la serie:

* sette coniglietti andavano a spasso
* sei coniglietti andavano a spasso uno di loro
* tre coniglietti andavano a spasso

Oltre alle domande bizzarre, si profilano una serie di veri e propri filoni. Il più consistente è quello che riguarda gli animali, in particolare gli animali strani. La ricerca "animali strani" ha raggiunto quota sessanta (il massimo), senza contare le diverse formulazioni o quelle errate. A questa si aggiungono cose come:

pesce blob
axoloti
coniglio angora
pesci strani
tarsio
animali mitici
animali strani veri
blob fish
coniglio testa di leone
cuccioli di bradipo
gufi natalizi
mostri dinosauri
mostri e schifezze
animali alieni
animali e pesci strani
cani strani
cuccioli d'orso
cuccioli di komondor
cuccioli orso
pesce testa di leone
pesci forme strani
gatti taciturni

In questo caso i più belli sono forse "animali alieni" e "gatti taciturni".

Poi c'è il ricchissimo filone vestiti, in particolare vestiti da carnevale. D'accordo che quest'anno carnevale è presto, ma non vi sembra di essere un po' in anticipo? Eccone alcuni esempi:

vestito da marziano
vestiti bimbi
abbigliamento bambini francese
cappello da extraterrestre
carnevale: vestito di marziano
costume da carcerato
costume per carnevale da polipo
costume per carnevale da pollo
costumi da domatrice
creare un costume da marziano
foto bambino vestito da marziano
gruppo vestito da marziani
immagini di vestiti per extraterrestri di carnevale
pigiama con gufi
vestiti americani per ragazzi
vestiti artigianali di carnevale
vestiti bambini
vestiti gufo
vestiti il gufo
vestiti strani
vestiti teschi
vestito da fantasma per bambini
vestito da fiore
vestito da zingara
vestito per banbini

Infine c'è ovviamente il classico filone erotico, che comprende:

patata bagnata
polonia troie
troie
troie a ragusa
troie di ragusa
troie in carne
troie tv italiana
www siamo troiette

Per concludere, segnalo il ritorno della ricerca sull'incipit del mitico romanzo di Snoopy: "era una notte buia e tempestosa".

Buon anno a tutti!

sabato, dicembre 29, 2007

pannolini ecologici

Al mattino c'è un cielo azzurro e una luce arancione. Ieri passeggiavo per il freddo di Canale ammaliato dall'ascolto dei Radiohead.

Inauguro con questo post una nuova sezione del blog, inerente a questioni "pediatriche". Visto che Internet è una risorsa molto utile per informarsi sulle questioni riguardanti i bambini, voglio dare anche io il mio contributo riportando le nostre esperienze o i risultati delle ricerche sulla rete. Ma che bravo, eh?!

Circa un mese fa, io e Silvia abbiamo optato per un cambiamento di rotta, sostituendo ai pannolini classici, quelli ecologici. Francamente era una cosa che volevo fare sin dall'inizio, ma devo ammettere che in un primo tempo mi ero lasciato scoraggiare dalla cosa. Il dubbio principale, oltre a quello più "egoista" riguardo la praticità era: d'accordo che non inquini l'ambiente gettandoli via, ma se poi devi fare mille lavaggi, non inquini comunque con i detersivi? In realtà non avevo ben presente quanti lavaggi bisogna fare COMUNQUE, con un bambino: bavaglini, calzini, tute e via dicendo praticamente ogni giorno (non vi dico quanto si impiega a stendere tutto quel micro-bucato pezzo per pezzo)... quindi l'aggiunta dei pannolini in lavatrice non è che influisca più di tanto.
Dopo esserci informati un po' in rete, abbiamo quindi deciso di comprare i Popolini. Per chi fosse interessato, da queste parti li vende "Fili di cristallo", ad Alba. La spesa iniziale è un piccolo colpo al cuore: sono circa diciotto euro a pannolino, e per viaggiare bene ne servirebbero almeno 15 (noi finora siamo andati avanti con otto, ma ogni tanto si rimane "scoperti"). Ma sul lungo termine si guadagna indubbiamente, specialmente se, diversamente da come abbiamo fatto noi, li si utilizza da subito. E specialmente se si inizia già con il modello "One Size", che dura di più ed è, come dice il nome stesso, a taglia unica. Noi abbiamo iniziato con il modello Two Size piccolo, che è indubbiamente più pratico perché formato solo da due pezzi. Però, non avendo la mutandina impermeabile intercambiabile, con gli anni si può rovinare. Per quanto riguarda il modello One, invece, basta sostituire la mutandina impermeabile una volta che si è rovinata, mentre il pannolino di spugna ti dura una vita. Abbiamo provato a usare questo modello solo ieri ed è effettivamente un po' più scomodo, specie se si ha un bimbo ipercinetico come Pietro, ma credo sia questione di prendere la mano. Inoltre, alla prima prova sembra tenere molto bene la pipì.

In definitiva, quali sono i vantaggi dei pannolini ecologici?
Parlando con la gente viene sempre fuori l'aspetto economico, ma mi stupisco di come nessuno parli mai dell'aspetto ecologico, che è quello che più mi preme e che maggiormente mi rodeva durante l'impiego degli usa e getta. Questi ultimi non sono biodegradabili, producono un'enorme mole di rifiuti e, ultimo ma non meno importante, contengono sostanze chimiche che inquinano l'ambiente e che non mi piace sapere in continuo contatto con le parti più delicate di Pietro.
Perciò, secondo me, già questo ne varrebbe la spesa (per informazioni più dettagliate sull'impatto ambientale dei pannolini, sul risparmio e via dicendo, guardate le prime tre sezioni sul sito dei Popolini... ok, sarà anche di parte, ma...).
Ci sono però altri vantaggi, oltre a quello economico ed ecologico. Innanzitutto, la pelle del bimbo respira meglio. Poi c'è da dire che tengono molto meglio la cacca, rispetto agli usa e getta. Con questi ci toccava spesso dover lavare body e tutina, mentre con gli ecologici non capita. E allora, se bisogna proprio lavare qualcosa, tanto vale lavare il pannolino, no? D'altronde, bisogna ammettere che di notte tengono un po' meno la pipì, ma il problema può essere ovviato inserendo due strisce di stoffa assorbente all'interno, invece di una. Gli usa e getta tengono bene la pipì perché contengono sostanze chimiche che la trasformano in una specie di gelatina (questo lo dice il sito dei Popolini... io non ho modo di verificare, ma è vero che ogni tanto trovavamo una specie di gelatina trasparente negli usa e getta), cosa non proprio naturale. Inoltre, bagnandosi un po' i bambini dovrebbero anche imparare prima a tenere la pipì.
E per finire, sono belli morbidi!

Insomma, per com'è andata finora, io li consiglio.

martedì, dicembre 25, 2007

auguri

Immaginiamo un Natale con la neve.

Auguri a tutti quelli che capitano su Strange Weather!


lunedì, dicembre 24, 2007

la prima vigilia

Giornata uggiosa, per la prima vigilia di Natale di Pietro. Sediamoci ad ascoltare canzoni di Natale.





venerdì, dicembre 21, 2007

il giorno più corto dell'anno

Il sole, il freddo, il mal di gola, Pietro raffreddato.

Me ne sto qui a cercare di lavorare, ma oggi sono raffreddato e ho il mal di gola, e lavoro sì, ma non troppo sul serio. Come avrete intuito, in questi giorni non ho molto da dire. Nessuna novità particolare da raccontare. La nostra vita familiare procede placida e tranquilla, coi suoi problemi e le sue gioie.
Pietro ha detto "Babba", ma è raffreddato... magari voleva dire "Papà"?
Ieri sera sono andato da Mana con Bosco e Bolla (rigorosamente per cognome, come si faceva al liceo), e sebbene sia stato molto bene, avevo una gran voglia di rivedere Pietro, al ritorno.
D'inverno mi piace guardare il fumo bianco che esce dalle case.
Penso a che scusa inventare un giorno, quando Pietro mi chiederà perché cavolo ci sono duecento orrendi babbi Natale impiccati ai balconi, disseminati per il paese.
Il nuovo pediatra ha un poster di Che Guevara nello studio, e chiama Pietro "Gianduia".
Il Pandoro del LIDL costa poco ma sa troppo di burro.
Guardo la trascrizione della conversazione tra Berlusconi e Saccà su L'espresso e mi cadono le braccia per il suo contenuto. Mi accorgo che l'autore della trascrizione ha ripetutamente scritto "so" con l'accento, e mi cadono di nuovo le braccia.
Oggi è il giorno più corto dell'anno, se non sbaglio.
Oggi mi sono svegliato un po' rintronato dal raffreddore e dalla serata tra amici, ma c'era il sole... ho steso i pannolini, impacchettato un regalo per Silvia, e ascoltato la delicata Agosto dei Perturbazione. Ne inserisco qui sotto il bel video animato, un po' per equilibrare con un goccio di malinconica dolcezza la brutalità del video amatoriale di Sidun, un po' perché vorrei inaugurare una nuova etichetta intitolata "italian music". Perché in inglese? Perché chissà, magari può servire agli occasionali visitatori stranieri di questo blog, i quali così potranno conoscere qualche canzone italiana (non so perché, ma io sono sempre stato un po' affetto da manie di proselitismo).
Comunque guardatelo, perché è molto carino.

sabato, dicembre 15, 2007

neve

Scendere con la solita faccia inespressiva dovuta a questi giorni di stanchezza, tirare su la tapparella, vedere la neve e spalancare la bocca per lo stupore, come i bambini.

La neve mi ha messo inevitabilmente di buon umore. Non vedo l'ora che Silvia e Pietro si sveglino per dirglielo. Per un attimo sono stato tentato di correre in camera ad avvertirli, ma poi ho pensato che forse era meglio di no. Vedere che inizia a nevicare è bello, ma trovarsi la neve al mattino è un regalo.
Stamattina guardavo Pietro nel lettone, e pensavo ai bei pomeriggi di gioco dell'infanzia: fare la conserva coi nonni d'estate; gli esperimenti di mio fratello, con un vago ricordo di calamite, odore di plastilina sciolta, buche nel terreno, microscopi; i mille cartoni animati giapponesi e le pubblicità dei giocattoli d'inverno, attese quasi più degli stessi cartoni animati; la televisione senza telecomando, con una decina di tasti verticali; mangiare neve, limone e zucchero; l'uovo frullato con cacao e zucchero; la sottiletta cotta, un'ambita leccornia; la tenda degli indiani; le canzoni di mia sorella e le storie che ci inventavamo sui nostri gatti; le assi di legno usate a mo' di rampe per le biciclette, nei lunghi e fantastici pomeriggi estivi passati coi nonni; il mangianastri nero, poi quello bianco, che ci sembrava futuristico (per non parlare dello sportello del lettore CD di mio padre... pura fantascienza); le giornate passate a giocare con Vaga, e quando i nostri genitori venivano a prenderci a casa dell'uno o dell'altro, ci nascondevamo per non farci trovare, nell'illusione che potessero durare all'infinito; le estati a Valdieri, e quella specie di aeroplano con le ali di polistirolo.
Per ora mi fermo qui, e fantastico sull'infanzia di Pietro.

giovedì, dicembre 13, 2007

sidun

Pecorelle e raggi di sole in cielo.

Ecco qui il testo e la traduzione di Sidun di Fabrizio de André, per me una delle più belle e commoventi canzoni di sempre. Li ho presi da Via del campo, un sito molto ricco su Fabrizio. Potete trovare traduzioni della canzone in altre lingue, a questo indirizzo (to non-italian readers: you can find translations of this song in other languages at this address).
Ecco di cosa parla la canzone, nelle parole dello stesso autore:

"Sidone è la città libanese che ci ha regalato oltre all'uso delle lettere dell'alfabeto anche l'invenzione del vetro. Me la sono immaginata, dopo l'attacco subito dalle truppe del generale Sharon del 1982, come un uomo arabo di mezz'età, sporco, disperato, sicuramente povero, che tiene in braccio il proprio figlio macinato dai cingoli di un carro armato. (...) La piccola morte a cui accenno nel finale di questo canto, non va semplicisticamente confusa con la morte di un bambino piccolo. Bensì va metaforicamente intesa come la fine civile e culturale di un piccolo paese: il Libano, la Fenicia, che nella sua discrezione è stata forse la più grande nutrice della civiltà mediterranea".

Ed ecco il testo in genovese e italiano:

U mæ nininu mæ
u mæ
lerfe grasse au su
d'amë d'amë

    Il mio bambino il mio
    il mio
    labbra grasse al sole
    di miele di miele

tûmù duçe benignu
de teu muaè
spremmûu 'nta maccaia
de stæ de stæ

    tumore dolce benigno
    di tua madre
    spremuto nell'afa umida
    dell'estate dell'estate

e oua grûmmu de sangue ouëge
e denti de laete
e i euggi di surdatti chen arraggë
cu'a scciûmma a a bucca cacciuéi de bæ

    e ora grumo di sangue orecchie
    e denti di latte
    e gli occhi dei soldati cani arrabbiati
    con la schiuma alla bocca cacciatori di agnelli

a scurrï a gente cumme selvaggin-a
finch'u sangue sarvaegu nu gh'à smurtau a qué
e doppu u feru in gua i feri d'ä prixún
e 'nte ferie a semensa velenusa d'ä depurtaziún

    a inseguire la gente come selvaggina
    finché il sangue selvatico non gli ha spento la voglia
    e dopo il ferro in gola i ferri della prigione
    e nelle ferite il seme velenoso della deportazione

perché de nostru da a cianûa a u meü
nu peua ciû cresce aerbu ni spica ni figgeü
ciao mæ 'nin l'ereditæ
l'è ascusa

    perché di nostro dalla pianura al molo
    non possa più crescere albero né spiga né figlio
    ciao bambino mio l'eredità
    è nascosta

'nte sta çittæ
ch'a brûxa ch'a brûxa
inta seia che chin-a
e in stu gran ciaeu de feugu
pe a teu morte piccin-a

    in questa città
    che brucia che brucia
    nella sera che scende
    e in questa grande luce di fuoco
    per la tua piccola morte.


Qui sotto trovate un video senza troppe pretese, giusto per permettervi di ascoltare la canzone. Ho però trovato anche un altro video, di cui mi limito a segnalare il link perché, per la violenza delle sue immagini (foto e filmati di guerra), turbava la sensibilità di qualcuno. Ha come colonna sonora una versione della canzone dal vivo, che non avevo mai sentito, ma le immagini sono ben più significative e, ahimé, ben più dolorose.
Infine ho anche trovato quello che sembra essere il video originale, registrato da "mixer" nel 1984.






martedì, dicembre 11, 2007

per Mauro e Riki

Là fuori c'è di sicuro la brina.

Che dire... sono commosso, ci avete fatto davvero un bellissimo regalo di Natale! Non c'è nulla di più bello di un racconto, e io cercherò di insegnarlo a Pietro con storie come questa.
Grazie! Grazie! Grazie!

domenica, dicembre 09, 2007

cavalieri erranti

Che cielo grigio... ha voglia di nevicare?

Lavorando a casa, in teoria per me tutte le mattine sono uguali, festive o non. Eppure, correre a giocare dieci minuti con Pietro nel lettone, di domenica ha un sapore diverso. In questi giorni, il massimo del divertimento, oltre a mordicchiarlo dappertutto, è girarlo a pancia in giù. Lui sta un po' con il testone ritto, poi distende un braccio e si rotola sulla schiena. Sa già che noi esultiamo quando fa così, e lo ricopriamo di baci. Perciò una volta atterrato già inizia a ridere.

È un po' che non inserisco qualche sua foto... eccone qui qualcuna.

Siccome ero un po' stufo di leggere racconti e volevo iniziare qualcosa di più consistente, per quanto mi divertissero i racconti di Maupassant, ho deciso di accantonarli per iniziare a leggere il Don Chisciotte. Questo anche per pietà della mensola accanto al letto, che reggeva con fatica il peso del volumone newton (lo si intravede alle spalle di Pietro nella foto sul lettone). Non che Don Chisciotte sia esattamente sottile, ma è diviso in due volumi. Purtroppo, negli ultimi due giorni ero così stanco, la sera, che mi prendeva subito sonno, e non sono ancora riuscito a godermelo come si deve.

Ecco qui l'inizio:

"In un paese della Mancia, di cui non voglio fare il nome, viveva or non è molto uno di quei cavalieri che tengono la lancia nella rastrelliera, un vecchio scudo, un ossuto ronzino e il levriero da caccia. Tre quarti della sua rendita se ne andavano in un piatto più di vacca che di castrato, carne fredda per cena quasi ogni sera, uova e prosciutto il sabato, lenticchie il venerdì e qualche piccioncino di rinforzo per la domenica. A quello che restava davano fondo il tabarro di pettinato e i calzoni di velluto per i dì di festa, con soprascarpe dello stesso velluto, mentre negli altri giorni della settimana provvedeva al suo decoro con lana grezza della migliore. Aveva in casa una governante che passava i quarant'anni e una nipote che non arrivava ai venti, più un garzone per lavorare i campi e far la spesa, che gli sellava il ronzino e maneggiava il potatoio. L'età del nostro cavaliere sfiorava i cinquant'anni; era di corporatura vigorosa, secco, col viso asciutto, amante d'alzarsi presto al mattino e appassionato alla caccia. Ritengono che il suo cognome fosse Quijada o Quesada, e in ciò discordano un poco gli autori che trattano questa vicenda; ma per congetturare abbastanza verosimili si può supporre che si chiamasse Quijana. Ma questo, poco importa al nostro racconto: l'essenziale è che la sua narrazione non si scosti di un punto dalla verità..."

martedì, dicembre 04, 2007

alieni

Oggi Pietro prendeva il sole nel cortile dei miei.

Stanotte ho fatto uno di quei sogni lunghi e strani che non facevo da tempo.
Il mondo era stato invaso dagli alieni, le città ridotte a cumuli di macerie, e i pochi sopravvissuti come me si nascondevano. Io facevo parte di un'organizzazione clandestina che faceva capo a Kana, la protagonista di 20th Century Boys. Ogni tanto la sede diventava casa dei miei, che fungeva anche da rifugio per le donne incinte, che gli alieni avevano interesse a eliminare per non far proliferare la razza umana. Ricordo che ci nascondevano nei vicoli e dietro le soglie delle case abbandonate per non farci trovare da un grosso mutante che spargeva una specie di virus letale per gli umani. Ricordo anche che a un certo punto scoprimmo degli alieni travestiti da umani che si erano infiltrati nella nostra associazione. Bisognava fare attenzione, perché potevano scoppiare come bolle di sangue e infettare tutti quanti. Avevano anche qualche tentacolo. Purtroppo non ricordo altro, ma il sogno era complesso e avvincente.

Mi diverte rintracciare il perché dei sogni. In questo rilevo tracce di:

20th century boys (Kana, l'organizzazione clandestina, il virus)
La masseria delle allodole (i turchi che uccidevano i maschi armeni per estinguerne la razza)
Sidun (il verso che dice: "perché di nostro dalla pianura al molo non possa più crescere albero né spiga né figlio")
Gantz/The Day of the Tentacle (i tentacoli degli alieni)
Il manga che sto traducendo ora (la città distrutta)

lunedì, dicembre 03, 2007

l'altra...

È il primo post di dicembre, ma oggi c'era un sole tiepido.

L'altra notte ho sognato che la mia ex professoressa di giapponese era andata a lavorare in una fabbrica dove inscatolavano il pesce.

L'altra sera, essendoci ricordati all'ultimo di aver lasciato scoperta la piccola agave al ciabot, ed avendo la mattina notato la brina sulle macchine sotto casa, mi sono armato di torcia elettrica e mi sono avventurato a coprirla nel buio pesto della campagna. Mi sentivo un profanatore di tombe. Ma il gelido silenzio e la solitudine, fatta eccezione per un paio di gatti taciturni, si sono rivelati piacevoli.

L'altra sera su Radio Paradise è passata una canzone di Elvis, e Silvia ha fatto ballare Pietro. Era tutto contento, quindi ieri sera abbiamo provato con Little Richard. Uno spasso, ma è proprio vero che il rock'n'roll è la musica del diavolo... dopo era talmente euforico che sembrava un gatto indemoniato, e s'è fatto un paio di brutti graffi sulla testa.

L'altro giorno ho letto che Giovanni Lindo Ferretti, ex leader di gruppi musicali marcatamente di sinistra come i C.C.C.P. e i C.S.I., è diventato una sorta di fan di papa Ratzinger negli ultimi anni, e alle scorse elezioni ha votato centro-destra. Certo, ovviamente la notizia mi ha fatto un certo effetto.
Su Internet fioccano i commenti indignati dei fan storici. Alcuni lo accusano di essere una specie di Paolo Liguori, manco la sua fosse una scelta di comodo... al contrario, devo dire che in fondo è una scelta coraggiosa, per quanto discutibile. Tendiamo sempre a giudicare un po' troppo l'artista per le sue idee o per i suoi fatti privati, che non per le sue opere. Dopotutto, cosa ce ne frega se Beck è di Scienthology? Cosa ce ne frega se Ferretti si è convertito, è invecchiato, è impazzito, ha scoperto la sua vera natura, ha gettato la maschera, o ha trovato la sua verità?
Che poi i suoi ultimi dischi siano effettivamente mediocri è un'altra storia. Io i vecchi album continuo a sentirmeli, nella speranza che torni a fare qualcosa di buono.

L'altra settimana ho visto La masseria delle allodole dei fratelli Taviani Brutto, imbarazzante, deludente nonostante l'argomento (il genocidio armeno) mi interessasse molto, specialmente dopo il bellissimo Ararat di Atom Egoyan.

L'altra settimana, durante la visita, il pediatra ci ha chiesto se Pietro è irrequieto. Noi gli abbiamo risposto: "Mah, no... non particolarmente...". Già quando l'ha messo sulla bilancia non sembrava molto convinto. Usciti dall'ospedale, ci siamo detti: "Ma perché gli abbiamo detto che non è irrequieto?".

Dopo qualche tempo tranquillo, questa notte non ho di nuovo dormito niente, causa la fatale combinazione Pietro+Insonnia.
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