venerdì, agosto 18, 2006

saluti e melanzane

Da queste parti ci sono sui 17 gradi di minima e 24 di massima, in questi giorni. In Sicilia le previsioni danno 22 di minima e 33 di massima.

Finalmente ho terminato tutti i lavori di agosto. È stata un po' una maratona, ma ora sono in vacanza. Effettivamente, ero un po' stanco.
E così domani si parte per la Sicilia... a giudicare dalle guide sembra tutto così bello. Ovvio, io sono talmente orso che l'idea di conoscere tutti questi parenti un po' mi terrorizza. Vorrei che non fosse così, ma lo è. Però da un lato sono contento. Alla fine sono sempre contento di aver conosciuto nuova gente. E poi l'idea di viaggiare verso le origini dei nonni di Silvia, e quindi di Silvia stessa, è troppo allettante. E per finire la cucina... salvo alcune cose, la cucina siciliana, con tutte quelle melanzane, è il sogno preferito del mio stomaco.

mercoledì, agosto 16, 2006

bisogna scriverle subito le cose

Non sembra nemmeno agosto, ma è l'ideale per lavorare... e poi tra pochi giorni sarò in Sicilia, quindi è bene caricarsi di un po' di freddo.

Il lavoro e tante altre cose mi hanno tenuto lontano dal blog in questi giorni. E se non scrivo subito quel che mi viene in mente, fatico poi ad articolarlo in un discorso minimamente organico. E poi, soprattutto, ho pochissima memoria... quindi, in pratica, tutto ciò che volevo scrivere in questi giorni è andato perduto. Pazienza. Buttiamo giù qualche pensiero sparso, e chissà che non ritrovi il filo.

Abbiamo raccolto tutte le patate, insieme a papà e al nonno di Silvia. Raccogliere patate è diverso dal raccogliere la frutta o la verdura. Sembra di andare a caccia di tesori, più che altro.

Ho sognato che prima di abitare in questo appartamento avevamo abitato per un breve periodo in un altro posto, più piccolo, più angusto, ma fondamentalmente molto simile a questo. Nel sogno mi chiedevo come avessi fatto a scordarmene.

Ho anche sognato una lunghissima festa, così lunga che al mattino mi sentivo quasi in diritto di alzarmi in ritardo per la spossatezza dei festeggiamenti. Non ricordo molto, tranne che Drago tirava fuori delle camicie da un comò per chiedermi un parere. Ne ricordo una a motivi bianchi e azzurri, una (orrenda) con un paesaggio tropicale, e un'altra (ancora più orrenda) con un enorme pappagallo.

In questi giorni ho un sacco di lavoro perché devo portarmi in anticipo per via della vacanza. Sabato partiamo per la Sicilia. La cosa mi mette in agitazione... guidare per strade sconosciute... conoscere i parenti di Silvia che non ho mai visto prima... e poi io non sono mai sceso più giù di Roma! Mi sono sempre vergognato di questa cosa. Voglio dire, conosco giapponesi che hanno visto più regioni d'Italia di me. Quindi sono contento. E poi sembra un posto bellissimo.

Un bel cd ascoltato: Come on, feel the Illinoise! di Sufjan Stevens.

Non ho ritrovato il filo, e non sono troppo ispirato, oggi.

lunedì, agosto 14, 2006

tapparelle resuscitate

Incredibile, ho i pantaloni lunghi.

Con le nostre sole forze, io e Silvia abbiamo sistemato la tapparella. Che bello.
(^______^)

tapparelle e interni scuri

Qui si continua con l'aria frizzante, chissà come farà in Sicilia, sabato?

Ieri sera è di nuovo crollata la tapparella dello studio. (T_________T)
La tapparella cadente fa parte di quel tipo di imprevisti che detesto. Mi mettono in crisi, mi scombinano la giornata (eh già, perché capitano sempre quando ho una montagna di lavoro e i miei punti di riferimento sono in vacanza), non ci dormo la notte. Mentre non dormivo ho escogitato un piano, cercando di riportare alla memoria quando Vaga me l'ha aggiustata l'ultima volta. Appena Silvia si alza, ci provo. Altrimenti dovrò chiamare mio nonno. Io non è che sia proprio pratico, di queste cose.

Ogni tanto mi tornano in mente ricordi remoti che prima chissà dove si erano infilati, giù nella memoria. Per esempio, ieri è riemerso il ricordo di Pinota, la madre di mio padrino, e un vago sapore di quando andavamo a trovarla, da bambini. Sapore di mobili e interni scuri, inghiottiti dalle ombre, pizzi e centrini, odori intensi... niente di più. Potrei anche confondermi.

domenica, agosto 13, 2006

dal giappone all'italia, film e libri

Brrr... stanotte avevo quasi freddo. Non mi lamento, anche perché per quest'inverno ho raccolto tanta legna.

Ieri sera ho rivisto Shara di Naomi Kawase. Un film splendido, il più bello e maturo di questa regista. Nei film della Kawase compare il Giappone delle viuzze dei centri abitati, dei minuscoli giardini, della grande calma e silenzio che contraddicono gli stereotipi che circolano su questo paese, una calma che permeava anche la via di Tokyo in cui stavamo noi. Quello che compare in Shara (che è ambientato, invece, a Nara) è il Giappone dei quartieri, delle riunioni di vicinato, del caldo d'estate e delle energiche festività estive, degli orticelli, di una spiritualità tutt'altro che zen, ma molto più umana, terrena, vigorosa, eppure onnipresente, dal tintinnio delle campane, alle piccole superstizioni, al rapporto con la natura. Un Giappone semplice e umile, quasi bloccato nel tempo (ma non certo arcaico), che è il Giappone che adoro.

Ho anche finito, dopo un periodo di pausa, di leggere Tutti i figli di Dio danzano di Haruki Murakami. Una bella raccolta di racconti, eccezion fatta per la storia del ranocchio, che non mi ha convinto in pieno, e che mi ricordava, a tratti, le parti meno riuscite di La fine del mondo e il paese delle meraviglie. Ieri sera, invece, ho iniziato I quattro cani di Pavlov di Paolo Nori, un autore che francamente non conoscevo (come non conosco la stragrande maggioranza degli scrittori contemporanei), e che ho scoperto grazie a Deandreide, il libro di racconti ispirati a canzoni di De André. Ho appena iniziato la lettura, ma devo dire che ieri sera faticavo a staccarmene. Poi, mi fa molto ridere.

P.S.: La falena è uscita di casa un paio di giorni fa.
P.P.S: Ieri questo blog ha compiuto un mese di vita.
P.P.P.S.: Chissà quanta gente lo legge, oltre ai miei familiari e ad Alice?

sabato, agosto 12, 2006

ciao, buongiorno, arrivederci

Si sta così bene, ma se penso all'inverno che arriverà tra qualche mese, già rimpiango l'afa.

L'altro giorno sono andato al mini-market dietro casa. Prima di me c'era una donna, credo marocchina. Lei entra, dice "ciao", la cassiera le risponde "ciao". Io dico "ciao", e la cassiera mi risponde "buongiorno". La scena si ripete pressoché identica uscendo. "ciao" "ciao", "ciao" "arrivederci". Quel ciao serviva ad avvicinare, o a distanziare?

giovedì, agosto 10, 2006

falene

Dopo la bella pioggia di ieri sera (niente a che fare con i temporali estivi, quella era pioggia d'autunno), stamattina il sereno.

Stanotte ho fatto strani sogni che ora non ricordo... a sforzarmi mi tornano in mente un coniglio, dei sentieri di campagna, il balcone di casa dei miei di sera, ma non ricordo qual era l'elemento strano.
Prima di andare a dormire, ho visto una falena enorme nel corridoio. Chissà dove sta dormendo ora, visto che le finestre erano tutte chiuse. Non esistono leggende secondo le quali le falene inducono i sogni, o si nutrono di essi? Se non esistono, credo dovrebbero.

mercoledì, agosto 09, 2006

vermi e soprannomi

Che dire? Si sta bene di giorno, con questa temperatura.

Stanotte ho fatto un altro dei miei sogni ripugnanti... stavamo mangiando pranzo quando io ricordo a Silvia che avevamo ancora dei vermi da mangiare (come se la cosa fosse normale). C'erano due lattine di vermi, una con vermicelli bianchi, e un altra con vermo grassi e violacei, della grandezza di un dito. Tutto si svolgeva come se in passato ne avessimo mangiati a bizzeffe e con gusto, ma a vederli facevano effettivamente ribrezzo. Però, se una volta mi piacevano... insomma, non volevo contraddire me stesso. Allora ne ho versati un po' di quelli bianchi nella pasta, ma faticavo a mangiare, e cercavo di pensare ad altro. Alla fine ne ho buttati parecchi. La scatola coi vermoni invece non l'ho toccata, e li ho portati direttamente alle tartarughe (che sicuramente, essendo sul balcone a un metro dal mio letto, mi influenzano i sogni, visto che compaiono una notte sì e una no). Ma i conti non tornavano, perché le tartarughe erano tre.

Stavo pensando a quanti soprannomi ho avuto nella mia vita, finora... vediamo... Mapomo mi chiamava mio nonno. Pilli, (non ridete) mia madre. Pipo, o anche Micky, mia sorella. Quasi sempre per nome o cognome a scuola, qualche rarissimo Giacu. Al liceo solo Berre e Rambo mi chiamavano Sand o Sandy-boy. A diciott'anni mi chiamavano Kahlùa, ma ora solo più i montatesi mi chiamano così. Molti amici di Canale mi chiamano da anni e ancora oggi Chosi, scritto anche Sciosi, o Siosi. Qualcuno di neo(n)eiga mi chiama Giakomon. Per un breve periodo sono stato anche "l'omino dei kairo", per Ali, Eli, Mauro. Non mi viene in mente altro.

lunedì, agosto 07, 2006

ricordi

Fresco, fresco, stanotte quasi freddo.

Ieri sera abbiamo visto un video sulla fiera del pesco girato nel '97 da Virginia, ovvero nove anni fa. L'avevo visto solo una volta, all'epoca, quindi era materiale vecchio di quasi un decennio, che veniva dissotterrato solo ora. In questo decennio sono successe parecchie cose... ho iniziato l'università, io e Silvia ci siamo messi insieme, ci siamo laureati, ci siamo sposati, abbiamo trovato un lavoro. Eh già, perché in quell'estate io avevo diciannove anni, e Silvia doveva ancora compierne diciassette. A pensarci, vengono i brividi. La cosa più fantastica di quel video è che riprende proprio la situazione in cui ci siamo conosciuti, e non so se è da tutti godere del privilegio di potersi rivedere allora, in quei giorni, in quello che, in un contesto decennale, pare un istante. Silvia aveva i capelli corti e la permanente, e io i capelli lunghi ed ero secchissimo (mi si vedevano tutte le vertebre e le costole). In generale, in quel video erano tutti più magri, tranne Giò, che era più cicciotto.
Le scene più belle da rivedere e più cariche di nostalgia sono quelle girate nella cucina del
"Punto" (il nostro primo anno da lavapiatti) e all'ex cinema Odeon, dove si teneva la mostra dei giovani artisti in cui esponevamo sia io che Silvia. Il Punto era diversissimo, più grezzo, meno professionale, con i soldi tenuti in uno scatolone e la cucina in legno e lamiera. Eh sì, ed era più bello, se mi perdonate la banalità e la retorica. Lo stesso vale per le feste in generale... sembrava di vedere un video di quarant'anni fa: ma è possibile che nell'arco di dieci anni si possa avvertire uno scarto tale da far sembrare allora tutto più fresco, più semplice, più genuino, meno costruito, meno artefatto, magari barotto ma mai pacchiano come ora? O è solo un'operazione dettata dalla nostalgia?
Per quanto riguarda la mostra dei giovani artisti, allestita ricreando una discarica all'interno del cinema e ospitante le più varie cose, dai lavori scolastici alle mie pretenziose sculture... saremmo stati anche degli illusi, un po' ridicoli nel nostro tentativo di voler fare chissà cosa e nel sentirci così fuori da ogni riga, ma col senno di ora, direi che eravamo tutti fantastici, e abbiamo fatto bene a fare ciò che sul momento ci sembrava bello fare, e che da allora, purtroppo, più nessuno ha fatto a Canale. I finti barboni col carrello della spesa e che dormivano sul bancone, televisori accesi, finti gatti randagi, bidoni dell'immondizia, tutto un cinema tappezzato di cartacce e immondizia, il muro che i visitatori potevano abbattere con una mazza, l'estemporanea notturna in cui si vede chiaramente quanto eravamo fuori di testa, ognuno che provava a far qualcosa, anche chi non aveva mai disegnato prima, mentre chi ha sempre disegnato dormiva, beveva, faceva danni o sprecava fogli, le scritte senza senso, la gente che ci criticava e quella che rideva di noi, Vaga che disegnava su un banco di scuola, seduto sulla tazza di un cesso in disuso. Se non avessimo fatto tutto ciò, non avremmo potuto guardarlo anni dopo con occhi critici, distanza, un sorriso, o semplicemente nostalgia. Cosa non si crea, mettendo in relazione il presente e il passato. Che emozioni. Che belli, i ricordi.

venerdì, agosto 04, 2006

insetti

Grandioso... l'afa è scomparsa, lasciando spazio a un cielo quasi di montagna e a temperature più che vivibili.

Stanotte, grazie al fresco, ho dormito. Oggi pomeriggio mi sono coricato un quarto d'ora e ho sognato un cane con gli occhi rossi, una scala che non riuscivo a percorrere in piedi, e un insetto delle dimensioni di una scarpa che mi sbatteva addosso.

Ho scoperto che nel ciabot, proprio sopra la vasca dell'acqua piovana, c'è un nido di calabroni. Gli insetti mi affascinano, ma allo stesso tempo ne sono terrorizzato, perché dominano lo spazio più di quanto possa fare io. Credo che ne starò lontano.

mercoledì, agosto 02, 2006

insonnia

Fresco e caldo si alternano, stanotte.

Che brutto non riuscire a dormire... e pensare che ieri sera ero parecchio stanco e mi sono coricato presto proprio per riposarmi in vista della mole di lavoro che mi aspetta nei prossimi giorni. E invece niente, mi sono svegliato dopo un'ora... ho aspettato e aspettato di addormentarmi... intanto saliva il nervoso... e poi sono venuto a lavorare. Uff... pazienza, tra poco ci riprovo...
Cos'è già che diceva il protagonista di Le conseguenze dell'amore, a proposito dell'insonnia?

martedì, agosto 01, 2006

offerte vantaggiose

Di nuovo il sole, di nuovo la sensazione di liquefarsi.

Tenere tutto il giorno il computer collegato a Internet, in questo posto sperduto non raggiunto dall'ADSL, fa sì che la gente mi odi un po', ma mi salva dagli operatori delle compagnie telefoniche, che continuano a chiamarmi a ripetizione per offrirmi proposte sempre più vantaggiose, tanto che quasi non mi arrivano più le bollette. Giuro che dopo questo non ne cambio più. Anche se, alla fine, mi lascio sempre convincere. Devo dire che scassano parecchio, ma in fondo fanno il loro lavoro.

masche e pantofole

Mattina, aria di temporale. Speriamo.

E con ieri sera, con la cena degli addetti alla cucina dell'Ostu der masche, sono finiti i dieci giorni di bagno nella comunità canalese, questo strano rito che ciclicamente coinvolge persone di età, personalità, provenienza, pensiero diversi. Rendo onore allo staff, citando, dimenticando, forse inventando, i lavoratori della cucina, infaticabili, surreali, chiassosi, nobilitati dall'impegno e abbrutiti dal vino. Partendo dal fondo, vale a dire, dai lavapiatti: monte, emanuele, totò, giulia, nadia, lidia, ale, gigi, ivan, angiola, lulli, cristian, enrica, lollo, giacomo, piersimo, agnese, dario, jeff, drago, chiara, omar, rabin, italo, daniele, giò, vaga, faina, michela, beatrice, annamaria, chiaretta, elisa, celeste, giulietta, la gambona, ezio, diego... poi, più ci si allontana dall'angolo lavapiatti meno so o ricordo i nomi quindi mi fermo qui.
Stasera una meritata serata pantofolaia, nella quiete (gelateria permettendo) di casa.
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