martedì, ottobre 07, 2008

malora

Tempo incerto.

L'altra settimana ho finito di leggere Il fattore umano (bello leggere qualcosa di non troppo lungo) e mi sono buttato subito su una lettura ancora più breve: La malora di Beppe Fenoglio.
Una lettura particolarmente emozionante, visto che abito a un passo dalle Langhe.

Ecco l'inizio:

Pioveva su tutte le langhe, lassù a San Benedetto mio padre si pigliava la sua prima acqua sottoterra.
Era mancato nella notte di giovedì l'altro e lo seppellimmo domenica, tra le due messe. Fortuna che il mio padrone m'aveva anticipato tre marenghi, altrimenti in tutta casa nostra non c'era di che pagare i preti e la cassa e il pranzo ai parenti. La pietra gliel'avremmo messa più avanti, quando avessimo potuto tirare un po' su testa.
Io ero ripartito la mattina di mercoledì, mia madre voleva mettermi nel fagotto la mia parte dei vestiti di nostro padre, ma io le dissi di schivarmeli, che li avrei presi alla prima licenza che mi ridava Tobia.
Ebbene, mentre facevo la mia strada a piedi, ero calmo, sfogato, mio fratello Emilio che studiava da prete sarebbe stato tranquillo e contento se m'avesse saputo così rassegnato dentro di me. Ma il momento che dall'alto di Benevello vidi sulla langa bassa la cascina di Tobia la rassegnazione mi scappò tutta. Avevo appena sotterrato mio padre e già andavo a ripigliare in tutto e per tutto la mia vita grama, neanche la morte di mio padre valeva a cambiarmi il destino. E allora potevo tagliare a destra, arrivare a Belbo, e cercarvi un gorgo profondo abbastanza.

2 commenti:

alice ha detto...

Per me è stato un libro rivelazione. Come tutti quelli di Fenoglio, però questo in particolare, ti fa vedere la resistenza dal basso, nello sporco, nel freddo.

mapomo ha detto...

Finito giusto ieri sera. Bello, bellissimo... poi quella scena in cui Tobia si sfoga urlando per la langa dopo il litigio con la famiglia e racconta la sua infanzia... davvero da brivido lungo la schiena.

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