mercoledì, luglio 11, 2007

the good son - parte 3

La sera fa fresco, ho chiuso le tapparelle.

È sera, ho sonno, bevo di nuovo latte e ascolto Three dei Black Heart Procession.
Domani Silvia e Pietro vengono a casa, e io ancora non ho finito di raccontare il parto. Veniamo subito al dunque.
Quando le contrazioni hanno iniziato a farsi più intense, ci siamo trasferiti nella sala parto, e Silvia si è appostata su una specie di ampio letto con ogni sorta di cuscini, che le consentivano di mettersi nelle posizioni che più le consentivano di alleviare il dolore. Le posizioni più comode, insomma. Le ore andavano avanti lentamente, lentissimamente. La seconda ostetrica ci lasciava per lo più soli in questa fase, tornando ogni tanto per controllare i risultati del tracciato o per fare una visita interna ogni due ore circa. Nella stanza c'era un lettore CD, così ho preso la nostra scorta e ho esordito mettendo su Pink Moon di Nick Drake, le cui atmosfere delicate hanno avuto particolare successo, tanto che Silvia mi ha chiesto di rimetterlo altre due volte, nell'arco della giornata. Mentre Silvia cambiava posizione, provava a camminare, curvava i piedi, gemeva o gridava affondando la testa nell'enorme cuscino verde, io cercavo di assisterla come potevo, massaggiandola dove e come diceva lei, cambiando la disposizione dei cuscini, asciugandole il sudore o bagnandole la fronte, accarezzandola per farla addormentare tra una contrazione e l'altra (ha persino sognato alcune cose, fra le quali suo padre che partoriva e Fabio e Clelia). Le ore trascorrevano, i CD si susseguivano e si ripetevano: una raccolta di Billie Holiday, Canzoni di Fabrizio de André, una raccolta di Astrud Gilberto. Silvia è sempre stata forte, anche se ogni tanto non sapeva dove sbattere la testa, e io guardandola non solo l'ammiravo tanto che spesso dovevo trattenere le lacrime, ma la trovato bellissima. Intanto i centimetri di dilatazione diventavano due, poi quattro, poi cinque. Intorno alle tre del pomeriggio, l'ostetrica ha deciso di romperle le acque, in modo da accelerare il processo.

Ora ho troppo sonno, non ce la faccio nemmeno a caricare una foto... vedrò cosa riesco a fare domani!

(to be continued...)

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