giovedì, luglio 19, 2007

gufi e corvi

Questo è il punto in cui devi fare bene attenzione a quando tenere su e giù le tapparelle, nell'arco della giornata.

La prima delle due foto (scattata nel Natale del 2004) rappresenta i due gufetti giapponesi che fan la guardia sulla nostra porta d'ingresso. La seconda delle due foto, invece, è stata scattata ieri. Qual è la differenza? (a parte i cappelli di Natale - cuciti apposta da Silvia - che applichiamo solo a Dicembre).

Ieri Pietro era un po' "rugna", quindi mi è toccato spesso di consolarlo tenendolo in braccio e cantandogli qualcosa. I miei pezzi forti sono Il Pescatore di De André e Il Corvo Joe dei Baustelle.
Stamattina ho anche cambiato il mio primo pannolino senza assistenza di Silvia!

Ieri sera mia madre ha tirato fuori dal guardaroba in cantina un vecchio costume da orsetto che mia nonna aveva cucito per me quando andavo all'asilo. Era un po' che non pensavo ai costumi di carnevale di mia nonna Rina. Parlarne qui mi sembra un doveroso e tardivo ringraziamento. A me è sempre piaciuto travestirmi a Carnevale, tant'è che io e Silvia abbiamo seguitato a inventare nuovi costumi ogni anno, fino all'anno scorso. Quando facevo prima o seconda elementare, mia madre mi preparò un vestito da extraterrestre... dovrei avere ancora qualche foto, che magari potrei cercare e inserire nel blog. Avevo anche vinto un premio. Prima di allora, c'era stato anche un bellissimo vestito da robin hood cucito sempre da mia nonna.
Negli anni a venire, assecondando i miei gusti, mia nonna, con grande perizia (insieme a mia madre), mi preparò i seguenti costumi: Serpente, Polipo, La Morte. Poi credo di essermi anche vestito da carcerato usando una maschera di mio padre, e in prima media da Zombi. Il vestito da Morte era fantastico, mia nonna mi aveva dipinto uno scheletro su una tonaca nera, e avevo comprato una maschera fluorescente terrificante (che sicuramente poi ho perso). Anche di questo, come del polipo, credo di avere ancora delle foto. Grazie, nonna.

p.s.: Nella foto in cui io ero vestito da Morte, Vaga sfoggiava un fantastico vestito da Visitor, se ricordo bene.

10 commenti:

Riki ha detto...

aspetta aspetta, ci arrivo...eeehhh.... è blu!!! Ma che belloooo!!
Vuoi di nuovo la lista dei 10 che ti fanno il tifo obasta sapere che ste foto DEVONO essere messe sul blog? Anch'io andavo travestita da Domatrice con la tigre di pelusce e i vestiti quasi da zingara, e un'altra volta ero una gatta nera con la coda (fichissimo!!!), e poi mi ricordo anche il vestito di "Hans im Glück". Ma noi abbiamo anche sempre fatto la giornata dei pijama. Esiste anche in Italia??

Odnamra ha detto...

Che emozione...è la prima volta in vita mia che scrivo su un blog!
Innanzitutto un doveroso saluto al padrone di casa: ciao Giacomo, e ciao anche a Silvia e Pietro, ovviamente. Volevo dire la mia sui costumi di carnevale. Da piccolo li odiavo perchè ero grasso e da qualunque personaggio mi vestissi sembravo sempre la versione 16:9. Però anche io avevo una famiglia che cercava di motivarmi usando come trampolino di lancio la creatività. I travestimenti che meglio ricordo sono: biberon, tovaglia da trattoria, cubo magico. Con il primo ho fatto furore perché regalavo i plasmon. Con il secondo ho fatto un po’ meno furore perché mia zia Billi, precisissima, mi aveva appiccicato addosso non solo piatti e bicchieri di carta, ma anche tozzi di pane secco e torsoli di mela, che ingialliscono in un nano secondo. Sulla faccia poi mi aveva scritto il conto con l’uniposca (per la cronaca, trentacinquemilalire per tre bucatini all’amatriciana e una caraffa di vino dei castelli, perché all’epoca vivevo a Roma. Un po’ caro secondo me, ma mia zia che faceva molta vita mondana diceva che erano i prezzi correnti.). Con il cubo magico zero furore. Cioè, all’arrivo alla festa sì, perché a quel tempo tirava tantissimo e lo vedevi dappertutto, ma poi quando gli altri si erano accorti che non mi si poteva né mischiare né risolvere, mi avevano lasciato un po’ a margine. Però il vestito era bello, un grosso e coloratissimo cubo di cartone da cui spuntavano testa, braccia dai gomiti in giù, gambe. Non proprio l’ideale per dimenarsi, anche perché qualche spiritoso mi aveva poggiato bicchieri pieni di coca cola ai lati della testa e io da solo non arrivavo a toglierli. Mi ricordo solo che quella volta mi sono annoiato tantissimo. Chiudo. A proposito, sono Armando

mapomo ha detto...

!omissilleb otnoccar nu è
!odnamrA, eizarg

mapomo ha detto...

Per Riki: La giornata del pigiama?!

Anonimo ha detto...

coccole, ninne, pannolini... insomma, Giacomo è lanciatissimo. Non vedo l'ora di vedere il piccolo Pietro :-)

Davvero divertente il racconto di Armando.

Avete un gran passato di costumi di carnevale. I miei erano molto meno fantasiosi. Ricordo ai tempi dell'asilo dei costumi da maschietto: uno zorro e uno sceriffo, con grande dispiacere di mia mamma che avrebbe voluto vestirmi da fatina o simili. Ai tempi delle scuole elementari, quando sfilavamo sui carri, diventai una contadinella - ero molto contenta del mio vestito -, una dama rinascimentale, con un abito molto vaporoso e un cappello faticosissimo da tenere in equilibrio sulla testa tanto era grande.
L'ultima volta, avevo forse quindici anni, decisi di vestirmi da pagliaccio. Ricordo che quell'anno patii tanto di quel freddo...

Anonimo ha detto...

Alle elementari dove andavo facevamo tutti gli anni una festa di carnevale, e c'era una regola: i costumi devono essere artigianali. Ovviamente c'era sempre qualcuno che se ne fregava e la cosa mi dispiaceva. In prima elementare mi sono vestita da FIORE, con vari strati di petali di cartapesta pinzati su una maglietta bianca, una calzamaglia verde e una cuffia gialla, poi, in ordine sparso, squaw, mago (con un cappello a punta di cartoncino sul quale avevo applicato tante stelline adesive)... e poi non ricordo...

Riki ha detto...

Ah, guarda, ho dovuto chiedere perchè mi ricordavo solo che andavamo vestiti in pigiama. Allora, era una festa della Germania Est e l'essenza era essere vestito da barbone. Cioè, con stracci e cose. Non mi ricordo assolutamante perchè (indago su questo), ma mi ricordo che mia mamma mi metteva un pigiama sopra i vestiti normali e lo tagliava, metteva quei quadratini che si mettono sopra un buco nei jeans, una cravatta tagliata e rovinata e così via. Per qualche motivo a me sconosciuto eravamo tutti vestiti così a scuola, qualche furbone con un lenzuolo enorme che quasi faceva da fantasma, ma comunque coi buci, stracci, tagliato di qua e di la. Boh.
Il 30 aprile è la notte delle streghe e si festeggia vestito da strega. E un'altro giorno di cui mi sfugge la data andavamo in giro a scuola a trovare insegnanti con la cravatta che si poteva tagliare. Anche dopo anni di esperienza c'erano ancora alcuni che la mettevano in quel giorno.....che ridere.

mapomo ha detto...

Wow... questo post sta raccogliendo un sacco di belle storie... facciamo che se arrivano a dieci (dieci storie, non dieci post), metto online la foto del 1985 vestito da marziano, abbinata a quella di vent'anni dopo vestito da marionetta assassina...

alice ha detto...

Ma perché devi porre queste condizioni? Perché dobbiamo guadagnarci la tua foto da marziano?
Di' la verita, non vedi l'ora di caricarla, confessa...

mapomo ha detto...

Per trovare un incentivo contro la mia pigrizia? Così per giuoco? Per creare della suspense? Per sbolognarvi le mie foto facendovi credere che si tratti di qualcosa di prezioso che dev'essere guadagnato? Perché mi piace avere tanti commenti sul mio blog? Perché mi piace leggere le storie degli altri? Per mascherare il fatto che non vedo l'ora di postarle? PErché mi piace sentirmi il padrone del blog?
Chissà?

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