giovedì, luglio 12, 2007

the good son - parte 4

Fuori fa fresco, apro tutte le finestre per far andare via l'odore dell'essenza che ho rovesciato ieri per sbaglio in bagno.

Verso le tre, dicevo, dopo una mattinata intera di travaglio, c'è stato il cambio dell'ostetrica, ed è arrivata così quella che successivamente avrebbe fatto partorire Silvia. Era una ragazza fantastica, davvero: un concentrato di dolcezza materna, efficienza, controllo della situazione. I dolori si fanno più intensi, io cerco di fare quello che posso, Silvia è sfinita. Però ho anche l'impressione che diventi sempre più capace di concentrarsi sulle istruzioni dell'ostetrica, "sorpassando" il dolore. La dilatazione arriva a otto-nove centimetri, siamo a buon punto. Silvia emette tanti respiri brevi, quelli che si vedono nei film, che finalmente ho capito a cosa servono, ovvero a trattenere il bimbo che sta già spingendo fuori. Questo perché Pietro non era ancora perfettamente girato ma era già molto giù verso l'uscita, e avrebbe quindi rischiato di uscire storto. Con una serie di manovre (anche in piedi, appoggiata a Federica, l'ostetrica) e con l'aiuto della flebo di ossitocina per allungare le contrazioni ancora troppo brevi (non dal punto di vista di Silvia, sicuramente), Pietro si è girato dalla parte giusta, ed è così arrivato il momento di spingere, assecondando le contrazioni e i movimenti del bimbo, per poi trasferirsi sul letto destinato al parto. Federica mi ha fatto notare il mento di Silvia imperlato di sudore, dicendomi che era un tipico segno che indicava la fine imminente.
Ora, io non so se fosse l'effetto delle endorfine che il corpo della puerpera rilascia automaticamente ma, a guardare Silvia, la fase del parto mi è sembrata quella meno dolorosa di tutte. Francamente, io credevo che fosse tutto il contrario. Silvia ci ha messo un po' a capire come mettersi e come spingere ma, poco per volta, ha capito, si impegnava, stringeva i denti, sudava. Io la aiutavo a sostenere le gambe, quindi vedevo tutto. Non era esattamente la mia intenzione iniziale, ma devo dire che contrariamente alle previsioni la cosa non mi ha fatto impressione. Non so, era tutto naturale.
Comunque, poco per volta ha iniziato a vedersi la sommità del testolino. O meglio, solo la pelle, tutta corrugata per la pressione esercitata dal corpo di Silvia. Mi sentivo stranamente calmo, chissà perché. Io di solito sono così ansioso. Lo stereo suonava Billie Holiday, ed è questa la prima voce di cantante che Pietro ha sentito una volta uscito nel mondo esterno. Gli è andata di lusso!
Dopo averci messo una vita a uscire un centimetro di testa, poi... ecco che il resto esce tutto di colpo e, immediatamente dopo, tutto il corpo, tutto mio figlio, che si muove, piange, respira. A quel punto sono scoppiato a piangere anch'io come un bambino, ho baciato Silvia, che mi guardava felice e stupita, e consolava me. Pietro era lì, un mostriciattolo un po' viola, tutto rannicchiato e piccolino, ma così bello, così carino, grassotto. L'hanno posato subito sul petto di Silvia, e lui si è tranquillizzato. Silvia sembrava fresca come una rosa, lui sentiva il calore del corpo che è stato la sua casa. Io non capivo più niente. Erano le 19:06.
Mi hanno detto di andare ad avvisare i genitori di Silvia, che erano fuori in attesa da ore, ma l'infermiera del nido mi ha bloccato per andare a prendere il famoso primo cambio, che non so come ho trovato. Mi aggiravo per il corridoio con gli occhi arrossati. Poi a vedere dalla finestrella mentre lo lavavano e vestivano. Tenerlo in braccio fino all'arrivo di Silvia, mentre il suo istinto già lo spingeva a popparsi i pugni. Avvisare tutti, o chi mi sono ricordato (scusa a tutti gli altri!). Salutare i miei. Andare a prendere Silvia in sala parto e accompagnarla in stanza, dove è stata raggiunta dal vorace Pietro per la prima poppata. Eravamo felici, felicissimi.
Non sto a dire tutto quel che è successo dopo... anche perché tra poco devo andarli a prendere. Dico solo che quella stessa sera, una volta tornato a casa, ho passato una bellissima serata con Ivan, Luca, Mana, Vaga e il limoncello di Ivan, che mi hanno tenuto compagnia per festeggiare. Poi il sonno, la sveglia tardiva ma la voglia di vederlo.



Pietro è tranquillo, mangia tanto e dorme spesso (almeno per ora) e tra i capelli castani da scimmietta ha un ciuffo biondo sulla testa.

2 commenti:

Riki ha detto...

Che ridere!! Si vede proprio benissimo quel ciuffo! E che emoyione....non ce la faccio a stare calma. Ho pensato un sacco a voi tre ieri e stamattina, e ne parliamo anche spesso, Mauro ed io. Per i regali mi devo scusare io, so che non dovevamo, e mi vergogno tanto per aver preso così tanto. Ma avendo visto la mia amica Gemma con la piccola Lottie ho anche capito quale sono le cose che servono a cui nessuno pensa mai, e così mi sono lasciata andare. Mi trattengo per la prossima, lo prometto!

mapomo ha detto...

Tra l'altro, da questa foto appare chiara un'altra somiglianza con il padre... ovvero la "rosa" in testa. Sulle orecchie invece non sono ancora così sicuro... vedremo col tempo.
p.s.: Riki, ci manca ancora che ti debba scusa per i regali! Erano bellissimi!

Locations of visitors to this page