giovedì, luglio 20, 2006

20th century boys

È sera, ma fa più caldo di ieri, più caldo di stamattina, ma più fresco di oggi. Aprirei la tenda, ma non mi piace che tutta la clientela della gelateria mi veda, di spalle per giunta, da qui sotto. Pazienza.
Niente di particolarmente rilevante, in questa giornata. Dormito poco, alzato presto, lavorato, mangiato con mamma, i nonni, e zio Dorino, tornato a casa, pisolino, guardato il TG3, la fine dei Griffin, lavorato, andato alla vigna, zappato via l'erba, raccolto zucchini e il primo pomodoro, tornato a casa in bici (la meritata fresca discesa in bici, dopo l'estenuante salita), doccia, mangiato.

Mangiando, ho divorato il quinto volume di 20th Century Boys, il manga di Naoki Urasawa. Avevo già letto Monster di Urasawa, e mi era piaciuto. Ma questo è pure meglio. Spiccano con maggiore evidenza quelli che sono i maggiori pregi dell'autore... un tratto splendido ed espressivo, capace di rendere bello qualunque volto, dalle protagoniste più carine, ai goffi ciccioni, ai vecchi barboni, ai duri, ai bimbi sporchi, ai malviventi e ai travestiti di Kabuki-cho. E poi una formidabile capacità narrativa, arricchita da un grande amore per le digressioni e per le storie dei singoli che compongono il grande affresco dipinto dall'autore. Amore che fa coppia con uno smisurato affetto per i propri personaggi, quasi fin troppo perfetti nel loro essere imperfetti (la stesa imperfetta perfezione del dottor Tenma di Monster, ma qui resa meglio, a mio parere), ma come non amarli tutti? Ottimo manga, scritto col cuore.

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