lunedì, maggio 14, 2007

infanzia - caval donato

Tempo incerto tra nuvole e sole.

Ieri ho detto che avrei cercato di ricordare alcuni avvenimenti cruciali della mia vita, ovvero della mia infanzia. Si tratta di eventi che in qualche modo hanno cambiato il mio modo di vedere le cose Per ora me ne sono venuti in mente almeno tre.
Il primo riguarda mio nonno. Quando ero piccolo, mio nonno, che è sempre stato un po' l'eroe della mia infanzia, andava ogni anno alle terme di Montecatini. Io Montecatini non avevo proprio idea di dove fosse, per me era una sorta di luogo mitico il cui immaginario dentro di me era veicolato soltanto dalla fotografia stampata sulla confezione delle celebri (e buonissime) cialde che mio nonno ci portava ogni volta in regalo. Ebbene, un paio di volte, o forse più ma non ricordo in quanto ero piccolo, mio nonno oltre alle cialde ci portò anche dei giocattoli come souvenir. Un anno portò a mio fratello la mitica P-6 Elastic, una pistola di plastica marrone caricabile con ben sei elastici (devo dire che mai nome fu più esplicativo per un giocattolo) che potevano essere sparati a ripetizione. Un giocattolo estremamente semplice e divertente. A me, che ero più piccolo, aveva invece regalato una bicicletta giocattolo con a bordo una bambolina. Mio nonno me l'aveva regalata pensando alla bicicletta, ma io lo considerai un "regalo da femmina" a causa della bambolina, me ne risentii e feci i capricci.
La sera mia madre mi rimproverò, perché mio nonno era stato tanto gentile a portarmi il regalo, e io in cambio avevo fatto i capricci, facendolo restare male. Ci restai male anch'io al pensiero, e decisi che quella bicicletta non era poi tanto malvagia.
Il punto è che il giorno dopo venne a casa mio nonno, e io ci tenevo a fargli vedere che avevo apprezzato il suo regalo. Lui arrivò con un pacchetto incartato in fogli di giornale, e disse che era passato in edicola a prendermi un giornalino. Senza capire il perché di quella cosa, aprii il pacchetto... e dentro c'era una P-6 Elastic. Il sentimento di gioia per aver ottenuto quello stupido giocattolo si mescolò a tutta una serie di sentimenti più complessi e dolorosi, che lasciarono un solco profondo. Il dispiacere per essermi comportato così male con uomo così buono, la consapevolezza di non essere altro che un bambino viziato. E così, da quel giorno imparai che a caval donato non si guarda in bocca.

3 commenti:

alice ha detto...

Che cosa dolce... Che nonno dolce...

Anonimo ha detto...

Ciao, mi piacerebbe postare questo tuo racconto sul Montecatini Bloggers'Corner, naturalmente inserendo un link a Strange Weather.
Fammi sapere se hai qualcosa in contrario.
A presto!

mapomo ha detto...

Fai pure, mi fa piacere! ^__^

Locations of visitors to this page