mercoledì, settembre 06, 2006

passeggiare, sogni, libri

C'è aria di temporale.
Meno male.

Con la scusa che, con la storia dell'immondizia a domicilio, d'estate l'umido inizia a puzzare tremendamente, lo separiamo e lo portiamo alla vigna (che non è una vera vigna, ma noi la chiamiamo così). Questo mi ha dato l'opportunità di fare una passeggiata e di evitare così di ossidarmi davanti al computer. Di andarci in macchina, ora che Silvia lavora, non se ne parla, ma meglio così. Passeggiare, poi, mi dà l'occasione di pensare a piede libero, anche se con quella borsa di fichi marcescenti in mano il tutto assumeva le proporzioni di una via crucis per sfigati.
Pensavo a quando, da bambino, volevo fare il "casatore", perché credevo che il muratore facesse solo i muri, e io invece volevo fare un'intera casa. Dovevo possedere un certo spirito concreto, dato che, in quell'aula d'asilo, con i banchi posti a ferro di cavallo, io nell'angolo vicino alla finestra, non avevo risposto "l'astronauta". Più avanti ricordo di avere ancora cambiato idea in veterinario, scrittore, pittore. Comunque a forza di pensare sono arrivato al ciabot. Lì vicino c'è una signora che urla sempre. Urla di mattina, pomeriggio, sera, in casa, all'aperto, persino in macchina. Sembra il personaggio di un libro per bambini.
L'alveare dei calabroni è in costante aumento, mioddio. Forse aspetteremo l'inverno per farli fuori. Mi piacerebbe tenerlo. Vuoto, ovviamente, perché mi terrorizzano.

Stanotte ho fatto sogni angosciosi. Eravamo andati in vacanza a New York, e non trovavamo la strada perché ci eravamo imbucati all'Ikea, e poi in lunghi viali deserti. E io mi sentivo che, alle soglie dell'undici settembre, mi avrebbero sicuramente preso per un terrorista e arrestat, chissà perché. Poi ricordo un omicidio.

Ho finito I quattro cani di Pavlov di Paolo Nori. Molto carino, il racconto si sviluppa molto bene fino all'epilogo molto riuscito. Ora cosa inizio? Ci penserò su dopo cena.

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