sabato, giugno 02, 2007

infanzia - realismo

Ieri, sul pomeriggio tardi, pioveva con il sole. Oggi il cielo è azzurro azzurro.

Stavo pensando a un altro ricordo della mia infanzia. Questo riguarda la scuola. Mi ricordo che si parlava del lavoro nei campi e dell'evoluzione tecnologica, del fatto che una volta si arassero i campi con l'aratro, e che ora invece ci siano i trattori. Ricordo che la mia maestra ci spiegò che grazie alla tecnologia, i contadini riescono a fare molto più lavoro in meno tempo. Io, come molti bambini cresciuti a pane e Topolino, avevo una visione delle cose un po' idealizzata, romantica ed edulcorata, perciò replicai che una volta, senza trattori, ecc, il contadino ritornava a casa più soddisfatto del proprio lavoro, la sera. La maestra rispose seccamente che il contadino tornava a casa con un gran mal di schiena. Da quel momento, un sano realismo, per non dire scetticismo, entrò a far parte della mia visione del mondo. Ciò fa sì che ancora oggi, pur avendo io una sensibilità di tipo romantico (cosa che più o meno deduco guardando oggettivamente le cose che mi piacciono e mi emozionano), mi trovi spesso in una posizione contraddittoria, a correggere il tiro, a prendere le distanze da tutto ciò che è idealizzato e non tiene i piedi ancorati per terra.

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