lunedì, ottobre 29, 2007

tisane, virgole, evoluzione linguistica

Tempo grigio, si chiama Ottobre ma in realtà è Novembre?

Ieri pomeriggio ho fatto una tisana. Io e Silvia non ci facciamo mai mancare la tisana della sera con il miele sciolto dentro. Tuttavia, siccome è autunno, ogni tanto ci scappa anche la tisana del pomeriggio. Sulla confezione leggo:

Attenzione, l'acqua troppo calcarea o trattata, può alterare il gusto e il colore della bevanda, in questi casi, è consigliabile utilizzare acqua minerale naturale, o, protrarre la bollitura dell'acqua per alcuni minuti.

Non vi sembra una punteggiatura un po' bislacca? Non è nulla di grave, e in questo caso c'è l'attenuante che, trattandosi di una ditta tedesca, magari si tratta della traduzione di un madrelingua.
Capita però di incappare in errori ben più gravi, leggendo le scritte che ci circondano ogni giorno.
Ogni tanto penso alla lingua italiana e mi chiedo fino a che punto si possa parlare di errori, e fino a che punto non inizi invece una profonda e generalizza mutazione linguistica. Quando gli errori di grammatica e di punteggiatura non arrivano solo dai ragazzini sui forum e dal loro linguaggio da sms, ma iniziano a comparire in massa nelle scritte in sovrimpressione in TV, negli slogan delle Poste Italiane, sulle confezioni, sui siti dei grandi giornali, sulle riviste... allora non è un po' come se venissero istituzionalizzati, accettati? Forse presto sul dizionario troveremo al fianco di po', stà al fianco di sta, al fianco di do. È giusto? Sbagliato? Bisogna arrabbiarsi, rattristarsi, oppure accettarlo come una naturale evoluzione della nostra lingua, come tante ce ne sono state?

1 commento:

alice ha detto...

Secondo me è SBAGLIATO. Nel senso, se si tratta di errori, capita, si correggono. Ma da lì a considerare giusti pò, stà, quà ecc, be', questo no. In fondo la lingua ha delle regole che sono è vero in continua evoluzione, ma non è che sono lì per caso...

Locations of visitors to this page