martedì, dicembre 05, 2006

camomilla

Prima la nebbia, e mezz'ora dopo un sole freddo.

E io che pensavo di avere finalmente Internet a disposizione, oggi! E invece niente. Ieri è passato il tecnico e mi ha detto che deve mandarmi l'impresa per portarmi la linea fin su dal cortile. Un paio di giorni, ha detto. Speriamo.
Non ho più scritto molto perché ero troppo preso dal lavoro, non che siano successe cose straordinarie. Anzi, sono pure raffreddato, son due mattine che mi sveglio con gli occhi incollati, e se chino il capo mi viene su un insopportabile dolore tra il collo e l'orecchio destro (questo mi capita sempre, d'inverno, e ancora non ho capito cosa sia). Ma poco male, stanotte ho dormito come un sasso, finalmente. Un po' perché la notte precedente mi ero rigirato un sacco nel letto, un po' perché ieri sera mi sono bevuto una cisterna di camomilla, che mi ha spedito a dormire come il gatto e il bambino disegnati sulla confezione.
Ora quindi inizia una nuova giornata di lavoro, con un nuovo fumetto (l'ultimo di una serie), ma dedicherò parte della mattinata al libro.

Sabato scorso sono andato ad Alessandria, per parlare a un incontro sul manga. A parte il fatto che non mi ricordavo cosa volesse dire la “man” di manga (io, che li traduco... ma che devo dire? francamente non ci avevo mai pensato), e ho quindi glissato vergognosamente sparando in sordina una balla colossale e prontamente aggrappandomi a un altro aspetto della domanda... poco prima di entrare ad Alessandria, ho assistito a una scena molto alla Kurosawa Kiyoshi. Procedevamo in macchina su una sopraelevata, davanti a noi c'erano degli alberi molto alti dei quali non si vedeva la base perché troppo in basso rispetto al ponte. A un certo punto ne vediamo cadere uno. Ha fatto un certo effetto, non vedendo né chi li tagliava, né attività del genere lì intorno, né altri alberi a terra. Sembrava cadere dal nulla e nel nulla. Poi un albero così grosso...

Dance dance dance mi prende sempre di più. Mi ricorda più le atmosfere de L'uccello che girava le viti del mondo, che non La fine del mondo e il paese delle meraviglie (che alla fin fine non mi ha soddisfatto poi tanto). È un po' il tipico romanzo di Murakami, tutto incentrato su una misteriosa scomparsa, e il protagonista è un po' sempre lo stesso... ma dopotutto a me piace così, quindi non ha senso lamentarmi.

Il mio rapporto con la telecom sta ormai diventando una deprimente telenovela. Mi hanno chiamato alla mezza dicendomi che verranno il 2 gennaio (il 2 gennaio!), per mettermi la linea. Fortunatamente sono dovuto uscire per un pranzo-riunione con Stefano, Dario, e Alice, per la rassegna su Kurosawa. Altrimenti avrei iniziato a sbattere la testa contro il muro. Il 2 gennaio?!

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