mercoledì, agosto 09, 2006

vermi e soprannomi

Che dire? Si sta bene di giorno, con questa temperatura.

Stanotte ho fatto un altro dei miei sogni ripugnanti... stavamo mangiando pranzo quando io ricordo a Silvia che avevamo ancora dei vermi da mangiare (come se la cosa fosse normale). C'erano due lattine di vermi, una con vermicelli bianchi, e un altra con vermo grassi e violacei, della grandezza di un dito. Tutto si svolgeva come se in passato ne avessimo mangiati a bizzeffe e con gusto, ma a vederli facevano effettivamente ribrezzo. Però, se una volta mi piacevano... insomma, non volevo contraddire me stesso. Allora ne ho versati un po' di quelli bianchi nella pasta, ma faticavo a mangiare, e cercavo di pensare ad altro. Alla fine ne ho buttati parecchi. La scatola coi vermoni invece non l'ho toccata, e li ho portati direttamente alle tartarughe (che sicuramente, essendo sul balcone a un metro dal mio letto, mi influenzano i sogni, visto che compaiono una notte sì e una no). Ma i conti non tornavano, perché le tartarughe erano tre.

Stavo pensando a quanti soprannomi ho avuto nella mia vita, finora... vediamo... Mapomo mi chiamava mio nonno. Pilli, (non ridete) mia madre. Pipo, o anche Micky, mia sorella. Quasi sempre per nome o cognome a scuola, qualche rarissimo Giacu. Al liceo solo Berre e Rambo mi chiamavano Sand o Sandy-boy. A diciott'anni mi chiamavano Kahlùa, ma ora solo più i montatesi mi chiamano così. Molti amici di Canale mi chiamano da anni e ancora oggi Chosi, scritto anche Sciosi, o Siosi. Qualcuno di neo(n)eiga mi chiama Giakomon. Per un breve periodo sono stato anche "l'omino dei kairo", per Ali, Eli, Mauro. Non mi viene in mente altro.

1 commento:

Anonimo ha detto...

per un breve periodo??? tu, nei nostri cuori, sei sempre l'omino dei kairo!!
alice

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