giovedì, febbraio 28, 2008

la vita privata degli anfibi

Devo dire che questo febbraio è parecchio grigio, ma mica freddo.

Ieri mi è successa una cosa bella.
Ero in cortile a casa dei miei, a segare le finestre. Davo le spalle alla casa e avevo in faccia il giardino. A un certo punto vedo sfilare di fronte a me, da destra a sinistra con fare lento e solenne, un rospo. Camminava tutto tranquillo, incurante di me. Andava verso lo stagnetto, ignaro del fatto che l'anno scorso l'abbiamo recintato per le tartarughe (che poi sono fuggite) e per quando Pietro camminerà.
Ho aspettato che arrivasse fino alla rete, attirato chissà come dall'acqua.
Poi l'ho raggiunto e l'ho preso in mano. Lui (o magari lei, se andava a deporre le uova come al solito) non ha fatto una piega, come se si aspettasse che sarei arrivato ad aiutarlo. L'ho messo al di là del recinto e me ne sono andato. Quando sono ritornato poco più tardi era già in acqua che mi osservava. Più tardi ancora l'ho trovato in mezzo allo stagno che nuotava tranquillo, con tutte le zampe larghe.
La cosa che mi ha affascinato è di averlo sorpreso in un momento della sua vita senza che lui si accorgesse di me. Senza volerlo sono riuscito a cogliere un attimo importante della sua sfera privata.
A dire il vero, poi mi sono venuti i dubbi: OK, l'ho messo dentro, ma se in acqua ci vanno anche per accoppiarsi, oltre che per fare le uova, e se il rospo dell'altro sesso non ce la fa invece a passare la recinzione, questo qui mi rimane solo soletto per tutta la primavera?
Bah, tanto poi i pesci rossi si mangerebbero comunque tutti i girini, probabilmente.

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