venerdì, gennaio 19, 2007

movimenti e progetti

Fuori è buio, l’inverno sembra finalmente arrivato ma tentenna ancora, e ancora niente neve.

Sono le sei e mezza. Serenamente sveglio mi appresto a lavorare un po’, ma prima ne approfitto per rendere giustizia al mio blog, dato che l’insonnia mi ha concesso un po’ di tempo extra. Ho consegnato il primo capitolo del libro e più tardi dovrei fare lo stesso con il secondo. Devo solo più aggiustarne tre, finire le sinossi dei film (che sto facendo poco a poco riguardandomeli nelle pause pranzo e nei ritagli di tempo) e la filmografia… e poi il grosso è fatto. A inizio della prossima settimana dovrei consegnare un manga e poi iniziare l’ultimo e più difficile del mese. La fretta e l’ansia mi fanno lavorare più velocemente… ultimamente dedico le mattinate al libro e i pomeriggi ai manga (perché, almeno nelle prime fasi, riesco ad ascoltare “Fahreneight” mentre traduco - è tornato Marino Sinibaldi- ma non mentre scrivo). La sera… la dedico all’una o all’altra cosa, a seconda dei casi.
Questa settimana Silvia ha iniziato a sentire muovere il pupetto, e ogni tanto mi metto lì fermo con la mano a sentire…. e forse l’altra sera ho avvertito un piccolo movimento, come un calcetto. Sarà stata solo un’impressione? Comunque, potete immaginare che emozione, percepire la presenza viva di questo piccolo alien presente nel corpo di Silvia.
Più si va avanti, più lui, o lei, occupa i nostri pensieri. Con tutta l’ingenuità che immagino essere lecita in questa fase, si fanno progetti, programmi, si stabilisce come si intende educarlo (il punto fermo per ora è tenerlo il più lontano possibile dai programmi TV – o per lo meno, dalla TV spazzatura). E si fanno anche sogni sul suo futuro. Com’è naturale, si vorrebbe che i propri figli realizzassero le proprie aspirazioni mancate (per pigrizia o doti insufficienti), ad esempio. Ieri, ospite a Fahreneight c’era una scrittrice di appena ventidue anni… non ricordo il nome, ma mi sembrava una ragazza in gamba. Se avessi una figlia che scrive romanzi, credo che sarei al settimo cielo. Forse più che artista o musicista (categorie immediatamente successive nella mia classifica dei miei sogni). Voglio fare di tutto perché il mio pupetto abbia le opportunità e gli strumenti per diventarlo, ma non voglio forzarlo. Più facile a dirsi che a farsi, credo. Ma forse ciò che più mi preme è semplicemente che sia onesto e laborioso, non arrivista, non approfittatore… poi qualsiasi lavoro va bene. Già sono partito con i castelli in aria. Stai tranquillo, Pipì, fai pure quello che ti pare, io ti voglio già bene lo stesso.
P.S.: Pipì è il nome coniato da mio padre… ovviamente non va preso nelle sue accezioni poco lusinghiere.
P.P.S.: Ho finito il primo dei due racconti di Tanizaki che Silvia mi ha regalato per Natale… raffinato e inquietantemente sadomaso come sempre.

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