sabato, gennaio 06, 2007

maestro di vita

Sono appena le 16:20, ed è sereno, ma già lo vedo che inizia a far buio... fortunatamente, siamo già sulla strada del ritorno, e le giornate d'ora in poi non si accorceranno più

Sono qui che lavoro. Ho sempre lavorato durante queste vacanze, per lo più al libro. Sono già esausto... spero di potermi riposare un po' a febbraio, una volta consegnato. Silvia dorme qui sul divano, e sono leggermente brillo di cibo e di vino per il pranzo dai suoceri. Ascolto Anime salve di De Andrè, sulla scia dello speciale beccato per caso l'altra sera su Rai Due. L'amore per Fabrizio De Andrè deriva da mio padre, da quei tre vinili che ascoltava quand'ero piccolo (registrati su cassetta e ascoltati con un walkman arancione anni Ottanta). Da bambino avevo una gran paura quando ascoltavo La ballata dell'amore cieco, in particolare quella frase: "gli disse portami domani il cuore di tua madre per i miei cani". Ridevo inconsapevole ai versi de Il giudice "La maldicenza insiste, batte la lingua sul tamburo, come a dire che un nano è una carogna di sicuro, perché ha il cuore troppo troppo vicino al buco del culo". E poi quelle immagini così forti de La città vecchia, dei "quattro pensionati mezzo avvelenati", del "vecchio professore", del "tipo strano"... che mi si sono scolpite nella fantasia e non sono più mutate da allora. E infine le frasi che non capivo, e che solo in un secondo tempo ho compreso, come quel "e tu che con gli occhi di un altro colore, mi dici le stesse parole d'amore"... io pensavo che si potesse cambiare il colore degli occhi, come dei capelli...
Poi l'ho scordato per qualche anno, ho ripreso ad ascoltarlo timidamente durante gli anni di liceo e università, ho scoperto capolavori che prima non conoscevo, come Creuza de ma e La buona novella, e non ho più smesso. Ancora rimpiango di non essere andato a vedere un suo concerto, quando era in vita.

Nessun commento:

Locations of visitors to this page