lunedì, maggio 11, 2009

un concerto come piace a me

Il sole scalda finalmente la terra.

Sebbene io sia un appassionato di rock e derivati, non vado poi così spesso ai concerti, specialmente negli ultimi anni. Cerco però di vedere almeno una volta nella vita quei pochi miti personali, i pilastri sui quali poggia il mio amore per la musica, coloro che in una certa fase della mia vita hanno rappresentato, o ancora rappresentano, dei punti fermi da amare e ammirare incondizionatamente (o quasi). Ho visto Nick Cave, Shane MacGowan, P.J. Harvey (che ora non ascolto così tanto, ma quando facevo il liceo era in assoluto la mia cantante preferita), Bjork, Roger Waters, Micah P. Hinson, Cat Power, i Cure, i R.E.M., Peter Gabriel, Vinicio Capossela, i Baustelle, Tricky, gli Einsturzende Neubauten... e sicuramente qualcun altro che ora non ricordo. Come vedete non sono poi tanti, spalmati nell'arco di un quindicennio, e mancano alcuni nomi illustri... tipo Tom Waits, che viene in Italia ogni mille anni, Bob Dylan, i Radiohead, Sufjan Stevens, Beck, i Knife, Paolo Conte, i Tunng e tanti altri.
Il mio più grande rimpianto è ovviamente Fabrizio de André.
Un paio di settimane fa però ho aggiunto un tassello al mio puzzle, e sono andato a vedere Bonnie "Prince" Billy a Torino... cantante folk-country-rock-e-quant'altro che conosco da appena un paio d'anni ma di cui mi sono innamorato immediatamente. In realtà non ero del tutto convinto di andarci... in base a qualche video amatoriale che avevo visto su Youtube mi ero fatto l'impressione che dal vivo non mi sarebbe piaciuto più di tanto, più che altro per come stravolgeva le sue canzoni. Mi sbagliavo, perché già dal primo pezzo, una sorta di medley di brani diversi, diventavano chiare la potenza, l'intensità e soprattutto l'inaspettata vivacità che avrebbero caratterizzato l'intero concerto, dall'inizio alla fine. È stato un concerto suonato con lo stomaco e con il cuore da musicisti bravissimi, affiatati e appassionati.
A differenza di Cat Power, che ho visto in concerto lo scorso giugno e che, allo stesso modo, riarrangiava pesantamente le proprie canzoni, nel caso di Bonnie "Prince" Billy l'operazione non tradiva un senso di snobismo un po' egocentrico che non lascia alcuna concessione agli spettatori, bensì una sorta di generosità, la generosità di chi suona perché "gli piace farsi ascoltare" e vuole regalare qualcosa di nuovo e inatteso al proprio pubblico. A differenza di Bjork all'Arena di Verona nel 2003, costato assai di più, non è stato un concerto bello ma freddo, distante e (soprattutto) troppo breve. A differenza di Roger Waters a Milano lo scorso aprile, non è stato un concerto-museo... impeccabile ma emozionante solo perché permetteva una visita in territori del passato.
Insomma, quindici euro per un concerto come dovrebbero essere tutti i concerti.

Ecco qui sotto l'inizio ripreso da qualche sconosciuto al concerto (grazie, se capiti di qui)... dal vivo è stato un crescendo strepitoso, in un video amatoriale, purtroppo ma ovviamente, non rende un decimo della sua grandezza (anzi, probabilmente rimarrete delusi, dopo le mie lodi sperticate):

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