domenica, dicembre 09, 2007

cavalieri erranti

Che cielo grigio... ha voglia di nevicare?

Lavorando a casa, in teoria per me tutte le mattine sono uguali, festive o non. Eppure, correre a giocare dieci minuti con Pietro nel lettone, di domenica ha un sapore diverso. In questi giorni, il massimo del divertimento, oltre a mordicchiarlo dappertutto, è girarlo a pancia in giù. Lui sta un po' con il testone ritto, poi distende un braccio e si rotola sulla schiena. Sa già che noi esultiamo quando fa così, e lo ricopriamo di baci. Perciò una volta atterrato già inizia a ridere.

È un po' che non inserisco qualche sua foto... eccone qui qualcuna.

Siccome ero un po' stufo di leggere racconti e volevo iniziare qualcosa di più consistente, per quanto mi divertissero i racconti di Maupassant, ho deciso di accantonarli per iniziare a leggere il Don Chisciotte. Questo anche per pietà della mensola accanto al letto, che reggeva con fatica il peso del volumone newton (lo si intravede alle spalle di Pietro nella foto sul lettone). Non che Don Chisciotte sia esattamente sottile, ma è diviso in due volumi. Purtroppo, negli ultimi due giorni ero così stanco, la sera, che mi prendeva subito sonno, e non sono ancora riuscito a godermelo come si deve.

Ecco qui l'inizio:

"In un paese della Mancia, di cui non voglio fare il nome, viveva or non è molto uno di quei cavalieri che tengono la lancia nella rastrelliera, un vecchio scudo, un ossuto ronzino e il levriero da caccia. Tre quarti della sua rendita se ne andavano in un piatto più di vacca che di castrato, carne fredda per cena quasi ogni sera, uova e prosciutto il sabato, lenticchie il venerdì e qualche piccioncino di rinforzo per la domenica. A quello che restava davano fondo il tabarro di pettinato e i calzoni di velluto per i dì di festa, con soprascarpe dello stesso velluto, mentre negli altri giorni della settimana provvedeva al suo decoro con lana grezza della migliore. Aveva in casa una governante che passava i quarant'anni e una nipote che non arrivava ai venti, più un garzone per lavorare i campi e far la spesa, che gli sellava il ronzino e maneggiava il potatoio. L'età del nostro cavaliere sfiorava i cinquant'anni; era di corporatura vigorosa, secco, col viso asciutto, amante d'alzarsi presto al mattino e appassionato alla caccia. Ritengono che il suo cognome fosse Quijada o Quesada, e in ciò discordano un poco gli autori che trattano questa vicenda; ma per congetturare abbastanza verosimili si può supporre che si chiamasse Quijana. Ma questo, poco importa al nostro racconto: l'essenziale è che la sua narrazione non si scosti di un punto dalla verità..."

4 commenti:

Riki ha detto...

Nella terza foto si vede il collo di una bottiglia di vino......niente sorpresa se il bimbo quasi cade dal seggiolino! :D Ancora più foto!!!!

Riki ha detto...

Dov'è finita la foto nel lavandino? Che mi piace di più di tutti?

mapomo ha detto...

Perché, non la vedi? È al suo posto...

Riki ha detto...

Già, adesso l'ha caricato. Che strano questo computer......

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