giovedì, marzo 22, 2007

persiane e commedia umana

Sole, vento e aria frizzante.

Ecco. Tra meno di un mese ce ne andremo da qui e io noto solo ora che c'era un modo per bloccare le persiane. Ho la pessima abitudine di non chiedermi mai il come delle cose... magari mi chiedo il perché, ma raramente il come.
Abbiamo iniziato, poco per volta, a portare giù un po' di cose pressoché inutili, in modo da non dover fare un trasloco enorme alla fine.
Ieri sera ho finito Papà Goriot di Balzac... mi dispiace di averlo letto un po' spezzettato, perché la sera ero sempre stanco e non riuscivo a leggere più di quattro pagine... ieri comunque ho letto le ultime quaranta tutte d'un fiato, e mi ha appassionato tantissimo. Bello, bello, bellissimo.
Ora inizio Storie di uno scemo di guerra di Ascanio Celestini. Ecco un frammento dell'inizio:
Mio padre era il secondo di quattro fratelli.
Il primo si chiama Ernesto e dopo di lui è nato Gaetano, ma Gaetano è nato morto.
Così quando è nato mio padre lo hanno chiamato Gaetano pure a lui in omaggio a quel fratello.
Ma in famiglia gli faceva impressione di chiamarlo col nome del morto ed è per questo motivo che mio padre è sempre stato chiamato Nino.
A questa maniera l'abbiamo chiamato anche noi figli.

Com'era mio padre da ragazzino me lo immagino abbastanza bene. Me lo immagino da quello che mi ha raccontato lui per trent'anni. E me lo immagino pure al camposanto coi genitori mentre se ne vanno a trovare questo fratello morto. E mi immagino che a mio padre gli faceva impressione di portare i fiori su una tomba, vedersi la lapide e trovarci che ci stava scritto il nome suo...”

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