giovedì, dicembre 17, 2009

dimensione parallela

Il respiro gelido di dicembre si infilava sotto la cuffia, ed erano le ore più calde della giornata.

All'indomani dell'incidente Berlusconi-Tartaglia-Duomo di Milano, avevo iniziato a scrivere un post sull'argomento. Poi però mi è passata la voglia.
Perciò parliamo di qualcosa di completamente diverso.
La settimana scorsa sono uscito nel gelo della sera per portare fuori l'immondizia, che normalmente lascio lungo Via Vecchie Mura, a tre metri dalla porta di casa. Quando ho fatto per rientrare, mi sono ritrovato la porta d'ingresso chiusa. La cosa mi ha lasciato un po' spaesato, perché quando vado a lasciare il sacco dell'immondizia non la chiudo mai, visto che è solo questione di un attimo.
Non so perché, ma la cosa mi è parsa innaturale. Allora ho iniziato a fantasticare come mio solito, e ho pensato che magari, una volta tornato di sopra, avrei scoperto di essere stato via per dieci anni, trovando una Silvia quasi quarantenne e un Pietro che ormai frequentava le scuole medie. Oppure che magari mi sarebbe sembrato tutto normale, solo per accorgermi, dopo un paio d'ore, al momento di far fare la cacca a Pietro, di essere capitato in una dimensione parallela in cui tutto è identico a questa, tranne il fatto che lì i bimbi hanno la coda.
A cosa non si pensa, pur di non pensare al presente.

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