venerdì, dicembre 29, 2006

luoghi di passaggio e film lunghi

Fuori è buio, e di sicuro fa freddissimo.

In questi giorni non ho avuto molto tempo per scrivere... la ricerca dei regali, la vigilia, il Natale, il lavoro... e poi mi ci va sempre un po' ad abituarmi ai trasferimenti. Fino all'otto saremo qui a Canale, e ho dovuto riambientarmi. Silvia finalmente può riposarsi un po', e ha anche dato una ripulita a questa casa, spazzando via l'aria trste e sciatta del luogo di passaggio.
Ora sono qui... ieri sera ho digerito un po' male e non riuscivo a dormire, così ho deciso di darmi un po' al libro. In questi giorni avrei voluto andare a dormire prima, ma non so perché ci siamo messi a guardare tutti film lunghissimi. Prima Il ritorno del re... che è davvero eterno. Come impianto drammatico direi che è il migliore del tre, il più disperato e cupo, ottime scene di battaglia, e non è troppo lineare come il primo. Però... boh, alla fine della fiera, me l'aspettavo migliore, questa trilogia. Poi, alla lunga diventano insopportabili quelle occhiate da amiconi fra i vari personaggi. Altrettanto lungo, ma decisamente più bello, Il padrino - Parte seconda, che ho rivisto con vero piacere. Davvero superbo il finale, con l'omicidio sul lago.
Ora ci aspetta un altro film lungo, perché Silvia mi ha regalato il cofanetto de La meglio gioventù. E il grande libro dei Peanuts con, tutte le strisce degli anni Novanta, che sto già pregustando, più un romanzo di Tanizaki che leggerò prossimamente.

sabato, dicembre 23, 2006

sleep sleep sleep

Fuori è tutto buio… sarà sereno o nuvoloso? In ogni caso, farà un freddo cane.

Sono le sei e io sono qui a lavorare. Come al solito, ho finito la mia razione di sonno. Una volta però la vivevo peggio: ora semplicemente mi viene da alzarmi prima, nonostante la sera mi addormenti bene. Allora lascio già i vestiti a posto sulla sedia, il portatile e i dizionari in cucina, così quando non ho più sonno posso alzarmi e venire tranquillamente a lavorare di qua, senza disturbare Silvia. Qui a Torino è anche più facile perché la casa non è per niente fredda, di notte.
Che strana, questa mancanza di sonno. Sarà il passaggio all’età adulta? Ricordo che da piccolo mi svegliavo sempre presto, prima dei miei genitori. Poi gradualmente aumentava il piacere del sonno, alle scuole medie, e soprattutto al liceo alzarsi diventava davvero un peso. E ora ritorno da capo. O forse è perché faccio un lavoro sedentario? Proprio per questo in Torino mi sposto sempre a piedi, però non è che funzioni molto. Non è nemmeno che mi sposti poi così tanto... una mezz’ora tra andata e ritorno per l’internet point, casa di Alice, casa di Mana, l’ufficio di Dario.

Ieri sera ho finito Dance Dance Dance… soddisfatto. Cosa leggerò ora?

venerdì, dicembre 22, 2006

nomi scartati

Un'altra giornata di sole d'inverno.

Stanotte ho sognato molto. Sogni complessi e faticosi. In genere sogno di meno qui a Torino, mentre a Canale i sogni sono più estrosi e, fino a quando c'erano le tartarughe in casa, pieni di animali. Stanotte invece ho sognato che leggevo un romanzo, riga per riga. Il punto è che, essendo un romanzo che io non ho mai letto, mentre lo leggevo, lo stavo anche scrivendo parola per parola, in simultanea. Se solo si potessero registrare i sogni...! Poi ho anche sognato Hiroki Endo, l'autore di uno dei miei manga preferiti, ovvero Eden... però non ricordo bene che ruolo avesse, so solo che gran parte del sogno era in giapponese.

Ho quasi finito Dance Dance Dance e devo dire che è uno dei miei preferiti, di Murakami. All'interno della mia classifica personale (per ora, vedremo dopo il finale), entra sicuramente nella rosa dei primi tre, insieme a L'uccello che girava le viti del mondo e Norwegian Wood (Tokyo Blues). Seguono La ragazza dello sputnik, A sud del confine, a ovest del sole, Tutti i figli di dio danzano, La fine del mondo e il paese delle meraviglie, L'elefante scomparso e altri racconti.

Ora sto ascoltando Night's Bloom dei Pinetop Seven, un album che frequento poco, ma che ora ci sta bene, si incastra perfettamente in questa mattinata di sole e inverno, mentre bevo tè verde caldo, sono riposato, e propenso a lavorare (anche se so già che le ore più produttive, per quanto mi riguarda, sono sempre quelle del tardo pomeriggio, tra le 17:30 e le 20:30 o 21).

Stamattina, facendo colazione (ultimamente io e Silvia facciamo colazione insieme, quando è possibile, mentre solitamente io facevo colazione lavorando, o comunque al computer... vabbè, non credo che la cosa interessi a qualcuno), abbiamo scartato qualche nome dalla lista...

Ecco i nomi scartati finora, senza però rivelare quelli che restano (come se fosse un segreto):

DA BIMBA SCARTATI:
Bianca
Flora
Aida
Ofelia
Ortensia
Gelsomina
Perla
Fiammetta (a malincuore... ma francamente Fiammetta Calorio farebbe ridere)

DA BIMBO SCARTATI:
Gelsomino
Prospero
Raffaele
Furio
Leandro
Tiziano (che mi piaceva, ma poi mi viene in mente Tiziano Ferro... meglio lasciar perdere)

giovedì, dicembre 21, 2006

righe e torri

Aria limpida, ma uscendo oggi ho messo guanti, cuffia, e sciarpa.

Stamattina ho fatto un po' di compere di Natale, e nonostante l'ora insolita c'era coda alle casse. Noto che ultimamente tra i teenager (quelli un po' zarri, diciamocelo) vanno di moda le maglie a righe. Mi sento un po' rapinato... a me sono sempre piaciute le maglie a righe, le sentivo un po' una cosa mia. Pazienza, nel giro di una stagione qualcuno dirà loro di comprare qualcos'altro, forse a scacchi, o a pois. Bah, ma perché devo essere polemico? Che problemi mi faccio?

Spezzettato come ultimamente capita spesso, ci siamo visti Le due torri, secondo capitolo della trilogia degli anelli iniziata il mese scorso nell'extended edition di Fabio. Premessa: una volta, ovvero fino alla prima liceo, amavo molto il fantasy, mi leggevo tutti i romanzi di Terry Brooks, giocavo a Dungeons & Dragons, ecc. Poi me ne sono disamorato di colpo... non so perché, ma i mondi del fantasy mi sono sembrati di colpo rigidi, zeppi di cliché, fughe dalla realtà un po' troppo claustrofobiche, proprio perché attinenti a regole precise, quasi preconfezionate. Quindi, mi sono disaffezionato prima di leggere il romanzo di Tolkien, che non ho letto tuttora, e forse un giorno leggerò. Il film: devo ancora vedere l'ultimo capitolo... francamente credevo che mi prendesse di più, forse andava visto al cinema a suo tempo. Divertente, sì... e indubbiamente di ottima fattura... lo spunto dell'anello è intrigante, ma mi sembra che talvolta la storia proceda un po' meccanicamente, alcuni personaggi rasentino la macchietta, e la successione delle varie situazioni sia un po' rigida. Poi, tanto di cappello a Peter Jackson per essere riuscito a realizzare un'impresa così folle e grandiosa, ma ogni tanto qualche ralenti potrebbe risparmiarselo... voglio dire, ci credo che alla fine dura quasi dieci ore!
Però... Gollum. Gollum è davvero fantastico, su tutti i livelli, dalla strepitosa realizzazione in computer graphic (succoso lo speciale sul dvd) alla caratterizzazione del personaggio, ambiguo, tormentato, folle. Anche tutta la parte dell'attacco al castello è bella, e per quanto l'albero parlante scricchioli un po', l'avanzata della foresta e l'allagamento della torre è spettacolare. Ma Gollum è il vero motivo per cui mi preme di vedere Il ritorno del re.

mercoledì, dicembre 20, 2006

dal fotografo

Fa sempre freddo, ma in compenso c'è un bel sole, e stamattina quando sono uscito ho sentito un buon odore di pane, sul ponte della Dora.

Ieri ho accompagnato Silvia ad Alba, per fare l'ecografia. È stato un viaggio stancante (andata e ritorno, con un sacco di lavoro da fare), ma ne è valsa la pena... una volta superata l'angusta sala d'attesa, ho potuto assistere in prima fila alla proiezione di ciò che sta accadendo nella pancia di Silvia. Eh sì, c'è davvero. Lo sapevamo, ma finché uno non vede, è più difficile credere. Le immagini liquide e grigiastre mostravano una forma già umana, piccola ma complessa. Mani, piedi, testa... ci credo che Silvia ha sempre sonno, se ha dovuto fare una cosa così difficile.

Qui c'è la foto... ma cosa fa con la manina? Si succhia il pollice? Tenero... è lì, esiste, sempre insieme a Silvia, e chissà cosa sente, dal mondo esterno? Sentirà la mia voce, o il calore della mia mano?

Non c'entra niente, ma ieri mi è successa una cosa divertente. Avvolto nella mia sciarpa un po' sfilacciata e nella mia cuffia un po' infeltrita, sono andato in una tabaccheria per comprare un biglietto di auguri per Yukiko. Mentre guardavo le varie cartoline dando le spalle alla cassa, sento una voce che dice “Scusi, lei fuma”? Siccome ero sovrappensiero, però, non ci ho fatto caso, e quando la domanda è stata ripetuta ho dato per scontato che fosse rivolta a qualcun altro lì dentro, dato che non mi sembra il tipo di domanda da porre a qualcuno intento a fare altro, voltato di spalle. Mi accorgo che era stata indirizzata a me solo quando la donna inizia a commentare con i due tabaccai cose del tipo: “Boh, dev'essere rumeno” “Eh sì, tutti così i rumeni... gli chiedi qualcosa, e loro non ti rispondono...”. La cosa mi ha divertito molto, così ho fatto finta di niente e sono andato a pagare senza sottolineare la cosa, lasciando che fossero loro a decidere se non li capivo davvero, o se si erano fatti una figuraccia.

lunedì, dicembre 18, 2006

cantanti donne

Fuori fa freddo. O meglio, il tempo non è freddissimo, ma il vento è gelido, e cadono gocce che sembrano preludere alla neve.

Ascolto, come di frequente, la bellissima Troubled Waters, contenuta nel disco di cover di Cat Power. Oggi pomeriggio, sul ciclo settimanale di “Storyville”, vita e suoni di Billie Holiday. A sentire due voci così potenti, delicate, struggenti, seppure diverse, mi viene in mente che qualche settimana fa, parlavo con Armando di cantanti donne, come appunto Cat Power, Shannon Wright, Lisa Germano, Carla Bozulich, P.J. Harvey e Sinead O'Connor nei momenti migliori, e del fatto che le donne sanno conferire alla canzone un senso del tragico. Ora ci ripenso, e credo che sia vero. Fatte le dovute eccezioni, è come se gli uomini fossero più portati a interpretare, a narrare il tragico, mentre nelle voci femminili è come se esso vi fosse insito, vissuto.

giovedì, dicembre 14, 2006

notti

Oh, che bello... credevo che il cielo fosse grigio, e invece c'è il sole.

Ieri notte di nuovo semi-insonne... ma stanotte ero talmente esausto che i momenti di veglia duravano ben poco e il sonno è continuato filato fino alle otto. Ho sognato qualcosa che non ricordo. Devo aver sognato qualche potente, perché mi ricordo che nel dormiveglia ho tracciato un parallelo con un sogno della scorsa settimana, in cui io e Silvia eravamo a cena con il Papa (!). O forse ho sognato Marlon Brando nella parte di Vito Corleone, visto che nelle ultime serate ci siamo riguardati, a pezzi, Il Padrino. O forse ho sognato Berlusconi, vista l'angosciante e repentina ripresa di consenso (!!). Ma perché non mi lasciano dormire in pace, quando ci riesco?

Ho finito ieri un fumetto e ora ne inizio un altro... credevo che sarei stato più libero questo mese, e invece ho la mente sempre piena di cose... e non ho ancora avuto tempo di pensare ai regali di Natale.
Sì, temo proprio che da qui a fine gennaio i fine settimana saranno magri e le giornate dureranno fino a sera.

martedì, dicembre 12, 2006

treno

Il sole illumina il palazzo di fronte. Quello con il Bar Muen. Ma cosa vuol dire Muen? Sull'albero quasi spoglio qui di fronte saltellano tre o quattro fringuelli.

Ieri Silvia è andata alla prima visita. Ancora non le hanno fatto l'ecografia, ma in compenso ha potuto sentire il battito del cuore del bimbo, e andava come un treno. Quando me l'ha detto, ho provato una forte emozione, perché era la prima prova tangibile della sua esistenza nel mondo reale.

Come al solito, ho un sacco di lavoro e di cose alle quali pensare. Mi sa tanto che, fino a fine gennaio, dovrò riprendere a lavorare costantemente anche di sera, altrimenti non ce la faccio con il libro. In questi giorni sono in vena di cose lievemente più dure rispetto ai miei normali standard. Sto riscoprendo con molto piacere Daydream Nation dei Sonic Youth (un album che comprai quando facevo il liceo perché tutti ne dicevano un gran bene ma che, in fondo in fondo, non mi aveva mai appassionato più di tanto), e l'altro giorno, dopo aver visto il bel Last Days di Gus Van Sant, mi sono ascoltato un po' di Nirvana. Diversamente da molti miei coetanei, io non ho vissuto la fase Nirvana, né prima né dopo la morte di Kurt Cobain, e conosco poco o niente del grunge di cui una decina danni fa (e anche qualcosa di più sigh) si parlava tanto. Qualcosina dei Pearl Jam, qualcosina degli Alice In Chains... ma in maniera abbastanza superficiale. Forse ora è un po' tardi, ma è bello che si possa giungere alle stesse cose per vie più tortuose.

domenica, dicembre 10, 2006

un febbraio di natali

Oggi il cielo era azzurro, limpido, e invernale.

Avevo già scritto questo post. Poi l'ho salvato come bozza. O almeno, ho creduto di salvarlo, dato che non lo trovo da nessuna parte. Con la scusa dell'otto dicembre siamo stati qualche giorno a Canale, dove resteremo anche domani perché Silvia ha la prima visita ginecologica. Questa casa diventa ancora più disordinata, quando ci veniamo raramente. Ma ora c'è l'albero di Natale.
Sì, perché sta arrivando il Natale. Difficile non accorgersene, mettendo il becco fuori di casa, perché le leggi del consumo vogliono che Natale segua a ruota Halloween. Non che voglia polemizzare sull'assoluta commercialità e mancanza di spiritualità del Natale... anzi, a me il Natale piace abbastanza. Come per la maggior parte delle cose, ho con il Natale un rapporto affettivo. Per me il Natale significa perpetuare un rito familiare che funge da legame con l'infanzia. Natale è quindi riassaggiare i sapori della mia infanzia. Dopotutto, se sommassi tutti i Natali della mia vita, arriverei appena a ventotto giorni (ovvero, un febbraio di natali). Rispetto a una vita quasi trentennale, è un arco assai breve di tempo, perciò è logico che rimandi immediatamente all'infanzia: nella dimensione parallela dei natali, essa è il mese scorso. Perché questa magia funzioni, però, è necessario preservare la medesima combinazione di spazio, tempo, azioni.
Sarei ipocrita sia se dicessi di sentire l'aspetto religioso del Natale, sia se lo condannassi per i suoi aspetti sfacciatamente di consumo. L'unica idea che respingo di netto è l'illusione che a Natale si possa essere più buoni. Perché è fin troppo ovvio che sentiamo il bisogno di illuderci della nostra bontà spartendola tra di noi, per non ammettere che noi, che di tutti gli animali siamo i più parassiti, e che all'interno della nostra stessa specie rientriamo nella piccola percentuale che sfrutta tutto il resto, e che pure in questa stessa area viviamo in una condizione privilegiata, in qualunque romanzo saremmo i cattivi, e forse lo saremo sui libri di storia. Questo, ovviamente, se proprio vogliamo valutare la nostra esistenza sotto un profilo morale, se proprio vogliamo parlare di buoni e cattivi... cosa che tendenzialmente non faccio.
Qui il discorso inizia a farsi lungo e io devo lavorare. Volevo solo dire che, presa coscienza dell'impossibilità di essere sinceramente buoni (se la parola buono ha un senso), ed evitando così illusioni stucchevoli o eccessi offensivi, in ragione degli affetti legati a questa festa, riesco a goderne gli aspetti più belli.

venerdì, dicembre 08, 2006

zanzara 2

Canale, grigio, tutto normale.

Ieri sera ho detto a Silvia che il giorno prima avevo trovato una zanzara ma non l'avevo schiacciata. Lei ha sgranato gli occhi e mi ha detto che non l'aveva fatta dormire la notte. Poi, ho trovato un'altra puntura sul mio pomo d'adamo. Ogni scelta comporta delle responsabilità per se stessi e nei confronti degli altri.

giovedì, dicembre 07, 2006

zanzara

Pare che sia tornato il sereno, e magari dopo la pioggia di ieri l'aria non puzza così tanto, là fuori.

Ieri pomeriggio ho visto una zanzara sul muro. Stavo per schiacciarla, quando poi ho pensato “Ma no, perché?”. E così l'ho lasciata stare. Più tardi l'ho rivista su un'altra parete, e l'ho di nuovo lasciata stare dov'era. Dopotutto, una zanzara in questa stagione è rara, e mi spiaceva eliminare l'unica sopravvissuta.
Stamattina mi sono trovato con due punture sulle braccia.

mercoledì, dicembre 06, 2006

camomilla non funziona

Piove, e Torino è umida.

Alle cinque di stanotte avevo già esaurito il sonno che mi spettava. Sono rimasto lì, occhi sbarrati per un'ora, a pensare alle mille cose da fare, vicine (la telecom, il libro, il lavoro) e lontane (il pupo, come saranno l'Italia e il mondo che lui conoscerà? -già sono apprensivo- le tartarughe, e quando cresceranno dove le metterò?). Poi alle sei mi sono alzato e mi sono messo a lavorare fino alle otto e mezza, quando si è alzata Silvia. Non so se mi sto trasformando in una specie di vampiro o cosa, ma in ogni caso ho deciso che eliminerò il caffè dalla mia vita. La prossima settimana porterò su la caffettiera per l'orzo del servizio del matrimonio, che finalmente troverà una collocazione pratica nella mia quotidianità.
Poco fa ho chiamato la Telecom, e con la calma serafica di chi ha già deglutito tutte le imprecazioni e i santi del calendario, ho chiesto di annullare la richiesta di trasloco e rimettermi la linea a Canale. L'operatrice è stata gentile. Speriamo che sia finita, e basta con questa storia. Per Internet, cercherò di andare ogni giorno all'Internet Point di C.so S.Maurizio (chissà che un po' più di movimento non mi faccia dormire meglio la notte?), e per il resto mi arrangerò nei fine settimana o nelle vacanze di Silvia.

martedì, dicembre 05, 2006

camomilla

Prima la nebbia, e mezz'ora dopo un sole freddo.

E io che pensavo di avere finalmente Internet a disposizione, oggi! E invece niente. Ieri è passato il tecnico e mi ha detto che deve mandarmi l'impresa per portarmi la linea fin su dal cortile. Un paio di giorni, ha detto. Speriamo.
Non ho più scritto molto perché ero troppo preso dal lavoro, non che siano successe cose straordinarie. Anzi, sono pure raffreddato, son due mattine che mi sveglio con gli occhi incollati, e se chino il capo mi viene su un insopportabile dolore tra il collo e l'orecchio destro (questo mi capita sempre, d'inverno, e ancora non ho capito cosa sia). Ma poco male, stanotte ho dormito come un sasso, finalmente. Un po' perché la notte precedente mi ero rigirato un sacco nel letto, un po' perché ieri sera mi sono bevuto una cisterna di camomilla, che mi ha spedito a dormire come il gatto e il bambino disegnati sulla confezione.
Ora quindi inizia una nuova giornata di lavoro, con un nuovo fumetto (l'ultimo di una serie), ma dedicherò parte della mattinata al libro.

Sabato scorso sono andato ad Alessandria, per parlare a un incontro sul manga. A parte il fatto che non mi ricordavo cosa volesse dire la “man” di manga (io, che li traduco... ma che devo dire? francamente non ci avevo mai pensato), e ho quindi glissato vergognosamente sparando in sordina una balla colossale e prontamente aggrappandomi a un altro aspetto della domanda... poco prima di entrare ad Alessandria, ho assistito a una scena molto alla Kurosawa Kiyoshi. Procedevamo in macchina su una sopraelevata, davanti a noi c'erano degli alberi molto alti dei quali non si vedeva la base perché troppo in basso rispetto al ponte. A un certo punto ne vediamo cadere uno. Ha fatto un certo effetto, non vedendo né chi li tagliava, né attività del genere lì intorno, né altri alberi a terra. Sembrava cadere dal nulla e nel nulla. Poi un albero così grosso...

Dance dance dance mi prende sempre di più. Mi ricorda più le atmosfere de L'uccello che girava le viti del mondo, che non La fine del mondo e il paese delle meraviglie (che alla fin fine non mi ha soddisfatto poi tanto). È un po' il tipico romanzo di Murakami, tutto incentrato su una misteriosa scomparsa, e il protagonista è un po' sempre lo stesso... ma dopotutto a me piace così, quindi non ha senso lamentarmi.

Il mio rapporto con la telecom sta ormai diventando una deprimente telenovela. Mi hanno chiamato alla mezza dicendomi che verranno il 2 gennaio (il 2 gennaio!), per mettermi la linea. Fortunatamente sono dovuto uscire per un pranzo-riunione con Stefano, Dario, e Alice, per la rassegna su Kurosawa. Altrimenti avrei iniziato a sbattere la testa contro il muro. Il 2 gennaio?!

venerdì, dicembre 01, 2006

occupato

Cielo azzurro e foglie gialle, negli ultimi due giorni. Oggi ho messo il becco fuori di casa, e ho sentito più freddo rispetto alle settimane scorse.

Nonostante la mia idea di preparare i post in anticipo, questa settimana il mio cervello non era molto propenso alla scrittura, troppo occupato a districarsi nel complicato fumetto che sto traducendo. Dicembre si prospetta un mese più leggero, fortunatamente, così avrò tempo di pensare al libro e a riprendere il capitolo iniziato, mentre in questi ultimi tempi mi sono limitato a rileggere la tesi, prontamente collocata sulla lavatrice vicino al water, con una matita per segnare gli appunti.
Ieri sera ho finito di lavorare alle undici di sera, ed ero talmente esausto che non riuscivo a dormire. Ora devo solo più raffinare ciò che ho tradotto, quindi oggi sono più rilassato, e mi prendo la mia giornata folk-rock, con i Giant Sand, la voce calda di Cat Power (sto rivalutando The Greatest), i Casiotone For The Painfully Alone, e Devendra Banhart. Uniche interruzioni: l'ultima puntata della serie di “Storyville” sul Quartetto Cetra (la prossima settimana una mini-serie di tre puntate su Andrea Pazienza e la scena musicale bolognese), e gli esilaranti tre quarti d'ora de “La Barcaccia” durante il pranzo (finalmente ho trovato un modo di non annoiarmi quando mangio da solo, senza dover per forza fissare uno schermo o leggere qualcosa – i miei occhi ringraziano). A proposito, ho finito di leggere il delirante Guida galattica per autostoppisti (sì, ma senza i volumi successivi sono rimasto un po' a bocca asciutta, nel finale), e ho iniziato Dance dance dance di Murakami. La prima impressione è che si tratti di una roba onirica del tipo La fine del mondo e il paese delle meraviglie.

Certo che fa proprio caldo in questo appartamento... a Canale mi gelavano sempre le dita mentre lavoravo, col mio tremendo tutone rosso che mi fa sembrare il Gabibbo (fortuna che mi vedono solo i corrieri DHL), e i calzettoni spessi. Ora sono in maniche corte, scalzo, e ho caldo. Meglio approfittarne, finché dura. Fortunatamente, quando torneremo farà bello. Così ne approfitterò anche per fare un po' di movimento in campagna, perché mi sta crescendo un ventre tondo da pesce. Silvia mi dice di fare un po' di addominali, ma a me gli addominali fanno venire la nausea! Non in senso metaforico, avvero proprio una sensazione sgradevole allo stomaco, che poi permane quando torno al lavoro. Vabbè, dai, ora ne faccio qualcuno.

L'altra sera sono venuti a trovarci (finalmente!) Vaga e Ivan, e c'era anche Mana. Siamo andati nel Birrificio qui vicino. Locale molto carino, ma la birra artigianale... così così. Niente a che vedere con quella de Le Baladin, di Piozzo (se solo non fosse così lontano...).
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